Introduzione

Introduzione

Come molte famiglie notabili di Genova, i Giudici erano dediti, fra l'altro, al commercio. Questo li ha portati a operare in Oriente in particolare in Crimea, in Grecia e in quella che attualmente è la Turchia. In Grecia li possiamo trovare a Chios, proprio di fronte a Smirne, in Turchia. In Turchia li troviamo appunto a Smirne e a Pera, ovvero in un quartiere dell'odierna Istanbul. Testimonianze riportano di discendenti della famiglia Giudici ancora agli inizi del XX secolo.

Introduzione

Quando parliamo di italo-levantini ci riferiamo ai discendenti di quelle famiglie italiane, soprattutto genovesi, veneziane, ma anche in parte pisane, anconetane, fiorentine e amalfitane, che si trasferirono in Medio Oriente soprattutto per questioni di carattere commerciale, fondando comunità coese in diverse città orientali e in particolare in quella è che è l'odierna Turchia.

Tutto inizia nel 1082, quando Alessio I Comneno diede inizio alla colonizzazione latina di Costantinopoli, concedendo ai Veneziani di possedere un quartiere commerciale nella città, esente da dazi e dal controllo imperiale. Fu la prima di una serie di concessioni alle repubbliche marinare italiane, che avrebbero portato alla creazione di vere e proprie enclavi, spesso in conflitto tra loro. Nel 1118 viene concesso ai mercanti latini un nuovo quartiere con la creazione di un settore commerciale di esclusiva dei Pisani. Dopo Galata, ceduta alla Repubblica di Genova e il quartiere veneziano, era il terzo quartiere latino che sorgeva nella città di Costantinopoli. La comunità più estesa era quuella dei Veneziani, cosa che ben presto iniziò a creare problemi all'imperatore Manuele Comneno che approfittò dell'incendio del quartiere Genovese per accusare e imprigionare oltre diecimila veneziani.

Nel 1204 la città viene saccheggiata dagli eserciti della quarta crociata che conbquistarono la città e la ressero fino al 1261, quando fu riconquistata dai bizantini niceni. Questo fu l'ultimo periodo di dominazione bizantina, finché nel 1453 la città cadde nelle mani dei turchi ottomani guidati da Maometto II il Conquistatore (Mehmet II Fātiḥ), che ne fece la capitale dell'Impero ottomano. Nonostante la conquista da parte ottomana, agli abitanto di Galata fu assicurata la libertà di culto. Nonostante questo provvedimento, molti latini scapparono dalla città per rifugiarsi nella vicina isola di Chio, che era ancora sotto la dominazione genovese1, mentre chi decise di rimanere divenne suddito ottomano.

Un aspetto importante dei rapporti fra i cittadini di orgine latina e l'Impero Ottomano, furono le capitolazioni. Questi erano atti giuridici vincolanti con i quali i Sultani ottomani accordavano agli ex-sudditi degli Stati cristiani diritti e privilegi analoghi a quelli di cui avevano goduto all’epoca dell’Impero bizantino. Dopo la presa di Costantinopoli, prima Genova (!453), poi Venezia(1454) e in seguito Firenze e Ancona, stipularono tali accordi.

Furono i Veneziani a coniare il termine “levantini”, a indicare coloro che si stabilivano in Oriente per commercio, lontano dalla madrepatria, per trarre benefici economici a fronte dei vantaggi derivanti dalle capitolazioni. Inizialmente il termine aveva un'accezione negativa, dato che gli stranieri potevano statre a Costantinopoli al massimo per un anno, dopodiché o se ne andavano, o diventavano sudditi ottomani a tutti gli effetti.

Questi privilegi durarono per secoli. Ancora nel 1839, il sultano Abdülmecid I garantiva a tutti i sudditi dell'Impero Ottomano, senza distinzione di religione e di nazionalità, il rispetto alla loro vita, e al loro patrimonio, …[omissis]… e un modo regolare per determinare il pagamento delle tasse. Questo portò a una vera e propria migrazione dagli Stati cristiani verso l'Impero Ottomano, in cerca di fortuna. In pratica, dalla metà del XIX secolo fino agli inizi del XX abbiamo una crescita delle comunità levantine non solo a Costantinopoli, ma anche in altre città dell'Impero, come Smirne. Si pensa che all'epoca, su poco più di 900mila abitanti, gli Italo-levantini fossero almeno 30mila.

Fra questi c'erano anche i Giudici, si pensa presenti in Medio Oriente fin dal trattato di Ninfeo, nel 1261. Queste famiglie divennero una vera e propria casta, denominata “Magnifica Comunità di Pera”, anche perché il titolo di dragomanno2, loro concesso, era trasmesso di padre in figlio. I quartieri abitati da queste famiglie corrispondono agli odierni quartieri di Beyoğlu e Pangalti.

Tutto ciò ebbe una brusca fine ai primi del XX secolo, quando le spinte nazionalistiche sia in Italia che nell'Impero Ottomano, allontanarono fra loro le due comunità portandole a una rottura definitiva con la guerra di Libia del 1911-12. Quasi tutti gli italiani furono espulsi da Costantinopoli e dall'Impero. Alcuni tuttavia rimasero, prendendo la cittadinanza ottomana; altri tornanrono dopo la fine della guerra, ma la comunità di Pera non fu più la stessa.

Oggi la comunità conta poche migliaia di persone, ma sono poco più di 1500 quelle che possono dirsi discendenti degli antichi coloni delle Repubbliche Marinare.


1 Fra questi c'erano anche dei membri della famiglia Giudici di Genova.
2 Si trattava di un funzionario che faceva da interprete e tramite fra i cristiani e i musulmani. Aveva competenze di linguistica e diplomatiche ed era un ruolo molto ambito nell'IMpero Ottomano.