Data di nascita

?

Periodo di riferimento

28 settembre 1799

Data della morte

?

Cosa si sa

In data 28 settembre 1799 viene riportata la dichiarazione di alcuni particolari di Solofra circa l’impianto dell’albero della libertà nella Piazza di Solofra e l’abbattimento delle Armi di Ferdinando IV poste sull’insegna della Regia Doganella del sale di Solofra. Fra essi viene menzionato Cipriano Giliberti.

…[omissis]… Nella nostra presenza si sono costituiti il sacerdote secolare don Giuseppe Pandolfelli, don Nicola Vincenzo Grassi, don Filippo Fasano, Pasquale Giannattasio, Giuseppe di Donato di Girolamo, Cipriano Giliberti, Felice Antonio Petrone, Giuseppe Salvia, Consolato Cuoci, Pietrantonio di Donato, Nicola Carfagna, Ciriaco Antinolfi, Michele Antonio di questo suddetto Stato di Solofra, …[omissis]… come esistendo in detto Stato di Solofra la Regia Doganella dei Sali, che si esercita dal sig. don Giuseppe di Tura di detto Stato, qual sostituto del suo Principale sig. Gaetano Murena, sopra la porta della quale al di fuori vi sono affisse ed inchiodate l’Arme del nostro Monarca Ferdinando IV, che Dio feliciti per lunghissimi anni, dipinte in una tavola di legno nella fine del passato mese di gennaio del sopraddetto camminante anno, non ricordandosi essi Signori testificanti il positivo giorno, ritrovandosi detto Sig. don Giuseppe Pandolfelli, Pasquale Giannatasio, don Nicola Vincezo Grassi, Cipriano Giliberti, don Filippo Fasano, e Felice Antonio Petrone avanti di detta Regia Doganella, viddero con propri occhi, ed intesero con proprie orecchie, che il medico don Antonio Garzillo del q. Gabriele di detto Stato, coll’armi nelle mani, e col seguito di più gente armata, dopo d’avere piantato nella pubblica Piazza di detto Stato l’infame albore detto della libertà, si condusse avanti di detto Regia Doganella, con ciera brusca e superba, e col veleno nelli denti ordinò al detto don Giuseppe di Tura di togliere dette Reali Armi colle seguenti parole: «Cittadino Giuseppe di Tura bassate queste indegne armi» al che esso don Giuseppe di Tura impallidito di colore per lo timore, con tutta umiltà e bassa voce li rispose, che avendo la scala l’avrebbe tolta, e dopo poche ore dello stesso giorno , il medesimo don Giuseppe di Tura ad oggetto di evitare qualche danno della di lui vita, per cagione delle minacce del detto medesimo Garzillo, si chiamò il detto Michele Antonio e questo salito sulla scala, in presenza di detti Giuseppe Salvia, Consolato Cuoci, Nicola Carfagna, Pietro Antonio di Donato e Ciriaco Antonio tolse con ogni diligenza l’armi suddette, le quali per l’antichità si ruppero, e furono fedelmente dal detto sig. Tura conservate nella stessa Regia Doganella in dove esistono al presente. Et sic iuraverunt …[omissis]…. Presenti il giudice a contratti Michele Scarano, i testimoni Basilio Landolfi, Soccorso Landolfi, Francesco di Vita.

Archivio Storico di Avellino
Atti Notarili, B 6941, ff. 151v-1154r