Data di nascita

15 Ottobre 1921

Periodo di riferimento

1921-2014

Data della morte

13 febbraio 2014
  Taranto (TA)
  Taranto/Lecce
  DSJ 2

Cosa si sa

Giuseppe de Judicibus nasce a Taranto (TA) il 15 Ottobre 1921 da Eugenio Scipione e Giuseppina. Stimato avvocato penalista, cassazionista del Foro di Lecce, sposa il 28 Febbraio 1949, a Pompei, Luigia Cappello, di Lecce (❀1922-2019✟). La coppia ha una figlia:

  • Maria Gabriella (❀1955-vivente).

Muore il 13 febbraio 2014. Sulla sua tomba è impresso l'epitaffio da lui stesso voluto:

Honeste vivere, neminem laedere, suum cuique tribuere.

che racchiude contemporaneamente il concetto di “diritto” e i valori ai quali ha improntato la sua esistenza. In sua memoria, ogni anno, in occasione della cerimonia di consegna delle toghe d’oro e dei premi d’eccellenza, nella sede del Tribunale del Foro di Lecce, viene consegnata la borsa di studio “Giuseppe de Judicibus” al più giovane e alla più giovane dei nuovi penalisti.

Dai ricordi di
Maria Gabriella de Judicibus

Biografia

Tarantino di nascita ma leccese d’adozione, come lui stesso ama definirsi, Giuseppe ha modo di soggiornare per lunghi periodi nel capoluogo salentino fin dall’infanzia, in seguito al trasferimento del padre, Eugenio, all'epoca Capitano del Regio Esercito Italiano. Frequenta con successo il Liceo Classico dove incontra la sua futura consorte, Luigia Cappello che sposa subito dopo la guerra e con la quale convive, a Lecce, fino alla fine dei suoi giorni, eleggendo definitivamente questa città come luogo ove esercitare la propria professione e far crescere la propria unica figlia, Maria Gabriella.

Laureatosi brillantemente in Giurisprudenza, a Bari, discepolo prediletto del Prof. Aldo Moro, suo Relatore nella discussione della tesi in diritto penale «Antigiuridicità del Tentativo», alla carriera universitaria che, pure, gli si offre come consona alle sue non comuni doti speculative e umanistiche applicate alla ricerca e all’esercizio del Diritto, preferisce abbracciare la professione per la quale, fin dal primo anno d’università, si era speso: l’avvocatura penale. Giuseppe vede infatti in essa il senso più profondo dell’espressione ad vocatum, schierandosi dalla parte del diritto degli oppressi, delle vittime di situazioni sociali spesso disumane, principali corree dei più orrendi delitti.

È proprio durante una delle sue più famose arringhe, perorando la causa di una uxoricida dai giornali indicata come “la belva di Martina Franca”, che il giovane e brillante avvocato impegnato in una requisitoria appassionata e stringente, viene notato da uno dei più stimati e celebri principi del Foro dell’epoca: Oronzo Massari, che subito dopo il successo di quel processo, invita Giuseppe de Judicibus ad affiancarlo, entrando a far parte del suo studio legale.

Cassazionista prestigioso, splendido oratore, giurista consapevole e lungimirante, Giuseppe de Judicibus è stato anche giornalista, poeta e scrittore teatrale. “Se ne è andato dolcemente, quando era ormai troppo stanco per continuare a vivere” ricorda la figlia, Maria Gabriella.

Dalle memorie di
Maria Gabriella de Judicibus

Opere

Copertina de «I Colori», di Giuseppe de Judicibus
Copertina
Giuseppe de Judicibus
«I Colori»
pagg. 1xx, Lecce 1993
Edizioni del Grifo

I Colori

«I Colori» è un atto unico ispirato ad Ibsen. Ogni personaggio rappresenta un colore che è quello dominante della sua anima: c'è l'uomo “economicus”, il giallo; la donna passionale, il rosso; e così via, e poi c'è il protagonista, Eugenio Del Vero, che è un poeta e rappresenta il bianco, ovvero la somma di tutti i colori e le sfumature dell'animo umano.

Copertina de «La Forza della Parola», di Giuseppe de Judicibus
Copertina
Giuseppe de Judicibus
«La Forza della Parola»
pagg. 165, Lecce 1995
Edizioni del Grifo

La Forza della Parola

Nel volume «La Forza della Parola», edito nel 1995, in cui la pietas latina si trasforma in rigore giusnaturalistico, Giuseppe raccoglie alcune tra le sue più interessanti arringhe, accanto alle testimonianze di stima ed affetto di colleghi e uomini di cultura dell’epoca e a splendide poesie che racchiudono ed esprimono, nella modalità propria ed unica del verso, l’intensità del Suo pensiero, profondo, lucido, improntato a quella pietas latina che costituisce il valore più profondo della nostra civiltà, senza la quale il diritto diventa spietata e barbarica vendetta o si riduce a meccanico e cinico calcolo.

La poesia a Dario

Dopo la morte del cugino Dario de Judicibus, precipitato con l'aereo che stava pilotando il 26 luglio 1956, Giuseppe gli dedica una poesia, ritrovata recentemente dalla figlia, Maria Gabriella.

A Dario de Judicibus

Svettasti
l’altissimo ideale artigliando
arditamente;
non ti sorressero penne malfide,
pur ti spinse l’irresistibile cuore
oltre i confini dell’impossibile.
Biancheggiarono, in alto, l’ali.
Scendesti, irridendo, precipite
sugli uomini in sudore
sulla terra arsicciata.
Or le aquile in cielo
fan corona ai tuoi sogni vissuti
e tu, nero aquilotto
del gran regno sovrano
sfrecci, inesausta cometa.

Il cugino germano
Giuseppe de Judicibus

Cosa si sa

Luigia Cappello nasce a Lecce, il 22 Giugno 1922 da Andrea Cappello e Lucia Mastrogiovanni. Poetessa e cultrice di Lettere Classiche, pubblica «La svolta» con la casa editrice Adriatica Editrice Salentina di Lecce nel 1976. Muore il 9 Novembre 2018.

Archivio del Comune di Bagnolo del Salento,
Gen. 3 E. 013

Mia madre è sempre stata lucida, attenta, studiosa e un vero pilastro per tutti noi, fino alla fine. È andata via dopo aver stretto la manina del suo primo e unico pronipotino, Giulio, figlio di Fabiola e nato, come lei, a giugno. Ha detto semplicemente “Io vado” e si è addormentata per sempre.

Dalle memorie di
Maria Gabriella de Judicibus