Introduzione

La famiglia

de Judicibus, del Giudice

Non abbiamo attualmente elementi che facciano pensare che la famiglia «de Judicibus» di Trieste sia imparentata con i rami di Ventimiglia o quello pugliese. Tuttavia ci sono buone possibilità che questo ramo sia legato a quello spalatino, al momento isolato dagli altri. Inoltre potrebbero esserci legami con i de Judicibus lombardi e forse con quelli valtellinesi (provenienti dall'isola Comacina).

[N.d.A.] Interessante notare come i de Judicibus spariscano da Trieste, almeno in base alla documentazione che abbiamo, a partire dal 1420, lo stesso anno nel quale Dujam de Judicibus lascia Spalato per recarsi in esilio presso il re d'Ungheria. Il 1420 è una data importante perché corrisponde alla conquista da parte della Serenissima di diversi territori: il Ducato del Friuli, il Margraviato d'Istria e la Dalmazia, appunto. Da qui l'ipotesi che il padre di Dujam possa essere un de Judicibus triestino, anche perché ricerche effettuate in Spalato e Zara hanno mostrato come non esista alcuna documentazione di una famiglia de Judicibus a Spalato nel XIV e XV secolo.

Come sempre riportiamo qui i dati trovati finora in attesa che ulteriori elementi ci permettano di collegare anche questo ramo a quelli già verificati o di confutare chiaramente un suo collegamento con gli altri rami. Fintanto che non avremo dati certi in un senso o nell'altro, continuiamo a raccogliere le tesse di questo mosaico. Il tempo ci dirà se è uno solo o sono molti indipendenti fra loro.

Nota: gran parte delle informazioni sul presunto ramo triestino della famiglia sono state fornite da Lucio Giacomini, che è anche autore dell'interessantissimo sito sulla storia di Trieste al cui interno è riportata una sezione sulle famiglie nobili e notabili di quella città nei secoli dal XIII al XVIII. L'indirizzo del sito è riportato anche nella sitografia.

Legenda

Sigle

Le sigle 2D3, 2D4, DD2, 3D8, 2E 2/7, AA14, 2B, 2D26, cc 7 e 2E3 sono le numerazioni di riferimento dei documenti all'Archivio Diplomatico della Biblioteca Civica di Trieste, curatore il sig. Renzo Arcon.

CAM indica il Libro dei Camerari del Comune di Trieste; la cifra dopo la data intende il quadrimestre in questione. L'anno del comune di Trieste era diviso in 3 quadrimestri, nei quali si rinnovavano le cariche — tranne quella del Podestà, che non poteva mai essere un triestino — che durava 6 mesi; dal 1382 con la dedizione della città all'Austria non esistono più i Podestà, ma i Capitani sempre di nomina imperiale e la durata varia, le altre cariche cittadine sussistono egualmente. Mutazioni naturalmente esistono anche dopo le secolari guerre contro Venezia, perse da Trieste, e la conseguente occupazione momentanea, a cui spesso seguiva la cacciata.

Fonti

Banco del Maleficio: sono libri e libricini, detti vacchette, in cui venivano registrati da un notaio tutti gli atti processuali cittadini, di qualsiasi genere.

Codice Diplomatico Istriano: sono libri in cui sono stati raccolti e trascritti da Pietro Kandler gli antichi documenti che riguardano Trieste e il suo territorio.

Liber Camerari: sono libri a cadenza quadrimestrale che contengono le note spese del comune registrate da un notaio, detto appunto camerario.

Libri dei Vicedomini: sono libri che contengono gli atti notarili trascritti da notai eletti a questo scopo, detti appunto vicedomini.

Vacchette dei Notai Extimatori: sono libricini in cui venivano annotate dai notai addetti allo scopo le varie stime di beni privati che andavano alla vendita o all'incanto a causa di debiti.

Ruoli

Procuratore Generale: .

Giudice Rettore: nonostante la figura del Podestà o chi per lui, la città in verità venne retta da 3 giudici sempre cittadini, eletti dal Consiglio detto la “Quarantia”. Anch'essi duravano in carica 3 mesi, a meno di una rielezione.

Testimone: gli atti sia pubblici che privati redatti davanti ad un notaio, richiedevano sempre almeno 4 testimoni, citati nel documento.

Abbreviazioni

c.: contrada, intesa sia come via o rione interno od esterno alle mura della città.
q.: quondam, ovvero "del fu" (indica chi è il padre).
10.e: decime.

Pronuncia

ç: leggesi z (tz).
x: leggesi s.