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Data di nascita 𝒸𝒶.1543 |
Periodo di riferimento 1543-1617 |
Data della morte 𝓅.1617 |
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Cosa si sa
Cipriano Giudici nasce a Giornico (CH-TI) intorno al 1537 da Giacomo e Regentia. Non conosciamo il cognome proprio della madre. Uno di cinque figli: Pietro, Cipriano, Leandro, Heini e Barbara. Intraprende la carriera di mercante di legname, caratteristica della sua famiglia, ma non solo: commercia in bestiame e vino. Si sposa. Non conosciamo il nome della moglie. La coppia ha avuto almeno un figlio:
- Giacomo (❀15??-1624✟).
Nel 1615 diventa uno dei quattro giurati di Leventina.
Non conosciamo il luogo e la data della morte, comunque successiva al 1617.
Fonti
Cipriano, il fratello di Pietro nato attorno al 1543, non è mai documentato né quale notaio né quale militare, avendo scelto la professione di mercante. Benché siamo a conoscenza di pochissime notizie sulle sue attività nel corso del tardo Cinquecento, siamo ben informati sui notevoli traffici che svolgeva nei primissimi anni del secolo XVII. Non era un piccolo bottegaio bensì un mercante a largo raggio, abituato a frequentare Milano, il Monferrato e perfino i territori veneziani. Vi acquistava merci che poi rivendeva forse parzialmente in valle, ma senza dubbio anche oltre le Alpi: infatti, nel 1601, giunto a Milano per vendere bestiame, fu autorizzato a transitare dallo Stato di Milano con 600 brente di vino, di cui 400 provenienti dal MonfeITato e 200 dalla Repubblica di Venezia. Si tratta di una grande quantità di vino, sicuramente destinata al mercato del Nord delle Alpi. Alcuni anni dopo fu invece per ben due volte autorizzato ad acquistare a Valenza, una cittadina non lontana da Alessandria, 100 brente di vino.
Cipriano investì anche somme notevoli di denaro nel commercio del bestiame. Lo incontriamo, infatti, nel novembre 1601 a Milano, in compagnia di suo figlio Giacomo e di Jakob Brügger di Weggis nel Cantone di Lucerna. In società con Peter Brügger, padre di Jakob, Cipriano condusse 38 mucche e un toro venduti a Milano a Carlo Casati e 48 mucche poi acquistate da Tommaso Marinoni di Sant'Angelo Lodigiano. Contemporaneamente, Cipriano vendette ancora 50 vacche e un toro, del bestiame non condiviso con Brügger, a due mercanti di Sant'Angelo Lodigiano, Ottavio Cornellus e Gian Maria Marinoni detto Morelli. Questo bestiame esportato dalla Svizzera centrale era destinato al mercato di Sant'Angelo, il più famoso mercato di bestiame lombardo, per raggiungere poi le numerose mandrie impiegate nell'intenso allevamento bovino della Bassa pianura lombarda. La visita di Cipriano a Milano non era di sicuro la prima, poiché incaricò il figlio Giacomo e Giulio Cesare Marliani di riscuotere, a nome suo, imprecisati crediti a Milano, risultanti da forniture precedenti. Tali notevoli traffici di bestiame e di legname portarono Cipriano Giudici a essere creditore di centinaia di ducatoni, somme difficili da incassare. Infatti, due anni dopo, Cipriano e Pietro Briigger furono costretti a richiedere appoggi per ricuperare una parte mai versata dei loro crediti. Dovettero delegare agenti a Milano, facendosi redigere atti ufficiali sia da Renward Cysat, il famoso cancelliere di Lucerna, sia da Hieronymus Muheim, landscriba di Uri. Nel mese di dicembre 1603, Cipriano e Brügger si trovavano perfino in casa del landamano e colonnello Sebastian von Beroldingen a discutere di quest'affare, indizio, forse, di un suo interesse personale — probabilmente fornì a suo tempo bestiame o denaro ai due mercanti — nella riscossione di tali crediti.
Cipriano era anche molto attivo nel commercio e nella trasformazione del legname poiché riforniva in legname da opera, in borre e in tavolame diverse ditte milanesi, i Baciocchi di Milano e Locarno e i Bacini-Asconini, originari di Ascona. Ancora nel 1616-1617, Cipriano fu multato a Locarno, poiché i suoi legnami avevano rovinato la barca di un barcaiolo di Minusio. A quanto pare, fece ricorso e fu liberato dal pagamento della multa ammontante a 30 scudi. Nei primi anni del Seicento, la sua presenza e quella di suo figlio Giacomo è regolarmente documentata a Milano dove fornivano merci e riscuotevano crediti a nome del padre.
Nel 1615, Cipriano era ancora attivo nella vita politica del1a sua valle poiché era allora uno dei quattro giurati di Leventina.
…[omissis]… Nel 1604 (Heini) ne levò 50 some a Gattinara, nel 1605 60 a Valenza e ad inizio 1606 si recò ancora ad acquistare vino a Valenza con suo fratello Cipriano. …[omissis]…
Non pochi ragazzi del ramo leventinese del casato ebbero la fortuna di poter studiare a Lucerna, presso il Collegio dei Gesuiti, durante il Seicento, dove impararono la lingua tedesca. Alcuni ebbero anche importanti funzioni nel corso del secolo, quale, ad esempio Cipriano, capitano generale delle milizie leventinesi a metà Seicento e suo fratello Enrico, prevosto di San Pietro a Biasca.
Leonardo Broillet,
«A Cavallo delle Alpi»,
FrancoAngeli, 2014,
pagg. 326-329.
In certi casi, Antonio …[omissis]… si muoveva nello stesso ambiente di Cipriano Giudici, suo parente, e di suo cognato il cavalier Gian Battista Pellanda. …[omissis]… Ad agosto 1604, Antonio era di ritorno a Milano, poiché lo incontriamo quale testimone di alcuni contratti che coinvolsero Giacomo Giudici, il figlio di Cipriano, e alcuni membri delle famiglie Baciocchi e Bacini-Asconini. Gli capitò anche di recarsi a Milano in compagnia del cugino Cipriano, ad esempio il 23 dicembre 1605, quando essi richiesero contemporaneamente di poter esportare 100 brente di vino ciascuno da Valenza.
Ibidem,
pag. 332.
Archivio Patriziale di Giornico,
perg. 155, copia del 10 giugno 1633 di un documento del 29 agosto 1615.
Archivio di Stato di Milano,
Cancelleria dello Stato, Registri cancellerie,
serie 21, vol. 25, f. 48, Milano, 31 novembre 1601.
serie 21, vol. 25, f. 214, Milano, 23 dicembre 1605 (100 bente).
Potenze Estere PA,
cart. 142 , febbraio 1606.
Notarile,
Paolo Solari, filza 13291, 10 novembre 1601.
Paolo Solari, filza 13291, 23 novembre 1601.
Gian Stefano Clerici, filza 17485, 24 novembre 1601.
Gian Francesco Clerici, filza 24005, n. 511, 10 aprile 1604.
Gian Francesco Clerici, filza 24005, n. 540, 22 giugno 1604.