Data di nascita

𝒸𝒶.1560

Periodo di riferimento

1560-1627

Data della morte

𝓅.1627
  DNP 1
   Genova (GE)

Cosa si sa

Laura Giudice, o Laora, nasce a Genova (GE) verso il 1560 da Nicolò e Maria Montenegro. Una di undici figli: Dionisia, Maddalena, Pietro Batta, BNR & Paola Emilia BNR o Emilia 495 & Ottavia 495 & Paolo, Gio Batta, Marc’Antonio, Laora o Laura, Geronima e Vittoria BNR 495. Sposa Silvestro Invrea, nato a Genova nel 1530 da Bernardo e Maria Giustiniani Longhi. Laura va ad abitare nel palazzo di famiglia del marito, al numero 10 di via del Campo, a Genova. La coppia ha avuto i seguenti figli:

  • Mario Invrea (𝒸𝒶.1595), BNR
  • Ippolito Invrea (𝒸𝒶.1595-1601✟), BNR 495
  • Marcello Invrea (𝒸𝒶.1595-1601✟), BNR
  • Tommasina Invrea (𝒸𝒶.1595), BNR
  • Leandro Invrea (𝒸𝒶.1595), BNR
  • Settimia Invrea (𝒸𝒶.1595-1603), BNR
  • Lepido Invrea (𝒸𝒶.1603-1638✟), BNR
  • Clelia Invrea (𝒸𝒶.1603). BNR

Mto Rdo Prete Natale Battilana,
«Genealogie delle Famiglie Nobili di Genova»,
Genova, Tipografia Fratelli Pagano, 1825,
Famiglia Invrea, tavola 4.

Fa testamento il 12 giugno 1584. Non conosciamo il luogo e la data della morte, ma sappiamo che nel 1627 era ancora viva. Il marito, che fu l'86º doge della Repubblica di Genova, era morto il 17 marzo 1607, poco prima dell'incoronazione.

[N.d.A.] Laura era sicuramente una persona importante. Oltre a essere spesso citata con l'appellativo di “magnifica”, viene riportata negli atti col cognome da nubile, sebbene vedova, a indicare quanto fosse ancora rilevante il cognome Giudice a Genova nel XVI e XVII secolo.

Silvestro Invrea

Silvestro nasce a Genova nel 1530 da Bernardo (Doria) Invrea e Maria Giustiniani Longhi. Il padre era iscritto infatti all'albergo dei Doria, ma era riuscito ad evitare di modificare il cognome, come invece era accaduto ai Giudice.

Intraprende fin da subito la carriera politica e ricopre diversi incarichi pubblici nella Repubblica di Genova. Dopo l'abolizione della legge del Garibetto e lo scioglimento dei partiti dei “Due Portici”, entra a far parte dei 120 membri del nuovo governo genovese. Quindi viene nominato commissario di Sanità. La nomina avviene in periodo molto difficile per la repubblica. Fra il 1579 e il 1580 la peste colpisce la Liguria di Ponente.

1579, 26 settembre, da Ventimiglia, dagli “Ufficiali di Sanità” al “Residente” di Bordighera
[Al cittadino residente alla Bordigheta] Magnifico Diletto nostro. Hieri comparse da noi M. Antonio Lantero a nome e vicenda delli consoli et università di cotesta villa della Bordighea a chiederne che si potesse sino a novo nostro ordine tenir tutte le porte di essa villa apperte per comodità delli vendemmiatori, con tenirli una guardia alle spese di essi di ditta città, essendosi parsa la ricchiesta honesta vogliamo che, le tenghino dette porte aperte con questo però che per manco spesa et disturbo di essi bordighati si metta uno delli quattro che stano alli confini a essa guardia della porta che sino a quì e stata serrata sino a nostro novo ordine, avertendo che non vogliamo che alcun forastiero s'introdduccesse salvo per quella porta che ordinarette voi, o vostri successori, e dove sta il guardiano deputato
…[omissis]…
Di Vintimiglia li 26 di Settembre 1579

Biblioteca Aprosiana,
Fondo Bono,
Ms 1, c. 276r.

Ritratto di Silvestro Invrea
Ritratto di Silvestro Invrea

Silvestro Invrea viene nominato padre del Comune, magistrato dei Cambi, revisore degli Statuti, senatore e procuratore della Repubblica, conservatore della stessa e membro del Maggior e Minor Consiglio della Repubblica. Come rappresentante dello Stato genovese presenzia nel 1591 alla cerimonia di possesso da parte di Alessandro Sauli della diocesi di Pavia.

Silvestro Invrea viene eletto doge il 3 marzo 1607 (41° nella successione biennale, 86° della repubblica). Tuttavia il suo dogato dura solo 14 giorni. Silvestro è infatti da tempo malato e muore il 17 marzo 1607, prima ancora di poter essere incoronato e senza aver di fatto mai governato. Non era mai successo prima che qualcuno eletto doge morisse prima dell'ufficializzazione del mandato. I funerali vengono celebrati da monsignor Pietro Lomellini, vescovo della diocesi di Sagona1, nella cattedrale di San Lorenzo. Il corpo viene tumulato presso il santuario della Madonna del Monte.

Sergio Buonadonna e Mario Mercenaro,
«Rosso doge»,
«I dogi della Repubblica di Genova dal 1339 al 1797»,
De Ferrari, 2018.

Secondo il Carbone, Silvestro Invrea è 74° doge di Genova. Chiaramente ogni storico ha un diverso modo di contare i dogati

(1607). 3 marzo. Silvestro Invrea di Bernardo,
doge settuagesimoquarto. Morto prima dell incoronazione.

Giunio Carbone,
«Compendio della storia ligure dall'origine fino al 1814
con incisioni in rame scritto da Giunio Carbone.»,
Volume secondo,
Genova, Emanuelle Carbone e C.o, 1836-1837,
pag. 693.


1 Oggi Sagone, una cittadina sul Golfo omonimo, a 14 chilometri da Vico, nel dipartimento della Corsica del Sud (FR-2A).

Fonti

Atti, documenti e riferimenti relativi a Laura Giudice.

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VarieInformazioni genealogiche da fonti varie1556-1608
1627 ASull'investitura di una possessione a Monteggio30 aprile-22 giugno 1627

Informazioni genealogiche da fonti varie

1556-1608

Nicolo

Laora

moglie di Silvestro Invrea q. Leonardo
Suo testamo in Leonardo Chiavari 1584.12.Giug.

Antonio Maria Buonarroti,
«Alberi genealogici di diverse famiglie nobili, compilati et accresciuti
con loro prove dal molto reverendo fra’ Antonio Maria Buonaroti,
sacerdote professo del Sagr’Ordine Gerosolimitano in Genova,
distribuita in tre tomi»,
manoscritto cartaceo del 1750,
I-V, segnatura m.r. VIII. 2. 28-30,
Sezione di Conservazione, Biblioteca Civica Berio, Genova.
pag. 80

Nicolò

Laura

Moge di Silvestro Invrea quale fu doge:
1607: suo testo 1607 di ... inatti di Ottavio Castigne no fidaicno.
Batta Giudice q. Paolo, Ba Luigi Fiesco q. Nicolò.

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 494, pag. 112.

Il manoscritto 495 495, foglio 378, riporta questo personaggio come appartenente a un sottoramo dei Giudice di Genova albergati presso la famiglia Calvi.

Nicolò

Laura

moge del Serm͠o Silvestro Invrea madre di Ippolito
in atti di Ottavio Castiglione li 14·Giugno 1608·

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 495, f. 379.

BERNARDO

1556. 72.
SILVESTRO.

q. Bernardo q. Silvestro.
Laura Giudice q. Niccolò.

Mto Rdo Prete Natale Battilana,
«Genealogie delle Famiglie Nobili di Genova»,
Genova, Tipografia Fratelli Pagano, 1825,
Famiglia Invrea, tav. 4.

Sull'investitura di una possessione a Monteggio

30 aprile-22 giugno 1627

Fra il 30 aprile e il 22 giugno 1627, vengono stilati due atti relativi a una proprietà in Monteggio intestata a Laura Giudice, figlia di Nicolò e vedova di Silvestro Invrea.

13

Investitura di una “possessione” sita in Montoggio a Laura Giudice, moglie del q. Silvestro Invrea (1627)

(ASG, Camera del Governo, Finanze, n. 667 Montobbio, scritture per confini 1668)

1627, die 30 Aprilis

Illustrissimi Domini Procuratores Serenissime Reipublice Genuensis amotis Illustrissimis Io. Ambrosio Casella et Iacobo Balbi non valentibus in infrascripta causa, dicere audito tenore instrumenti venditionis factis per Michelem Bombellum quondam Vincentii et Magnificam Victoriam eius matrem, terre seu possessionis boschive, prative, domestice et silvestris, ac etiam domus cum capella capsinis, ac duobus domibus a massariis siti in Villa Granarie Potestare Montobii, loco appellato “Le Gorre” Domino Io. Maria Pinu Censario nomine exclarando pro pretio, et sub modis et formis et aliis contentis in dicto instrumento venditionis recepti per Dominum Iohannem Thomam Podium Notarium, die 12 novembris anni superioris 1626, cui sit relatio, visaque declaratione inde facta odierna die per dictum Iohannem Mariam de Pinu, qua dixit bona predicta emisse nomine et pro computo Magnifice Laure filie q. Domini Nicolai Iudicis, uxoris q. Serenissimi Silvestri Invree, virtute scripture recepte per dictum Iohannem Thomam Podium Notarium sub predicto instrumento venditionis, ac visa acceptatione etiam die hodierna facta de dicta declaratione per Dominum Baptistam Cabellam uti procuratorem dicte Magnifice Laure, recepte pariter per dictum Notarium sub eodem Instrumento et demum visis videndis ac audita instantia facta, nomine et pro parte predicte Magnifice Laure circa investituram dictorum bonorum Camere suppositorum, omni modo ad calculos etc.

Deliberaverunt et deliberant investituram omnium predictorum bonorum dicte Magnifice Laure pro se et suis filiis masculis tantum et pro filiis et descendentibus masculis legitimis et naturalibus tantum dictorum eius filiorum masculorum, ut supra, et sic de descendentibus in descendentibus masculis legitimis et naturalibus tantum in infinitum, cum onere tamen solvendi in Camera intra dies quindecim proximos, aliter presenti Investiture non sit locus scutos quingentos argenti ratione dicte investiture et solitam annuariam pensionem, prout obnoxia sunt, predicte bona versus Cameram et demum cum solitis oneribus et substitutionibus quibus remaneant onerate et subiecte relique terre, iurisdictionis Montobii et secundum naturam illarum.

Et ita etc.

1627, die 22 Iunii

Prefati Illustrissimi Domini Procuratores audito Domino Baptista Cabella Causidico Comparente nomine predicte Magnifice Laure et quidquid dicere voluit intelecto circa summam scutorum quingentorum argenti quam diminuiri requisivit pluribus rationibus adductis omni modo etc. ad calculos etc.

Summam predictam scutorum quingentorum reduxerunt et reducunt ad scutos quadrigentos argenti solvendos intra dies quindecim proximos quod si sequutum erit intelligatur facta Investitura in omnibus prout continetur in supradicta prima deliberatione diei 30 aprilis etc. Et ita etc.

Amotis Illustrissimis Io Ambrosio Casella et Iacobo Balbi.

Società Ligure di Storia Patria,
«I Libri Iurium della Repubblica di Genova»,
Vol II/2, a cura di Michela Lorenzetti e Francesca Mambrini,
Genova 2007,
pagg. 620-624.

Traduzione (di Dario de Judicibus):
1627, 30 aprile
Illustrissimi Signori Procuratori della Serenissima Repubblica di Genova, dopo aver sentito che gli Illustrissimi Signori Giovanni Ambrogio Casella e Giacomo Balbi non sono in grado di parlare nella causa sotto indicata, in base all'atto di vendita fatto da Michele Bombello, figlio di Vincenzo, e dalla sua magnifica madre Vittoria, delle terre o possedimenti boschivi, prativi, domestici e selvatici, nonché della casa con cappella e dei due caseggiati dei massari situati nella Villa Granarie Potestare di Montoggio, località chiamata “Le Gorre”, a nome del signor Giovanni Maria Pinu Censario, dichiarando il prezzo e gli altri contenuti nell'atto di vendita ricevuti dal Signor Giovanni Tommaso Podio, notaio, il 12 novembre dell'anno precedente 1626, al quale si riferisce, e avendo visionato la dichiarazione fatta oggi dal suddetto Giovanni Maria Pinu, in cui ha affermato di aver acquistato i predetti beni a nome e per conto della magnifica Laura, figlia del defunto Signor Nicola Giudice, moglie del Serenissimo Silvestro Invree, in virtù dello scritto ricevuto dal suddetto Giovanni Tommaso Podio, notaio, sotto il suddetto atto di vendita, nonché avendo visionato l'accettazione della suddetta dichiarazione fatta oggi dal Signor Sebastiano Cabello come procuratore della suddetta magnifica Laura, ricevuta altresì dal suddetto notaio sotto lo stesso atto e, infine, dopo aver visionato e udito l'istanza fatta, a nome e per conto della suddetta magnifica Laura, riguardo all'investitura dei beni sopra menzionati, in ogni modo per calcoli ecc. Hanno deliberato e deliberano l'investitura di tutti i predetti beni della suddetta magnifica Laura per sé e per i suoi soli figli maschi, nonché per i figli e i discendenti maschi legittimi e naturali dei suddetti suoi figli maschi, come sopra indicato, e così via per i discendenti maschi legittimi e naturali all'infinito, con l'onere di pagare alla Camera entro quindici giorni successivi, altrimenti non avrà luogo la presente investitura, la somma di cinquecento scudi d'argento a titolo di detta investitura e la consueta pensione annua, come sono obbligati, i predetti beni nei confronti della Camera, e infine, con gli oneri e le sostituzioni consueti, affinché rimangano gravati e soggetti alle restanti terre, alla giurisdizione di Montoggio e secondo la loro natura. Così sia, etc.
1627, 22 giugno
Gli stessi Illustrissimi Signori Procuratori, dopo aver sentito il Signor Battista Cabello, avvocato, che si è presentato a nome della suddetta magnifica Laura e ha espresso tutto ciò che desiderava dire, compreso quanto ha richiesto la diminuzione della somma di cinquecento scudi d'argento, fornendo varie ragioni in ogni modo per calcoli ecc. Hanno ridotto e riducono la suddetta somma di cinquecento scudi a quattrocento scudi d'argento da pagare entro quindici giorni successivi; se ciò avverrà, si intenderà che l'investitura è stata effettuata in tutto come contenuto nella suddetta prima deliberazione del 30 aprile ecc. Così sia, ecc. Vengono rimossi gli Illustrissimi Giovanni Ambrogio Casella e Giacomo Balbi.

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