Data di nascita

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Periodo di riferimento

1799

Data della morte

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Cosa si sa

In data 20 maggio 1799 alcune persone di Solofra dichiarano che Felice Antonio Garzilli ha fatto varie collette per sostenere le truppe comandate dal Capitano Raffaele Grimaldi di Solofra che in Montoro erano insorte «contro i ribelli della Religione e del Trono. Fra esse c'è un certo don Giovanni Giliberti.

…[omissis]… Si sono costituiti i signori don Giuseppe e Nicola Pandolfelli, don Francesco Garzilli di Vito, don Luigi e Donato Giannattasio, don Michele Garzilli, don Antonsanto Giliberti, don Vincenzo de Santis, don Giovanni Giliberti, il diacono don Luigi Russo e il diacono don Taddeo Garzilli tutti di questo Stato di Solofra, li quali fanno piena e indubitata fede, ed attestano con giuramenti avanti di noi, qualmente a loro ben consta, che a causa dell’insurrezione del convicino Stato di Montoro contro i ribelli della Religione e del Trono, attrovandosi il signor don Nicola Gervasio di detto Regio Stato qui in Solofra in casa del di lui genero don Felice Antonio Garzillo, il medesimo per dimostrare cogli effetti il piacere che nutriva per la sussistenza delle suddette insorgenze in difesa della Real Corona, ed affinché le numerose truppe che la componevano sotto la direzione del Capitano Comandante don Raffaele Grimaldi di detto Regio Stato non si fossero disarmate o desistito avessero dall’incominciata impresa per mancanza di vitto e di danaro per loro mantenimento giornale; perciò lo stesso signor don Nicola si è cooperato con tutte le sue forze, e maniere di poter raccogliere somme in questo suddetto Stato di Solofra per somministrarle alle dette Truppe di Montoro; per cui si è veduto giornalmente e ad ore anche incompatte andare in giro per le case così degli Amministratori di questo pubblico che dei particolari galantuomini benestanti di questo suddetto Stato per poter riunir danaro per il detto bisogno; siccome infatti mercè la sua grande efficacia, e zelo li è riuscito di raccogliere, e conforme neo univa qualche somma la rimetteva per corrieri e per posta scortati da persone armate a detto signor Comandante delle Truppe signor Grimaldi; anzi l’altro ieri verso l’ora di mezzogiorno avendo aumentata anche buona somma col Regio Notaio don Giustiniano Giliberti calarono dette persone in detto Regio Stato di Montoro a portare detto danaro. E questo è tutto si attesta da loro per la verità …[omissis]…. Presenti il giudice a contratti Giuseppe di Donato e i testimoni Francesco Nicola Maffei, Soccorso di Donato e Soccorso Ciccarelli di Solofra.

Archivio Storico di Avellino
Atti Notarili, B 7015, f. 67r


In data 18 giugno 1799 vengono riportate le dichiarazioni di alcuni soldati della Truppa di Solofra, che, al comando del capitano Pasquale Ronca, il giorno 23 giugno attaccò «i ribelli del Trono» nei dintorni di Napoli subendo tra le perdite quella del fratello del Comandante, sacerdote Francesco Ronca, Fra i testimoni c'è anche Giovanni Giliberti.

…[omissis]… In nostra presenza si sono costituiti Pasquale D’Urso, Michele Rosalia, Giuseppe Antonio Guarino, Domenico Di Girolamo, Rocco Esposito, Domenico Ronca, Michele Grimaldi, Vincenzo Antinolfi, Serafino Russo, Pasquale Vicedomini. Michele Forte, Michele Iasimone, Vitantonio Ianuale, Pasquale Ruocco e Carmine Troisi, soldati a massa della Truppa di questo Stato di Solofra in difesa della Maestà del nostro Re (Dio guardi) addetti al comando del signor don Pasquale Ronca Capitano Comandante della medesima, li quali attestano con giuramento avanti di noi come essendosi portati col detto di loro Comandante e di lui fratello sacerdote secolare don Francesco Ronca nell’attorno di Napoli per discacciare i ribelli del Trono, allora di giovedì 13 corrente giugno verso le ore 23 avendo attaccato il fortino situato sotto la fabbrica nuova per comando di un generale inglese essendosi ricusata la resa di quello colle vittuaglie colà delle guardie delle Truppe regaliste fra gli altri vi era il suddetto reverendo detto Francesco fratello del Comandante il quale fra lo strepitoso attacco si distinse nel valore; quando poi furono circa le ore ventiquattro, e mezzo essendosi dato fuoco ad una mina di polvere o artatamente o a caso allo scoppiar di quella vi restarono molti estinti e fra gli altri morti vi perì il cennato quondam don Francesco il quale nella mattina seguente del venerdì fu da essi testificati riconosciuto, e veduto con li di loro propri occhi morto e bruggiato a terra disteso …[omissis]…. Presenti il giudice a contratti Giuseppe di Donato e i testimoni rev. Francesco Saverio Grassi, Giovanni Giliberti e Soccorso Ciccarelli.

Archivio Storico di Avellino
Atti Notarili, B 7015, f. 70v