Data di nascita

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Periodo di riferimento

1417

Data della morte

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Cosa si sa

Monte de Judicibus è nominato negli «Annali Tergestini» del 1417 in qualità di Giudice Rettore1.

27 luglio 1417 - Sono giudici rettori Monte de Judicibus, Nicolò de Adam e Pietro de Bonomo.

Annali Tergestini,
Libri dei Vicedomini n.29

1 Alcune delle informazioni riportate in questa scheda sono state ricavate dal sito Triestestoria.Altervista, all'indirizzo http://triestestoria.altervista.org.


1417, ottobre 20. Indizione X. Trieste. In sacrestia Cathedralis ecclesie. Monte de Judicibus, commissario testamentario di Giacomo del fu Cristoforo de Sabogna, consegna al Capitolo i beni stabili, ereditati dal fratello Barnaba erede del detto Giacomo, quale dote dell’altare di San Giovanni Battista nella chiesa presso il duomo, e ciò perché il citato Barnaba moriva prima di aver raggiunto l’età di 25 anni, e inoltre il testamento del 16 gennaio 1413 (come dagli atti del notaio Andrea Ravizza) così lo esigeva; in caso contrario ordinava di passare l’eredità come dote ad una persona indigente. Accettata l’offerta da parte dei Canonici, questi si obbligano di far celebrare in perpetuo due messe alla settimana.
Notaio Angeleto del fu Lance de Spagnolis di Bologna; sottoscrivono i vicedomini Nicolò de Petachiis e Giusto Pacis.

Franca Tissi,
«Le Pergamene dell’Archivio Capitolare di San Giusto Martire di Trieste»,
Trieste 2015,
pag. 259

1417, ottobre 20. Indizione X. Trieste. In sacrestia Cathedralis ecclesie. I Canonici-canipari, con il consenso degli altri Canonici, danno in affitto perpetuo a Monte de Judicibus e suoi eredi i beni stabili del fu ser Giacomo de Sabogna passati in seguito alla morte di Barnaba, fratello di Giacomo, quale dote dell’altare di San Giovanni Battista nella chiesa presso il duomo. Ser Monte si obbliga di tenere i fondi ben coltivati e di versare annualmente, il 29 settembre, lire 20 di piccoli al Capitolo.
Notaio Angeleto del fu Lance de Spagnolis di Bologna; sottoscrivono i vicedomini Argentino de Argento e Nicolò de Petachiis.

Ibidem, pag. 260