Data di nascita

17 aprile 1913

Periodo di riferimento

1913-1943

Data della morte

2 giugno 1943

Cosa si sa

Armando Del Giudice nasce a La Maddalena (SS) il 17 aprile 1913. Non conosciamo i nomi dei genitori.

Capo di terza classe segnalatore in servizio permanente effettivo, muore sul fronte “Mare Mediterraneo Centrale” il 2 giugno 1943, a seguito dell'affondamento della torpediniera “Castore” da parte dei cacciatorpediniere “Jervis” e “Vasilissa Olga”.

Registri dei Caduti della Regia Marina Italiana
della Seconda Guerra Mondiale,
https://www.associazionedecimaflottigliamas.it

[N.d.A.] Non è certo che Armando faccia parte dei “Del Giudice” campani, essendo nato in Sardegna. In attesa di ulteriori informazioni sui genitori, lo lasciamo comunque in questa sezione assieme agli altri “Del Giudice” morti nella Seconda Guerra Mondiale.

La “Castore”
La “Castore”

Associazione Venus,
Archivio Fotografico Navale Italiano,
https://www.associazione-venus.it

Torpediniera della classe Spica tipo Climene con dislocamento standard 640 tonnellate, in carico normale 970 tonnellate e a pieno carico 1010 tonnellate. In guerra fu attiva dapprima nella scorta al traffico di cabotaggio nelle acque della Libia, poi ai convogli sulle rotte tra l’Italia meridionale e l’Africa Settentrionale e dall’estate 1942 in Egeo, nelle acque della Grecia e sulle rotte che univano Grecia, Cirenaica ed Italia meridionale. Effettuò complessivamente 155 missioni di guerra, di cui oltre cento di scorta convogli, percorrendo 63.000 miglia nautiche.

Alle nove di sera del 31 maggio 1943 la “Castore” salpa da Taranto per scortare a Messina i due piccoli piroscafi Postumia e Vragnizza, carichi di provviste e munizioni. Durante la navigazione, il 1° giugno, il convoglio viene localizzato al largo di Capo Rizzuto da ricognitori britannici, che comunicano l’avvistamento: a mezzogiorno, così, i cacciatorpediniere “Jervis”, britannico, e “Vasilissa Olga”, greco, salpano da Malta per intercettarlo. All’1:45 il convoglio viene illuminato da bengala gettati dall'aereo ricognitore “Vickers Wellington” dotato di radar ASV. A quel punto i due cacciatorpediniere nemici aprono il fuoco da 1830 metri danneggiando gravemente i due mercantili scortati dalla “Castore”, la quale si lancia da sola in un disperato contrattacco, attirando su di sé il fuoco nemico. A causa della maggiore potenza di fuoco delle navi avversarie, intorno alle tre di notte, dopo un’ora e mezzo di furioso combattimento, la “Castore” è ridotta a un relitto in fiamme e crivellato di colpi, ormai prossimo all’affondamento. A quel punto viene dato l’ordine di abbandonare la nave. Alle 3:15 la Castore si rovescia, si spezza in due e affonda nel punto 37°55’ N e 16°04’ E, al largo di Capo Spartivento e a un miglio da Punta Palizzi, con la bandiera ancora al vento. Complessivamente circa un centinaio di uomini, undici dei quali feriti, sopravvono al combattimento, all’affondamento e alla permanenza in mare. Le vittime sono in tutto 79, di cui 6 ufficiali, 10 sottufficiali e 63 tra sottocapi e marinai: 33 salme vengono recuperate dal mare, altri 46 uomini risultano dispersi.

Con la pelle appesa a un chiodo,
http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/