Data di nascita

?

Periodo di riferimento

1292-1298

Data della morte

?

Cosa si sa

Nicola del Giudice nasce probabilmente nell'Irpinia occidentale nel XIII secolo. Non conosciamo i nomi dei genitori. Sappiamo solo che esercita come giudice a Marigliano (NA).

Non conosciamo il luogo e la data della morte.

Documenti

Qui di seguito è riportata una serie di documenti riguardanti il personaggio in oggetto.

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1292 ASu alcune disposizioni testamentarie10 dicembre 1292
1296 ASu una lettera del principe di Taranto29 febbraio 1296
1298 ASulla confisca di alcuni beni12 luglio 1298

Su alcune disposizioni testamentarie

10 dicembre 1292

2532.

1292, dicembre 10, ind. VI, Marigliano («apud Marelianum») - Carlo II re a. 8

Gualtiero de Enrico, pubbl. not. di Marigliano
Nicola del Giudice, giudice di Marigliano

Orlando Manescalco (e «Menescalco»), di Marigliano, con suo testamento ordina che il suo corpo venga seppellito a M.V., e lascia al monastero le sue case, con corte e orto contiguo, site in Marigliano, e le sue case o taverna davanti alla porta di Marigliano, stabilendo che nelle suddette sue case venga edificata una chiesa e Ospedale per quattro poveri, con letti, coperte, ecc., istituendo esecutore testamentario l'ab. di M.V., al quale lascia inoltre tutte le terre che possiede nel casale di Faibano e Marigliano (beni che però non vengono ulteriormente specificati) (LIII, 4).

Giovanni Mongelli,
«Regesto delle Pergamene - Abbazia di Montevergine»,
Vol. 3, 1250-1299,
Roma, 1957,
pag. 165.

Su una lettera del principe di Taranto

29 febbraio 1296

2574.

1296 («1295»), febbraio, ultimo giorno, ind. IX, Marigliano («apud Marelianum») - Carlo II re a. 12

Carlo, pubbl. not. di Marigliano
Nicola del Giudice, giudice di Marigliano

Si riporta una lettera di Filippo, principe di Taranto, data da Napoli il 20 gennaio della ind. IX, ottenuta dal monastero di M.V., e diretta al giudice Cesareo d'Acerra («de Acerris»), suo Vicario Generale in Acerra, Marigliano, ecc., contenente l'ordine di informarsi riguardo al legato lasciato al monastero di M.V. da Orlando Menescalco e, risultando vero l'esposto presentato dal monastero M.V., ponesse questo in possesso dei beni lasciati con quel legato, dal quale possesso veniva impedito dal conte d'Acerra. Ora, constatatasi la verità con le debite prove di scritture, testimoni, ecc., il monastero di M.V. veniva posto in possesso dei seguenti beni, che furono del suddetto Orlando, e cioè: una casa con corte e orto in Marigliano; una taverna davanti alla Porta di Marigliano; sette pezzi di terra nelle pertinenze di Faibano: il 1° determinato solo dai suoi confini, il 2°, 3° e 4° nel luogo detto Vescovato («ad Episcopium»), il 5°, il 6° e il 7° nel luogo detto Calcarula (LIII, 7).

Giovanni Mongelli,
«Regesto delle Pergamene - Abbazia di Montevergine»,
Vol. 3, 1250-1299,
Roma, 1957,
pag. 179.

Sulla confisca di alcuni beni

12 luglio 1298

2609.

1298, luglio 12, ind. XI - Carlo II re a. 14 («13»)

Gualtiero de Enrico, pubbl. not. di Marigliano
Mareliano Barbarolo, giudice di Marigliano

Il giudice Nicola del Giudice e il giudice Giovanni di don Guglielmo, di Marigliano, in forza di lettera ricevuta dal signor Pietro Braher, regio giustiziere di Terra di Lavoro e del contado del Molise, e spedita dietro richiesta dell'ab. di M.V., contro Aversano Calenda, la moglie di costui Florisinda e la madre di costei Salincuntra, di Marigliano, procedono alla vendita di una parte dei loro beni, da applcarsi per pena a favore del regio fisco; e pongono il monastero di M.V. nel possesso dei seguenti beni, donati al monastero da Solimia, moglie di Giovanni di Somma, oblato di M.V., e cioè: una terra piantata a nocelleto e con arbusto, nelle pertinenze di Marigliano, nel luogo detto Ceruleo; una terra con nocelleto e arbusto nelle stesse pertinenze di Marigliano, nel luogo detto La Pita; una terra nel o detto Arbusta («a la arbusta»); una terra arbustata nello stesso luogo; una casa con corte, orto, forno, palmento, ecc., nel casale di Tricenta, nelle pertinenze di Marigliano: beni che furono consegnati al monastero fintanto che gli antichi padroni, condannati in contumacia, non si fossero presentati a difendere i loro diritti (LIII, 8).

Giovanni Mongelli,
«Regesto delle Pergamene - Abbazia di Montevergine»,
Vol. 3, 1250-1299,
Roma, 1957,
pagg. 190-191.