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Data di nascita 𝒸𝒶.1537 |
Periodo di riferimento 1537-1590 |
Data della morte 𝒸𝒶.1590 |
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Cosa si sa
Pietro Giudici nasce a Giornico (CH-TI) intorno al 1537 da Giacomo e Regentia. Non conosciamo il cognome proprio della madre. Uno di cinque figli: Pietro, Cipriano, Leandro, Heini e Barbara. Intraprende la carriera di notaio. Sposa Dorothea Planzer, nata a Uri. La coppia ha avuto almeno una figlia ma non sembra abbia avuto discendenza maschile:
- Catherina (❀156?-16??✟).
Diventa landscriba di Valle, quindi, nel 1575, alfiere delle milizie leventinesi e preposto all'arsenale confederato di Giornico. Nel 1586, ottiene il grado di capitano e il comando delle milizie di Valle.
Non conosciamo il luogo e la data della morte ma è possibile sia morto nella battaglia di Ivry, nel marzo 1590.
Fonti
Il maggiore, Pietro, nato attorno al 1537, sposò Dorothea Planzer di Uri, appartenente a una ricca famiglia di contadini di cui vari membri furono membri del consiglio e balivi. Si formò quale notaio e fece probabilmente pratica notarile a Bellinzona presso il notaio Gian Pietro Magoria, per il quale non solo funse da pronotaio ma nella cui casa risiedeva nel 1561. Diventato landscriba di Valle, era quindi in stretta relazione con i Confederati. Nel frattempo, acquisita qualche esperienza militare nelle bande mercenarie confederate che scorrazzavano al servizio di vari sovrani, Pietro raggiunse, al più tardi nel 1575, il grado di alfiere delle milizie leventinesi. Nel frattempo era anche diventato preposto all'arsenale confederato di Giornico. Qualche anno dopo, nel 1586, raggiunse il grado di capitano, ottenendo quindi il comando delle milizie di Valle. Molto legato al Canton Uri, dovette per forza prendere partito nella forte contesa che opponeva il partito favorevole alla Spagna a quello franco-filo. Mentre la Francia era infiammata dalle guerre di religione, Pietro Giudici scelse il partito della Spagna e del Papa, guadagnandosi, una discreta pensione annua di 50 scudi, pari a un decimo del totale distribuito in valle.
Grazie alle sue ottime relazioni con il partito filo-spagnolo di Uri, riuscì a ottenere, assieme a Aurelio della Croce, il figlio dell'ambasciatore spagnolo, una compagnia di mercenari nel reggimento comandato dal colonnello urano Sebastian Tanner, lo stesso che investì denaro nei traffici di Giacomo Giudici, parente di Pietro. Questo fatto dimostra, da una parte che era in ottime relazioni con della Croce e dall'altra che frequentò, durante i lunghi mesi di campagna militare, il fior fiore del ceto dirigente urano: oltre al colonnello Tanner, erano capitani nello stesso reggimento Sebastian von Beroldingen, Heinrich Troger (il figlio del landamano), Hans Scherrer, già balivo della Valle Leventina, Andreas Zwyer, Heinrich Madran e altri ancora. Pagati, almeno in teoria dalla Spagna e dal Papa, i soldati del reggimento parteciparono alla tragica campagna militare che si protrasse fino alla disfatta di Ivry, nel mese di marzo 1590. Molti soldati non tornarono dalla Francia, come ad esempio Maino Pellanda di Biasca, cugino del capitano Giudici e tenente della compagnia, caduto nei primi mesi del 1590. In questo periodo non si hanno più notizie di Pietro Giudici, forse anch'egli morto in Francia. Non sembra aver avuto figli.
Leonardo Broillet,
«A Cavallo delle Alpi»,
FrancoAngeli, 2014,
pagg. 325-326.
Archivio Patriziale di Giornico,
perg. 145, Bellinzona, 31 maggio 1561.
perg. 151, 8 giugno 1582 (notaio e banderale).
Archivio Patriziale di Sobrio,
perg. 16 , 15 maggio 1565 (notaio).
Archivio Patriziale di Dalpe,
perg. 70, 13 luglio 1569 (scriba).
Archivio Patriziale di Quinto,
perg. 89, 6 novembre 1575 (alfiere).
perg. 97, 7 giugno 1586 (capitano e delegato).
Archivio di Stato di Milano,
Notarile,
Francesco Pusterla, filza 16692, 13 marzo 1591.
Archivio Storico Diocesiano di Milano,
Tre Valli, vol. 59, pp. 357-359,
Stato d'anime di Giornico, 1564.