Introduzione
Il ramo ligure-argentino
Giudice
Questa sezione è dedicata ai Giudice argentini di origine ligure, ovvero i discendenti di Santiago Giudice ed Emilia Noziglia, arrivati nel continente sudamericano verso la metà del XIX secolo. Questo ramo ha prosperato fino ai giorni nostri mantenendo la versione italianizzata al singolare del cognome originale del padre di Santiago, ovvero de Judicibus.
Attenzione a non confondere questo ramo dei Giudice, di provenienza ligure, con i rami di origine varesina, riportati nella sezione denominata Cono Sud, che hanno invece adottato prevalentemente la versione plurare del cognome italianizzato, ovvero Giudici.
La migrazione in sudamerica
Riporto qui di seguito un documento redatto da Alejo Giudice, uno dei discendenti argentini dei Giudice di Spotorno, che ha raccolto buona parte del materiale relativo ai Giudice sudamericani di origine ligure.
Breve storia della famiglia Giudice di Spotorno
“Veniamo da una terra di pescatori”
Il compito di svelare l'origine della nostra famiglia è nato come un'utopia e ha preso forma gradualmente nel tempo. Non sembrava facile trovare tracce di antenati nati tra la fine del 18° secolo e l'inizio del 19° secolo. Non avevamo praticamente documenti scritti su di loro. La tradizione orale sembrava essere l'unico strumento in grado di aiutare durante l'inizio dell'indagine. Tuttavia, proprio dai ricordi dei nostri avi, abbiamo erroneamente cercato le nostre origini nel piccolo comune di Rapallo, attualmente territorio italiano.
Alfredo Giudice racconta, “per quanto si ricordassero mia nonna Ángela, mio padre Carlos e mio zio Andrés e, come affermava a sua volta, Rodolfo Giudice, il nostro ceppo familiare proviene da Rapallo, una zona marittima situata a una cinquantina di chilometri a sud est di Genova”1.
Tuttavia, dopo ripetute visite a questa famosa località balneare da parte di molti di noi2, abbiamo cominciato a dubitare di questo fatto. Così abbiamo iniziato a lavorare sull'ipotesi che potessimo provenire dai altri paesi e città come Genova, situata a nord-ovest molto vicino a Rapallo, e Codevilla, paese situato a nord-ovest di quella località e da cui provenivano alcuni Giudice, tra cui una famosa María Giudice (1880-1953), una leader socialista molto attiva, che si batté per i diritti delle donne e dei lavoratori all'inizio del XX secolo. Nonostante tutto, non c'erano dati precisi per confermare questa presunta origine. Improvvisamente siamo riusciti a trovare un libro chiave “Gli italiani in Uruguay” di un biografo uruguaiano, Horacio Araujo Villagrán, che ha aperto la nostra indagine e ci ha permesso di trovare definitivamente l'origine dei nostri antenati Santiago Giudice e Pietro Giudice3. In quel libro c'è una breve biografia di Pietro Sebastiano Giudice (1840-1916), marinaio italiano nato a Finale Marina, Savona, Genova. Tuttavia non era ancora chiaro se la famiglia Giudice provenisse da lì in quanto non c'erano altre testimonianze nella chiesa centrale4.
Così Alfredo Giudice decise di andare alla ricerca di ulteriori dati presso l'Archivio Storico Nazionale dell'Argentina e lì, nella successione ereditaria di Antonio Giudice, datata 1876, risulta che Antonio provenisse da Spotorno, un paese ligure molto vicino a Finale Marina. Probabilmente, da questo piccolo villaggio di pescatori di umili origini, Antonio Giudice e Santina Lanza partirono per Buenos Aires nel 1842 con i loro due figli, Santiago e Pietro S., su una barca a vela chiamata “María”, di proprietà di Antonio5. Purtroppo nell'Archivio Storico Nazionale non si conservano i libri riferiti all'ingresso dei migranti negli anni 1842/43, ma dalla lettura del Censimento della popolazione dell'anno 1855/56 risulta che la famiglia di Antonio e Santos “Lludice” (come riporta l'addetto al censimento) aveva vissuto a Buenos Aires con i figli Santiago e Pedro per 13 anni, quindi il loro arrivo a Buenos Aires deve essere avvenuto intorno al 1843. A Buenos Aires si stavano vivendo tempi difficili tra unitisti e federalisti. Il governo Rosas era esausto dopo anni di blocchi da parte delle potenze europee. Ci furono ondate di esecuzioni e omicidi politici. Le battaglie tra le due parti si svolsero in tutto il territorio e le divisioni minacciarono l'integrità stessa dell'Argentina. In questo contesto, Antonio e Santina si stabilirono a Barracas, a sud della città di Buenos Aires, e iniziarono questa storia della nostra amata famiglia, intraprendendo Antonio fin dall'inizio la professione di capitano di marina e unendosi alla rotta fluviale del fiume Paraná.
Dopo quelle indagini svolte a Buenos Aires, un discendente della nostra stessa famiglia che ancora risiede a Spotorno, Gian Luca Giudice, ci ha aiutato a ottenere dati su tutti i nostri antenati fino al XVII secolo compreso. Il contributo di Gian Luca è stato prezioso.
Comunque, penso che dobbiamo ad Alfredo Giudice e Rodolfo Giudice l'eredità del passato della nostra famiglia. Sono stati due immensi custodi di quel passato fino ai nostri giorni… A loro va tutta la nostra gratitudine.
Alejo Giudice
1 Alfredo Giudice, «Los Giudice», opera inedita, 2010, pagg. 1-10.
2 Rapallo è stata visitata alla ricerca di tracce storiche da Hernán Giudice nel 2006 e nel 2008, Alejandro Giudice Algorta nel 2007, Magdalena Giudice Algorta nel 2010, Sebastián Amaya Giudice nel 2010 e Ana Inés Amaya Giudice nel 2011.
3 Horacio Araujo Villagrán, “Gli italiani in Uruguay - Dizionario Biografico”, Editori Escardó e Araujo, Barcelona, 1920, pagg. 209-210.
4 Sebastián Amaya Giudice e sua moglie Ana C. Cozzi hanno visitato Finale Marina nel 2012 alla ricerca del passato dei Giudice ma non sono state trovate ulteriori tracce.
5 Horacio Araujo Villagrán, op. cit., pag. 209.
La migrazione in sudamerica
Le regole per coniugi
I cittadini argentini portano uno o più cognomi e uno o più nomi. L'Argentina non applica per il momento alcuna normativa sul diritto privato internazionale né regole relative al conflitto di leggi all'infuori del Codice civile. Fino al 1987 la legge che regolamentava i cognomi era l'articolo 8 della legge n.18.248 sul nome ufficiale delle persone fisiche, vigente dal 24 giugno 1969. Poi, a partire dal 12 giugno 1987 l'articolo 4 della legge n. 23.515 sul matrimonio e il divorzio ha emendato gli articoli 8 e 9 della vecchia legge. Prima del 1969 non vi era nessuna base legale che disciplinasse il nome ufficiale, ovvero le uniche regole erano dettate dalla consuetudine.
Prima del 1969
Prima dle 1969 non c'erano regole per quello che riguardava i cognomi, per cui era pratica comune che valessero le regole della patria di origine per gli immigrati. Quindi, a seconda che si venisse da Spagna, Portogallo, Italia e così via, le regole che si applicavano erano differenti. Questo rende molto difficile seguire il flusso di un albero genealogico, dato che mariti, mogli e figli potevano avere cognomi combinati in modo diverso a seconda da dove provenissero. Dato però che i matrimoni “misti” erano piuttosto rari, almeno nelle prime generazioni, la regola applicata la si può evincere dal Paese di origine.
Dal 1969 al 1987
Al momento del matrimonio il cognome del marito è aggiunto a quello della moglie con la preposizione “de”. Se la moglie è nota con il suo cognome da nubile in ambito commerciale o professionale, può conservarlo nel quadro della sua attività.
Dopo il 1987
Al momento del matrimonio la donna è libera di aggiungere o meno al proprio cognome il cognome del marito con la preposizione “de”.
Le regole per i figli
Prima del 1969 non vi era nessuna base legale che disciplinasse il cognome dei ufficiale, ovvero le uniche regole erano dettate dalla consuetudine. Dal 1969 l'articolo 4 della legge n. 18.248 sul nome ufficiale delle persone fisiche, stabilisce che i figli legittimi ottengono il primo cognome del padre. Se i genitori ne fanno richiesta, i figli possono ottenere il doppio cognome del padre oppure il cognome del padre seguito da quello della madre.
Secondo l'articolo 5 della medesima legge, il figlio illegittimo riconosciuto dalla sola madre ne ottiene il cognome. Se riconosciuto da entrambi i genitori, contemporaneamente o successivamente, ottiene il cognome del padre, con possibilità di farlo seguire da quello della madre. Se il padre riconosce il figlio dopo la madre, il giudice può acconsentire a che il figlio conservi il cognome della madre qualora sia già noto sotto tale cognome. Se la madre è vedova, il figlio ottiene il suo cognome da nubile.