Data di nascita

?

Periodo di riferimento

1596

Data della morte

𝓅.1596
  DNP 1
   Genova (GE)

Cosa si sa

Vittoria Giudice nasce nel XVI secolo da Nicolò e Maria Montenegro. Una di undici figli: Dionisia, Maddalena, Pietro Batta, BNR & Paola Emilia BNR o Emilia 495 & Ottavia 495 & Paolo, Gio Batta, Marc’Antonio, Laora o Laura, Geronima e Vittoria BNR 495. Sposa in prime nozze Agostino Senestraro1, figlio di Giacomo. La coppia ha avuto un solo figlio:

  • Giacomo Senestraro (𝒸𝒶.156?).

Sposa in seconde nozze Vincenzo Bombello, figlio di Michele e Peretta Senarega. La coppia ha avuto i seguenti figli:

  • Michele Bombello (𝒸𝒶.1606),
  • Polonia Bombello, detta Polonietta (𝒸𝒶.1606).

Nicolo

Vittoria

moglie di Agostino Senestraro q. Giacomo q. and
2° Vincenzo Bombello

Antonio Maria Buonarroti,
«Alberi genealogici di diverse famiglie nobili, compilati et accresciuti
con loro prove dal molto reverendo fra’ Antonio Maria Buonaroti,
sacerdote professo del Sagr’Ordine Gerosolimitano in Genova,
distribuita in tre tomi»,
manoscritto cartaceo del 1750,
I-V, segnatura m.r. VIII. 2. 28-30,
Sezione di Conservazione, Biblioteca Civica Berio, Genova.
pag. 80

Il manoscritto 495 495, foglio 378, riporta questo personaggio come appartenente a un sottoramo dei Giudice di Genova albergati presso la famiglia Calvi.

Nicolò

Vittoria

moglie di Agostino Senestraro q Giacomo
Test.o di detta in atti di Domenico Tinello 1596·17·maggio in cui
Lascia erede Giacomo Senestraro suo figlio·

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 495, f. 379.

Fa testamento il 12 giugno 1584 e ancora il 17 maggio 1596. Non conosciamo il luogo e la data della morte.


1 Agostino Senestraro, patrizio genovese e primo marito di Vittoria, era tutore e curatore per l'eredità di Michele Bombello del figlio Ambrogio, fratello di Vincenzo, che sarà il secondo marito di Vittoria.

Vincenzo Bombello

Il primogenito [N.d.A. di Michele], Vincenzo, fu ascritto il 23 aprile 1588. Il secondo, Ambrogio, fu ascritto il 27 giugno 1592, con le testimonianze favorevoli dei patrizi Vincenzo Botto fu Pellegro e Andrea Borsotto. Ambrogio sposò *** avendone una figlia monaca in Santa Chiara col nome di Suor Caterina.

Vincenzo sposò la nobile Vittoria Giudice, figlia di Nicolò Giudice e di Maria Montenegro, sorella di Geronimo Montenegro marchese di Marigliano, e vedova del patrizio Agostino Senestraro. Da questa unione nacquero Michele e Polonietta, monaca nel monastero di San Leonardo col nome di Suor Maria Geltrude. Michele fu ricevuto come cavaliere professo nell’Ordine di Malta. La vicinanza di Michele Bombello all’Ordine è attestata già precedentemente alla sua ricezione dal suo testamento, dettato l’8 maggio 1623, mentre egli si trovava malato nella chiesa di San Giovanni il Vecchio (Santa Maria della Vittoria) dei cavalieri gerosolimitani. Egli stabiliva di essere tumulato nella chiesa di Santa Maria del Monte, « in sepulcro suorum maiorum svice in sepulcro eius matris », legando 10 lire ciascuno agli Ospedali di Pammatone e degli Incurabili e all’Ufficio dei Poveri. Nominava erede universale dei propri beni e del fedecommesso istituito dal defunto Giacomo Senestraro la propria madre, Vittoria Giudice, vedova in prime nozze di Agostino Senestraro e in seconde di Vincenzo Bombello, e dopo di lei il cugino Ambrogio Senarega fu Matteo o i di lui discendenti. Raccomandava alla madre che dovendo eleggere il cappellano della cappellania istituita da Giacomo Senestraro scegliesse il prete Giovanni Battista Merigo, priore della chiesa di San Giovanni il Vecchio dei cavalieri gerosolimitani, e stabiliva che dopo la morte di Vittoria il diritto di nomina del cappellano pro tempore spettasse all’Ordine di Malta. Nel novembre del 1623 fece domanda di essere ricevuto tra i cavalieri gerosolimitanoi, Il necessario processo per dimostrare le sue buone qualità personali e la nobiltà bicentenaria dei quattro avi fu istruito a Genova il 20 giugno 1524. I commissari dell’Ordine ascoltarono le deposizioni di per dimostrare la nobiltà dei quattro quarti Bombello, Senarega, Giudice e Montenegro. I testimoni illustrarono l’arma delle quattro famiglie, in particolare quella della famiglia paterna con: « doi mezi griffoni negri col beco d’oro in campo gialdo con corona sopra et doi quadri negri, con mezo griffone simile sopra il cimiero».

Soprintendenza Archivistica per la Liguria,
Repertorio di fonti sul patriziato genovese,
scheda n° 69, compilatore Andrea Lercari,
«Famiglia Bombello»,
pag. 2.

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