Data di nascita

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Periodo di riferimento

14 maggio 1361

Data della morte

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  Brindisi (BS)

Cosa si sa

In un atto custodito presso l'Archivio Capitolare della Basilica Cattedrale di Brindisi, Biblioteca "A. De Leo", scritto in latino A con caratteri gotici, si riporta della vendita di Ceglie il 14 maggio della XIV Indizione(1), per mille fiorini d'oro equivalenti a 63 carlini d'argento per ciascun fiorino, ovverosia 63.000 carlini d'argento. Fra i testimoni un certo Berardo del Giudice(2).

Il 14 Maggio della quattordicesima Indizione, a Brindisi, il reverendo in Cristo padre e fratello Pino, per divina pietà Arcivescovo di Brindisi e Oria, e il Magnifico signor Francesco di San Severino sono convenuti spontaneamente alla presenza dei sottoscritti testimoni, a ciò specificatamente convocati e richiesti, per stipulare fra lo stesso signor Arcivescovo, venditore, e il nominato signor Francesco, compratore, pubblico contratto di vendita – da tempo fra loro concordato – della proprietà, di ogni diritto, azione, titolo e possesso, ovvero, di qualsivoglia cosa il nominato Arcivescovo aveva e poteva avere a ragione di detta sua Chiesa Maggiore Brindisina – e la medesima Chiesa in virtù di privilegi papali ovvero a qualsiasi altro titolo e diritto – nella terra o meglio nella Contrada di Ceglie, ai seguenti patti, convenzioni e condizioni, ovverosia che il signor Arcivescovo, presente liberamente insieme con la volontà, il consenso e l’autorità del suo Capitolo della predetta sua Chiesa Maggiore Brindisina venda, alieni e consegni a detto signor Francesco per sé e i suoi eredi e successori ogni diritto, azione, proprietà, titolo e possesso, ovvero, qualunque cosa abbia e ha in ragione di detta sua Chiesa Maggiore Brindisina in detta terra di Ceglie con uomini e vassalli, selve, boschi, acque, pascoli, diritti e loro pertinenze, per mille fiorini d’oro, computato ogni fiorino sessantatré carlini d’argento, i quali mille fiorini egli dichiara di aver ricevuto ed avuto da detto signor Francesco per la predetta vendita, che farà con debite e opportune clausole per consiglio dei consulenti dello stesso signor Francesco …[omissis]… Le quali cose predette, tutte e ognuna, convennero e promisero sulla parola e sui sacramenti di avere ferme e [...] osservare e senza dubbio [...] o venire e in largo e sotto [...] di detto signor Arcivescovo sia nelle mani del predetto signor Francesco e l’altro sotto e poniamo il sigillo … e con il sigillo di detto signor Francesco così [...] il signor Arcivescovo [...] del rotondo sotto anche al di sotto [...] dei testimoni che sotto [...] a ciò specialmente convocati e chiamati. E io al di sopra di Francesco di San Severino [...] i predetti patti [...] e di propria mano ho contrassegnato.

Io frate Pino, arcivescovo di Brindisi e Oria
Io (illeggibile)

Io Abate Bartolomeo d’ Afflitto, Canonico Brindisino, testimone.
Io Giudice Giovanni de Magistri sono testimone.
Io Giudice Berardo del Giudice Giorgio de Neri [...]
Io Angelo maestro Goffredi testimone.
Io Nicola maestro di Ottavio di Brindisi.

Rogito
Biblioteca Capitolare della Basilica Cattedrale di Brindisi, Biblioteca "A. De Leo"
Trascrizione dai caratteri gotici curata dal dott. ing. Franco Capponi e Pasquale Elia.
Traduzione dal latino a cura del Prof. Damiano Mevoli,
docente di Storia e Letteratura latina presso l'Università degli Studi di Lecce.

(1) Il documento non riporta l'anno, ma solo XIV Indizione. L'indizione era il modo di indicare l'anno usato prevalentemente dai notai ecclesiastici, come appunto ll notaio Nicolaus Magister de Octavio di Brindisi, che era infatti un frate dell'Ordine dei Predicatori. L'indizione aveva cadenza quindicennale, ossia ogni quindici anni il conteggio ricominciava daccapo. Secondo il computo romano, nel XIV secolo, la XIV indizione corrispondeva agli anni 1301, 1316, 1331, 1346, 1361, 1376 e 1391. Basta infatti aggiungere tre alla data considerata in quel momento e dividere per quindici, il resto che si ottiene è l'indizione. Se non c'è resto l'indizione è XV. Per conoscere l'anno, è quindi necessario sapere in che epoca sono vissute le persone nominate nell'atto. In base a vari studi, Pasquale Elia ha identificato come anno dell'atto il 1361.
(2) Non sappiamo se questo del Giudice sia un de Judicibus di Molfetta o un del Giudice di Amalfi, famiglie distinte e senza significative relazioni genealogiche. Resta il fatto tuttavia che a vendere era frate Pino Giso, nato a Genova, dell'Ordine dei Predicatori (Domenicano), già vescovo di Ventimiglia, trasferito a Brindisi per assumere la carica di Arcivescovo di Brindisi e Oria dal 2 novembre 1352 al 1378, quando morì. Questo legame con Ventimiglia richiede ulteriori investigazioni per verificare di dove fosse originario il del Giudice, testimone dell'atto.