Data di nascita

?

Periodo di riferimento

1335-1346

Data della morte

?
  DVS 0

Cosa si sa

Nicolò de Judicibus interviene nel 1335 al convegno indetto dal De Roberti e nel 1346 è rettore di Mentone. Si sposa. Non conosciamo il nome della moglie. La coppia ha avuto almeno un figlio:

  • Francesco (❀13??-14??✟).

Girolamo Rossi,
«Alberi genealogici di Famiglie ventimigliesi e liguri,
raccolti per cura del cav. prof. Girolamo Rossi.
Ventimiglia, 1869»
Manoscritto Inedito #90,
Biblioteca “Clarence Bicknell”

Nicolasio de Giudici nel 1335 era tra gli Anziani del Comune di Ventimiglia.

Francesco Andrea Bono,
«La Nobiltà Ventimigliese»
Forni Editore Bologna,
pag. 24.

Non conosciamo il luogo e la data della morte.

[N.d.A.] Nicolò è il capostipite del ramo secondario dei de Judicibus redatto da Girolamo Rossi in un manoscritto inedito presente nella Biblioteca Bicknell di Bordighera che va dal XIV al XVII secolo. Questo ramo si stabilisce alla fine a Nizza.

E l’anno 1335, il giorno 25 di maggio, solennità dell’ascensione di nostro Signore, dopo la messa cantata, dal Consiglio degli anziani, avente a capo il podestà Agamellino Grimaldi, e da buona parte del popolo, nella chiesa cattedrale di S. Maria, presente il cavaliere Carlo Grimaldi, veniva ricevuto con grandissime dimostrazioni di rispetto e di onore il magnifico e potente signore Filippo di Sanguinetto, siniscalco del re Roberto.
…[omissis]…
Compiuta la lettura di questi capitoli, il nobile cittadino Francesco Priore interrogò il popolo se volesse o no approvarli, e n’ebbe in risposta vivissimi e ripetuti sìa, sìa. Allora venne eletto sindaco della città il nobile Gaspare Amadeo, che andò a giurare nelle mani del sinscalco, seguendone poscia l’esempio gli anziani Raimondo Maroso, Luca Moro, Domenico Porro, Nicolosio Giudice, Oberto Maroso e Pietro Peglia. Usciti di cattedrale, il siniscalco andò a prendere possesso delle fortezze della Colla e di S. Paolo, delle quali erano castellani Rinaldo e Barla, ambi della nobile famiglia guelfa dei Bulferii, e dopo di averne ricevute le chiavi, andò egli stesso a rizzare sulla torre lo stemma regio.

Girolamo Rossi,
«Storia della Città di Ventimiglia
dalle sue origini sino ai nostri tempi»,
Torino, 1839, Tip. Cerutti, Derossi e Dusso,
pagg. 133-134.