Introduzione

I magistri

de Iudicibus, De Judici, Giudice, Giudici

I Giudice/i del Varesino sono artigiani e artisti, ovvero magistri nell'arte scultorea: scultori, ornatisti, quadratori, architetti e impresari. Come tali, vengono chiamati a operare presso molte diocesi, anche importanti, come quelle di Roma e Milano. La loro presenza in queste città potrebbe spiegare la presenza di de Judicibus in entrambe. Mentre tuttavia per Roma esiste anche la possibilità che i de Judicibus vi arrivino dalla liguria o dal napoletano, quelli milanesi, quasi certamente vengono o dal Varesino o dalla Valtellina. Alcuni de Judicibus valtellinesi sono infatti maestri cosmateschi. La somiglianza delle arti esercitate dai Giudice/i varesini e da quelli originari dell'Isola Comacina e la vicinanza geografica potrebbero far pensare a un legame fra le due famiglie. I varesini potrebbero infatti essere un ramo derivato da quelli dell'Isola Comacina, così come lo sono per certo quelli della Valtellina. Il collegamento va tuttavia ancora trovato.

[N.d.A.] La maggior parte delle informazioni qui riportate sui Giudici del Varesino, a parte quelle per cui si cita altra fonte, sono state fornite dallo storico Nello Grossi, profondo conoscitore della storia di Angera e Taino.

Taino

Giudici

Alcuni Giudici del Varesino e, in particolare, quelli provenienti per lo più da Taino (VA) e in piccola parte da Angera (VA), formano un sottoramo che si espanderà verso le Americhe, in particolare Stati Uniti e Argentina. Tutti gli individui appartenenti a questo sottoramo della famiglia sono identificati dalla sigla DTA e dal numero di generazione. Ad esempio:

  DTA 4

Il cognome

De Judicibus, Giudici o Giudice?

Anche nel caso del ramo varesino, la questione relativa al cognome è complessa. Il cognome de Judicibus si trova solo in alcuni atti antichi redatti in latino. In questo caso la forma è solo al plurale. Ad esempio:

Atto di matrionio di Giovanni Battista Ermenegildo de Judicibus (1706)
Atto di matrionio di Giovanni Battista Ermenegildo de Judicibus (1706)

Già nel XVII secolo, tuttavia, il cognome si italianizza in Giudice, al singolare. Ad esempio:

Atto di matrimonio di Giovanni Battisty Ermenegildo Giudice (1678)
Atto di matrimonio di Giovanni Battisty Ermenegildo Giudice (1678)

Agli inizi del XIX secolo, con l'arrivo dei registri “Austriaci”, alcuni esponenti della famiglia vedono il proprio cognome modificato nella declinazione plurale, ovvero Giudici. In particolare, i figli di Antonio Maria Giudice e Maria Catarina Bielli si ritrovano alcuni con l'uno, altro con l'altro cognome. La versione “plurale” finisce per diventare quella più comune con, tuttavia, le opportune eccezioni. Nell'atto di nascita del 15 giugno 1886 di Giovanni Luigi, figlio di Carlo e Margherita Ghiringhelli, il cognome è scritto al plurale, come si può vedere qui sotto:

Atto di nascita di Giovanni Luigi Giudici (1886)
Atto di nascita di Giovanni Luigi Giudici (1886)

Il ramo che mostra maggiore continuità e che dà poi luogo ai rami del Cono Sud del Sudamerica, ovvero paraguanense e argentino, adotta quindi fin dal XVII secolo la forma italiana, ovvero Giudici.