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Data di nascita 𝒶.1560 |
Periodo di riferimento 1560-1605 |
Data della morte 𝓅.1605 |
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Cosa si sa
Antonio Giudici nasce a Giornico (CH-TI) nella prima metà del XVI secolo da Maino e Caterina Bullo. Uno di cinque figli: Giacomo, Giovanni, Barbara, Mainino e Antonio. Si trasferisce col padre ad Altdorf dove si occupa di commercio come il resto della famiglia, esportando legname, bestiame e formaggio, e importando cereali e vino. Sposa in prime nozze Dorothea von Mentlen, figlia di Friedli. La coppia ha avuto i seguenti figli:
- Adrian (𝒸𝒶.1606),
- Barbara (❀15??-16??✟),
- Dorothea (❀15??-16??✟),
- Bernhard (❀15??-16??✟).
Sposa in seconde nozze Margaretha Zelger, figlia di Wolfgang. La coppia ha avuto i seguenti figli:
- Wolfgang (❀15??-16??✟),
- Franz (𝒸𝒶.1606).
Nel 1575 è segretario e agente di Pietro a Pro. Dal 1569 al 1572 viene nominato amministratore di una rendita della parrocchia del capoluogo urano e amministratore della parrocchia dal 1582 al 1584. Entra nella confraternita degli zum Alten Grysen di Altdorf.
Non conosciamo il luogo e la data della morte.
[N.d.A.] I figli di Antonio e la loro discendenza, adottano la versione tedesca del cognome, Tschudi.
Fonti
Antonio, il figlio maggiore di Maino, cresciuto in Valle Leventina, si trasferì col padre ad Altdorf. Egli va forse identificato con quell'Antonio Giudici che, nel 1575 era servitore di Pietro a Pro, uno dei maggiori uomini di stato urani dell'epoca. Più che servo, era probabilmente segretario e agente dell'a Pro, avendolo accompagnato in un viaggio nei baliaggi ticinesi. Antonio fu poi, tra fine Cinquecento e i primi anni del Seicento, uno dei maggiori mercanti locali impegnati nel commercio sulla via del San Gottardo. Già in gioventù, Antonio fu mandato a Milano dalla comunità della Valle Leventina ad acquistare cereali. Più tardi gestì complesse e intense attività commerciali da Altdorf sull'asse Milano-Lucerna.
Antonio Giudici frequentava regolarmente la piazza commerciale di Locarno, dove prestò denaro ad alcuni mercanti di legname: era allora in relazione con due imprenditori di peso, il fiscale Carlo Marcacci di Locarno e suo cognato, il capitano-generale e landscriba Gian Angelo Franzoni. La sua presenza è anche documentata in altri porti del Lago Maggiore, tra i quali è identificato solo il Borgo di Cannobio. Vi acquistava, anche per il tramite del suo agente bellinzonese Maino Molo, cereali da importare nella Svizzera interna.
In certi casi, Antonio si recava fino a Milano per vendere bestiame e, forse, anche formaggio, e per rifornirsi di cereali e vino da importare nel territorio confederato. A Milano, si muoveva nello stesso ambiente di Cipriano Giudici, suo parente, e di suo cognato il cavalier Gian Battista Pellanda. Antonio, oltre a frequentare gli stessi notai, Gian Stefano e Gian Francesco Clerici, padre e figlio, si valeva anche di un agente di origine bellinzonese, Teodoro Borgo: il 21 marzo 1604, Antonio gli fece rogare da Gian Francesco Clerici una procura in suo favore.
Ad agosto 1604, Antonio, era di ritorno a Milano, poiché lo incontriamo quale testimone di alcuni contratti che coinvolsero Giacomo Giudici, il figlio di Cipriano, e alcuni membri delle famiglie Baciocchi e Bacini-Asconini. Gli capitò anche di recarsi a Milano in compagnia del cugino Cipriano, ad esempio il 23 dicembre 1605, quando essi richiesero contemporaneamente di poter esportare 100 brente di vino ciascuno da Valenza.
…[omissis]…
Inseritosi perfettamente nella sua nuova patria, Altdorf, Antonio fu perfino nominato amministratore di una rendita della parrocchia del capoluogo urano dal 1569 al 1572 e amministratore della parrocchia nel 1582-1584. I suoi due matrimoni, utilissimi alla sua integrazione, furono accuratamente organizzati: in prime nozze sposò Dorothea von Mentlen, figlia dell'albergatore e consigliere urano Friedli. Anch'essi d'origine lombarda ma integrati da lungo tempo nel ceto benestante urano, i von Mentlen facilitarono indubbiamente l'integrazione dei Giudici nella buona società di Altdorf …[omissis]…. Sia Friedli, il suocero di Antonio, sia Bernhard, il cognato, erano membri della confraternita degli zum Alten Grysen di Altdorf, struttura molto se lettiva che radunava gli esponenti urani. In tal modo anche i Giudici riuscirono a farsi ammettere nell'attraente corporazione. Per via della sua seconda sposa, Margaretha Zelger, Antonio consolidò in un secondo tempo le proprie relazioni con il Canton Nidvaldo, diventando genero di Wolfgang Zelger, già balivo di Bellinzona e primo cittadino del suo Cantone. Non solo potenti, gli Zelger erano anche possidenti e allevatori che da generazioni frequentavano il crinale meridionale delle Alpi. Non dubitiamo che Antonio, con tale unione, riuscì a inserirsi nell'ambiente dei grossi allevatori di Nidvaldo, così da poter incrementare l'acquisto di bestiame da esportare a sud.
Leonardo Broillet,
«A Cavallo delle Alpi»,
FrancoAngeli, 2014,
pagg. 331-333.
Archivio di Stato di Milano,
Potenze Estere PA,
cart. 141, Leventina, 24 giugno 1560.
Notarile,
Gian Francesco Clerici, filza 24005, n. 556, 20 agosto 1604.
Gian Francesco Clerici, filza 24005, n. 557, 21 agosto 1604.
Gian Francesco Clerici, filza 24004, n. 364, 21 marzo 1604.
Gian Francesco Clerici, filza 24005, n. 521, 7 maggio 1604.
Gian Stefano Clerici, filza 17482, 5 gennaio 1599.
Cancelleria dello Stato,
Registri cancellerie,
serie 21, vol. 25, f. 214, Milano, 23 dicembre 1605.
Archivio di Stato del Canton Ticino,
Archivio Comunale di Bellinzona,
cart. AV, 1591/4, 8 dicembre 1591.
Archivio Comunale di Locarno,
AA, cart. 30, Locarno, 4 febbraio 1588.