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Grecia
Chios
OggiChiosChios oggi
FortezzaChiosChora, la fortezza di Chios
StoriaChiosDalle origini ai giorni nostri
Turchia
Pera
OggiPeraPera oggi: Beyoğlu
XV-XIXPeraDal 1453 al 1864

Chios

Chios oggi

Chio, anticamente detta Scio — in greco Χίος, Chios — è un'isola greca delle Cicladi, nell'Egeo orientale, posta tra la Grecia e la Turchia, a sud-est di Atene, di fronte a Smirne, in Turchia. La città principale dell'isola si chiama anch'essa Chios. Amministrativamente è un'unità periferica dell'Egeo Settentrionale, di fronte alla costa turca. La popolazione ammonta a 51.936 abitanti (censimento del 2001), la superficie è di 845 km². Il capoluogo Chíos [Χίος], detta anche Chora o Χόρα, è un importante porto. Altri centri sono Vrondados, Volissòs (Βολισσός), Kardamylla e Oinousses, quest'ultimo situato su di una piccola isola a 5 km di distanza. L'isola è famosa per i suoi paesaggi e il clima mite. Fra le esportazioni primeggia il mastice, seguono olive, fichi e vino.

Panorama di Chios
Panorama di Chios

Le divisioni amministrative in Grecia non sono dotate di stemma o gonfalone come in Italia. Ci sono solo poche eccezioni, come Atene.

Colonia genovese fin dalla seconda metà del XIII secolo, cade due secoli più tardi in potere degli Ottomani, superiori in numero, navi e potenza di fuoco.

Il Porto di Chios
Il Porto di Chios nei secoli XIV e XV

Le due isole greche Chio e Mitilene, altra colonia genovese, conservano la loro cinta muraria, costruita dai Genovesi, i Giustiniani da una parte, i Gattilusio dall'altra. Le iscrizioni commemorative conservate nei musei locali, o ancora sul posto, rammentano l'opera costruttiva dei podestà e dei consoli che fecero di ciascuna di queste colonie d'oltremare delle altre Genova, rispettate e potenti.

Le Isole Cicladi, da una tavola di Jean Denis Barbie du Bocage
Le Isole Cicladi, da una tavola di Jean Denis Barbie du Bocage

Jean Denis Barbie du Bocage
«Recueil de Cartes Geographiques Plans, Vues, et Medailles
de l'Ancienne Grece, Reelatifs au Voyage du Jeune Anacharsis»,
Paris, Chez Sanson et Compagnie, 1791

Oltre alla città di Chios e al suo porto, sull'isola ci sono altri luoghi storici, come il villaggio medievale di Anavatos, ora abbandonato, situato a 16 km da Chios. Creato in epoca bizantina, probabilmente dai lavoratori della Nea Moni di Chios, il villaggio è abbandonato dal massacro di Chios nel 1822 e dal terremoto del 1881.

Il villaggio bizantino di Anavatos a Chios
Il villaggio bizantino di Anavatos a Chios

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Chio (isola) [Internet].
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17 lug 2019, 23:59 UTC [in data 2019 set 20].
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Chios

Chora, la fortezza di Chios

A nord del porto di Chios si trova la fortezza (Kastro) della città (circa 400 x 450 metri), che rivestì un ruolo importante nella storia medievale e moderna dell’isola, sia come centro di vita civile che militare. La struttura bizantina originale (IX–X secolo) fu accorpata alla fortezza genovese, dove si tenevano importanti attività legate al centro amministrativo della Civitas Chii.

Le fasi costruttive riconducibili ad ogni conquista dell’isola dal XIV al XVIII secolo sono ben evidenti ed indicano la grande cura impiegata nella fortificazione dei lati che davano sul versante interno dell’isola. Tuttavia, i bombardamenti del 1828, il terremoto del 1881 e la costruzione del porto hanno ampiamente modificato il suo aspetto originario. Secondo le informazioni ricavate da documenti storici, la fortezza era anche la sede del Castellano, il vescovo latino. Durante l’occupazione ottomana, la fortezza era abitata esclusivamente da Turchi ed Ebrei e dopo la catastrofe dell’Asia Minore (1922) dai rifugiati.

La storia della fortezza

1329Martino Zaccaria (1314-1329) fa rinforzare le mura e costruire il fossato.
1389Un forte terremoto distrugge gran parte delle fortificazioni.
1401-1402Estesi interventi di ricostruzione delle mura vengono intrapresi da Francesco Campi.
1427Altre opere di ricostruzione delle mura vengono condotte sotto la sotto la supervisione di Leonardo d'Andria.
1431-1432Le mura e il porto vengono seriamente danneggiati dai cannoneggiamenti veneziani durante l'infruttuoso assedio.
1440Nicolò Banca fa riparare le mura ed il porto.
1466-1467Un'ampia ristrutturazione della cinta muraria viene intrapresa dall'architetto fiorentino Michelozzo Michelozzi, al fine di adeguare le difese al fuoco dell'artiglieria pesante impiegata dagli ottomani.
1522Bernardo Giustiniani fa nuovamente eseguire lavori di rafforzamento delle mura.
1694-1695Il capitano generale veneziano Antonio Zeno fa eseguire lavori di rafforzamento delle difese, trasformando cinque torri in altrettanti bastioni, uno dei quali porta il suo nome e costruendo la Porta Maggiore. Fa anche abbattere le case costruite esternamente a ridosso delle mura realizzando il largo spiazzo aperto che porta oggi il nome di piazza Vounaki.

La struttura della fortezza

  1. Torrione circolare
  2. Torre con lo stemma dei Giustiniani
  3. Torrione
  4. Torre di Zeno
  5. Porta Maggiore
  6. Palazzo Giustiniani
  7. Moschea Bairakli
  8. Cimitero turco
  9. Kulesi
  10. Krya Vrysi (cisterna)
Mappa della fortezza di Chios
Mappa della fortezza di Chios

Bisanzio
Storia, Arte e Architettura dell'Impero romano d'Oriente.
Lineamenti di storia, arte e architettura degli
stati latini d'Oltremare e dei possedimenti della Serenissima.
https://wwwbisanzioit.blogspot.com

Chios

Dalle origini ai giorni nostri

Chio fu colonizzata dagli ioni, per poi passare ai Persiani, alla Lega di Delo e all'Impero romano. Divenuta parte prima dell'Impero bizantino e poi dell'Impero latino, fu poi ceduta ai Genovesi della Signoria di Chio. Questi ultimi sfruttarono l'isola istituendo la lucrosa Maona di Scio, una associazione di mercanti genovesi che si arricchì soprattutto con la produzione e il commercio del mastice. Nel 1124 l'isola viene concessa ai veneziani che l'abbandonano nel 1173 giudicandone l'occupazione economicamente svantaggiosa.

Fino al 1258 in quest'isola si conservavano le spoglie di Tommaso apostolo, in quell'anno furono portate in Italia a Ortona. L'8 giugno 1363, l'imperatore bizantino Giovanni V Paleologo, conferisce i titoli di Re, Despota e Principe di Chio, ai seguenti nobili patrizi genovesi: Nicolò de Caneto de Lavagna, Giovanni Campi, Francesco Arangio, Nicolò di San Teodoro, Gabriele Adorno (doge di Genova dal 1363 al 1370), Paolo Banca, Tommaso Longo, Andriolo Campi, Raffaello de Forneto, Luchino Negro, Pietro Oliverio e Francesco Garibaldi e Pietro di San Teodoro. Con il conferimento di questi titoli, questi maonesi, avevano il dominio su: Chio, Samo, Enussa, Santa Panagia e Focea.

Il dominio della Repubblica di Genova si concluse nel 1566, dopo un lungo e sanguinoso assedio da parte dell'Impero Ottomano. In quell'anno nell'isola di Chio vi erano 12.000 Greci ortodossi ed oltre 2.600 Genovesi cattolici, ossia un quinto del totale della popolazione era “latino” e si parlava un dialetto coloniale genovese, il Chiotico.

Nel 1681 l'abate di Burgo censisce le antiche famiglie genovesi di Chio. Ecco l'elenco:

Alessi, Argiroffi, Balzarini, Barbarini, Banti, Balli, Baselischi, Bavastrello, Borboni, Bressiani, Brissi, Calamata, Cametti, Caravi, Casanova, Castelli, Compiano, Condostavli, Coressi, Corpi, Damalà, D'Andria, Dapei, De Campi, Della Rocca, De Marchi, De Portu, Devia, Domestici, Doria, Facci, Filippucci, Fornetti, Frandalisti, Galiani, Gambiacco, Garchi, Garetti, Garpa, Giudici, Giustiniani, Giavanini, Graziani, Grimaldi, Leoni, Longhi, Machetti, Macripodi, Mainetti, Maloni, Mamabri, Marcopoli, Marneri, Moscardito, Massimi, Montarussi, Motacotti, Moroni, Ottaviani, Parodi, Pascarini, Pigri, Pisani, Portofino, Pretti, Ralli, Rastelli, Recanelli, Rendi, Reponti, Remoti, Rochi, Rubei, Salvago, Sangallo, Serini, Serra, Soffetti, Spinola, Stella, Testa, Timoni, Tubini, Valaperghi, Vegetti, Velati, Vernati, Viviani.

G.B. de Burgo, Viaggio di cinque anni, pag. 326
G.B. de Burgo, Viaggio di cinque anni, pag. 326

Giovanni Battista de Burgo,
«Viaggio di cinque anni in Asia, Africa, & Europa del Turco»,
Volume I, pagg. 326-327, Nelle Stampe dell'Agnelli, Milano 1686

La plurisecolare dominazione ottomana culminò nella ribellione degli abitanti, che furono brutalmente massacrati nel 1822. Un quarto dei 30 000 abitanti dell'isola fu sterminato, in particolare nel villaggio di Mastichohoria, situato nel sud dell'isola. L'episodio suscitò grande clamore nell'Europa occidentale e venne ricordato dal celebre quadro di Eugène Delacroix conservato al Louvre, dalle opere di Lord Byron e Victor Hugo.

La presenza tradizionale della colonia genovese, sopravvissuta tanti secoli, aveva determinato l'esistenza di una diocesi di Chio, suffraganea dell'arcidiocesi di Nasso, Andro, Tino e Micono ma la comunità cattolica si è ora ridotta a poche decine di unità. Chio divenne greca nel 1912 e successivamente fu occupata dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale, che ne trucidarono gli ebrei. Attualmente gode di un alto tenore di vita, favorito dal fatto che una grossa percentuale della flotta mercantile greca è di proprietà di famiglie di Chio.

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Chio (isola) [Internet].
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17 lug 2019, 23:59 UTC [in data 2019 set 20].
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Pera

Pera oggi: Beyoğlu

Pera è l'antico nome di un quartiere di Beyoğlu, un distretto e un comune soggetto al comune metropolitano di Istanbul, situato nella parte europea della città, affacciato sul Bosforo, a nord del Corno d'Oro. Nel Medioevo, infatti, il quartiere era una colonia e possedimento della Repubblica di Genova ed era conosciuto come Πέρα, ovvero “la parte al di là” in greco, nome che rimase in uso fino a metà XX secolo, ossia fino all'emigrazione della popolazione greca del quartiere.

Il nome turco Beyoğlu deriverebbe, secondo una teoria, da Bey Oğlu, letteralmente figlio del signore. Il titolo si riferirebbe a Lodovico Gritti: nato a Istanbul, Lodovico era figlio illegittimo di Andrea Gritti, il Bailo di Costantinopoli durante il regno del sultano Bayezid II (r. 1481-1512) e doge di Venezia dal 1523. La sede del Baliato Veneziano, dagli inizi del XVI secolo, fu nel quartiere di Beyoğlu, nell'attuale Palazzo Venezia. Ricostruito nel 1781, dal 1923 è sede del Consolato Italiano. Lodovico Gritti contribuì significativamente a migliorare i rapporti tra la Sublime Porta e la Serenissima. La sua casa privata si trovava nei pressi dell'attuale Piazza Taksim.

Il distretto di Beyoğlu ha inglobato altri quartieri a nord del Corno d'Oro tra cui: Galata (la medievale cittadina genovese, oggi conosciuta come Karaköy, nucleo originario del distretto), Tophane, Cihangir, Şişhane, Tepebaşı, Tarlabaşı, Dolapdere e Kasımpaşa. Il distretto è connesso alla città antica dal Ponte Galata, il Ponte di Atatürk e il Ponte del Corno d'Oro.

Panorama di Pera
Panorama di Pera

Pera

Dal 1453 al 1864

Pera è una delle più importanti colonie d'oltremare di Genova. Sorgeva alla periferia di Costantinopoli e resiste agli assalti dei Greci e dei Mongoli. Poi, nel 1453, dopo la caduta di Costantinopoli nelle mani dei turchi, la colonia genovese di Pera dovette sottomettersi ai nuovi conquistatori.

Pianta delle fortificazioni di Pera
Pianta delle fortificazioni di Pera, delineata nel 1864, avanti la loro demolizione, dall'ing.re Maria De Launay, segretario del Consiglio Superiore dei lavori pubblici dell'Impero Ottomano.

Tavola I
“Atti della Società Ligure di Storia Patria”
Volume XIII, Genova MDCCCLXXVII-LXXXIV

Nel cuore di Istanbul, sull'altra sponda del Corno d'Oro, svetta ancora oggi la Torre di Galata che fu il perno della difesa della colonia genovese di Pera nel corso del XIV e XV secolo. Oggi la zona dove sorgeva la città di Pera si chiama Beyoğlu.

Palazzo del Comune in Pera
Palazzo del Comune in Pera, nella via ora detta Percembe-Bazar, all'angolo delle Quattro Strade come fu ricostruito dopo l'incendio del 1315. Da un disegno del barone Romualdo Tecco, già incaricato d'affari e ministro plenipotenziario della Corte di Sardegna presso la Sublime Porta (1847-1856), donato alla Società Ligure dall'illustre e compianto socio Cav. Domenico Promis nel 1860.

Tavola IV
“Atti della Società Ligure di Storia Patria”
Volume XIII, Genova MDCCCLXXVII-LXXXIV