Data di nascita

?

Periodo di riferimento

1382-1421

Data della morte

1418

Cosa si sa

Nel 1382 Bartolomeo de Judicibus è canonico preposto della cattedrale di Ventimiglia. Viene nominato vescovo della città da papa Bonifacio IX. La bolla di nomina riporta:

Romani pontificis... Datum apud Villafrancam Nicaensis diocesis,
V Kal. julii, Pontificatus nostri anno quartodecimo.

“Bolla papale n° 8”,
Archivio Capitolare di Ventimiglia

Scoppiato il grande scisma d'occidente, Bartolomeo opta però per l'antipapa e questi, Benedetto XIII, l'aragonese Pietro de Luna (1394-1423) lo conferma alla diocesi di Ventimiglia, con sede a Sospello (1398-1410).

La diocesi di Bartolomeo copre quasi tutto il territorio dell'antica contea, parte in Provenza e parte in Liguria, a cavallo dello sperone delle Alpi marittime. La popolazione parteggia prevalentemente per l'antipapa, non si sa se per convinzione o per la persuasiva vicinanza di Avignone. Comunque Bartolomeo è inizialmente ben'accetto alla popolazione. Egli è però un tenace avversario del vescovo cattolico Boccanegra che risiede a Ventimiglia, con il quale è costretto a condividere la diocesi. Alla fine, i suoi modi sbrigativi gli alienano ogni simpatia tra i ventimigliesi.

Cais di Pierlais,
“I conti di Ventimiglia”,
Doc. XXXVIL

…[omissis]… Genova, sotto il Governorato del Marchese di Monferrato — sostituitosi, come si ricorderà, a quello del Re di Francia — rioccupata che ebbe la ribelle Ventimiglia, vi condusse il Boccanegra e il successore dell'avignonese Pietro Marinaco. Bartolomeo de' Giudici si ritirava a Sospello (1410). Ma intanto il Concilio di Pisa aveva deposto entrambi i Papi e eletto Giovanni XXIII.
…[omissis]…

Filippo Rostan
"Storia della Contea di Ventimiglia"
Collana Storico-Archeologica della Liguria Occidentale
Vol. XI (Seconda Edizione)
Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 1971
pag.83

Al termine dello scisma, Bartolomeo, che il papa cattolico Bonifacio IX aveva continuato a benvolere e stimare, viene da questi reintegrato nel canonicato della cattedrale e rientra in sede dopo aver fatto per qualche tempo da vicario al vescovo di Vercelli. Quando nel 14181 muore a Ventimiglia, è ignorato e tutt'altro che compianto dai suoi concittadini.

«Regesta Episcopi Justiniani», Doc V, pag. 297


1 Sotto uno stemma riportato in una decorazione fine ’800 che si trova presso la Curia vescovile di Ventimiglia, ci sono le date 1409-1419, il che fa pensare che possa essere morto nel 1419 e non nel 1418. L'affidabilità comunque di questa decorazione, fatta in epoca tarda, è da verificare.

Fonti

Atti, documenti e riferimenti relativi a Bartolomeo de Judicibus.

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PeitavinoNicolò Peitavino, Intemelio1404
Rogito #1Rogito d'affitton.d.
Rogito #2Rogito del notaio Antonio Parisòla2 maggio 1398
G. RossiAneddoti e Varietà, G. Rossi1379-1422

Nicolò Peitavino, Intemelio

1404

Scrive Nicolò Peitavino:

…[omissis]…
Intanto questo [il Vescovo Pietro di Sospello] era stato promosso ad arcivescovo di Famagosta e succedeva nella Cattedra di Sospello il prevosto della Cattedrale di Ventimiglia, Bartolomeo De-Giudici.
…[omissis]…
Nel 1404 era venuto in Nizza l'antipapa Benedetto XIII°, il quale fu accolto con segni di straordinaria letizia dalla popolazione Nizzarda e da quella dei paesi vicini, accorsa in gran numero ad ossequiare Colui, che credevano Vicario di Cristo in terra. Da Nizza il pseudo Pontefice passò poi a Monaco, ad Albenga, a Savona e a Genova, dove ebbe le più liete accoglienze, essendosi i Genovesi ed i Liguri voltati improvvisamente dalla parte dell'antipapa. Fu in questo generale cambiamento di opinione che il De-Giudici, lusingato da larghe promesse di un ricco episcopato, abbandonò il suo vescovo legittimo per seguire il partito contrario. Intanto il povero Boccanegra, abbandonato dai suoi più favoriti, era costretto ad esulare; mentre il De-Giudici veniva insignito della dignità di vicario apostolico per la Chiesa ventimigliese e promosso alla Cattedra episcopale di Sospello.
…[omissis]…
Si richiamò dall'esiglio il Boccanegra, che, venuto a Ventimiglia, accolse pentite le genti traviate non solo della sua diocesi, ma anche di quella di Sospello. Anzi il 31 Ottobre del 1411 i sindaci di Sospello, Guglielmo Peirani e Stefano Rostagno, a capo dell'intero consiglio, con tutta la riverenza possibile, ricevevano il venerando Vescovo Boccanegra, il quale, dopo aver confermate le franchigie, che godevano i Sospellesi da trenta e più anni sotto i loro vescovi scismatici, dopo aver fatto quitanza di tutti i diritti di decime a lui sottratte, riabbracciandoli tutti come figli, li rimetteva nel seno della Chiesa Cattolica. Dopo ciò il Boccanegra veniva rimesso in possesso del palazzo episcopale. A tale notizia il vescovo De-Giudici moveva querela contro il Boccanegra al sommo Pontefice Giovanni XXIII°, il quale con sua bolla, datata da Roma il 20 Settembre del 1412 ordinava che il De-Giudici fosse redintegrato nel suo primitivo possesso, servendosi anche del braccio secolare, se ve ne fosse bisogno.
…[omissis]…
Ora non si sa come andasse a finire la controversia. Si è indotti a credere che il De-Giudici si trovasse in condizioni non troppo floride, perché lo si vede accettare l'ufficio di Vicario generale del Vescovo di Vercelli. In questo suo nuovo ufficio non avendo forse abbastanza di che vivere cercò di avere un qualche sussidio caritatevole da tutta la diocesi; ma il clero energicamente si oppose a tale richiesta. Allora domandò le decime sussidiali che gli furono parimenti negate. Vedendo di non godere la simpatia del clero, lasciò per sempre il suo ufficio e la diocesi di Vercelli ritornando a Ventimiglia, dove non molto tempo dopo moriva, lasciando di sé una memoria poco lodevole.

pagg.192-194
Nicolò Peitavino, Intemelio
"Conversazioni storiche, geologiche e geografiche
sulla città e sul distretto Intemeliese"
Savona, Stab. Tipografico Ricci, 1923

Rogito d'affitto

n.d.

In un rogito d'affitto tra i conti di Ventimiglia e frà Giovanni Pellizzone, benedettino priore del convento di San Michele, è testimone frà Giovanni Correnti, abate di San Marliano di Tortona.

necnon venerabilis et egregius vir dominus Bartholomeus de Judicibus de Ventimilio, prepositus et Vicarius per sedem apostolicam deputatus ecclesiae Vintimiliensis.

Nota: questo antico documento è il primo che, riferito con certezza a un de' Giudici di Ventimiglia, viene trascritto nella sua completezza di ablativo patronimico, con il "d" piccolo e la "J" maiuscola, ovvero de Judicibus.

Rogito del notaio Antonio Parisòla

2 maggio 1398

In un “Elenco di note compendiose riferentisi alla famiglia de' Giudici”, il G. Rossi trova un rogito del notaio Antonio Parisòla, datato 2 maggio 1398, nel quale

…[omissis]… Pietro Giudice marito e congionta persona di Soretta sua moglie, herede testamentaria del fu Giò Moro, presentò a monsignor vescovo della città di Ventimiglia il ven. P. Bartolomeo Giudice prevosto di detta città …[omissis]…

Girolamo Rossi,
«Storia di Ventimiglia»,
nota 4, pag. 149.

Aneddoti e Varietà, G. Rossi

1379-1422

Scrive Girolamo Rossi:

ANEDDOTI E VARIETÀ

Un Vescovo scismatico della Chiesa Ventimigliese.

Non v' ha persona anche mezzanamente colta, la quale non riconosca il grande beneficio che viene allo studio della storia dal possedere un' esatta serie dei prelati, che sedettero sulle tante Chiese della Cristianità. Ciò spiega l'alto pregio, in cui è tenuta la Series episcoporum Eeclesicæ catholicæ pubblicata dal Gams in Ratisbona nel 1873, non ostante gli errori e le lacune inevitabili in opera di tanta estensione; errori che si correggeranno, lacune che si riempiranno mano a mano che verranno in luce parziali ed erudite monografie d'ogni Chiesa, essendo chiaro, che dal solo esame paziente dei documenti di storie particolari, può venire la luce necessaria per un lavoro di storia generale.

Notissimo periodo di grande confusione nella serie dei vescovi di tante Chiese è quello che si presenta sul volgere del XIV secolo, allo scoppiare dello scisma d'occidente, quando per la divisione d'obbedienza, che risultò dalla nomina di diversi papi sedenti gli uni in Roma e gli altri in Avignone, si videro inviati a sedere sopra una sola sede più prelati. E questo periodo assai oscuro che io credeva d'avere interamente risolto per la Chiesa di Ventimiglia, nella seconda edizione della Storia di detta città, mi offre invece materia di un'importante aggiunta, argomento della presente memoria.

Chi ha per caso preso a svolgere l'Italia sacra dell'Ughelli e la Serie cronologica dei vescovi del regno di Sardegna del Bima, ha senz'altro avvertito fra il 1379 ed il 1122 un gran disordine, fino a contare ben dieci vescovi nel corso di otto lustri, fra cui un Benedetto, di cui il Bima fa tre distinti individui, mentre non è che un solo. Né maggior luce reca il diocesano Semeria nel vol. 2.° dei suoi Secoli cristiani della Liguria, restringendosi egli a spendere su ciò due povere pagine, dove si domandava un'erudita e critica disquisizione. Non ho mancato di consultare la parte inedita dell' Istoria ecclesiastica della Liguria del Paganetti ; ma posso ben dire di non essere stato maggiormente rischiarato in detto punto.

A procedere con ordine e chiarezza in questa esposizione, credo bene dar qui i nomi dei vescovi residenti a Ventimiglia ed erano i cattolici, e di quelli scismatici residenti a Sospello, terra ragguardevole della diocesi che siede sulle sponde del Bevera :

(cattolici)

Iacopo Fieschi, nominato da Urbano VI nel 1380, trasferito alla metropolitana di Genova nel 1382.
Benedetto Boccanegra, eletto da Urbano VI nel 1382, morto nel 1418.
Tommaso Rivato, eletto da MartinoV nel 1419, morto nel 1422.

(scismatici)

Bertrando Imberti francescano, eletto dall'antipapa Clemente VII nel 1380, morto nel 1386.
Pietro Marinaco datogli successore dallo stesso antipapa nel 1386, promosso nel 1409 all'arcivescovato di Famagosta dall' antipapa Benedetto XIII.
Bartolomeo De-Giudici, nominato nel 1409 dallo stesso antipapa, morto fra il 1419 e 1420.

La serie di questi pastoci appare rogolarissima tanto da parte dei cattolici, quanto da quella degli scismatici; né vi ha interruzione alcuna. Or bene, secondo che hanno asserito tutti i sullodati scrittori, da un documento dell' anno 1401 risulterebbe pur vescovo di Ventimiglia un tale Degna, già canonico di Venza, il quale peraltro io diceva, doversi espugnere dalla serie, perchè la successione su esposta, a lui non dà luogo in alcun modo.

Il mio giudizio, come si vedrà era conforme al vero ; ma la scoperta, fatta nell'archivio di famiglia dell'egregio sig. conte Gabriele Alberti di Briga, erede dei conti Lascaris di Gorbio, del pregevole documento (che si riferirà), le tante volte da me inutilmente ricercato, fa chiaro che il Degna ha diritto di entrare nelle serie, non già però al 1401, sì bene al 1421 1.

Che all'anno 1421 possa regolarmente inscriversi il nome di un nuovo vescovo scismatico, si conosce dal su esposto quadro, essendo appunto trapassato il titolare De-Giudici nel 1420 circa. E siccome abbiamo dalle storie che il celebre antipapa Benedetto XIII di Luna, sebbene ripetutamente deposto nei concilii di Pisa e di Costanza, e sebbene assediato nella sua residenza di Avignone dal re Carlo VI, non volle mai piegarsi a deporre la tiara, ma rifuggitosi a Paniscola continuò, a dirla col Balbo, a papeggiare sino al 1424, anno di sua morte ; cosi è chiaro che appena udito il decesso del vescovo Bartolomeo De-Giudici, si affrettò a dargli un successore in Zaccaria (e non Tommaso, come lo chiamano i già citati autori) Degna.

Prima di far l'esame critico del documento, male decifrato da qualche inesperto paleografo, occorre anzitutto ritessere brevemente e completare l'elenco dei vescovi scismatici. Bertrando Iuberti, eletto nel 1380, era un claustrale di molti meriti, secondo che si cava dalla monografia stampata nel 1857 dall'abate Rose, col titolo : L' identité d' un évéque de Vintìmille. Di Pietro Marinaco, datogli successore nel 138G, restano raccolti quasi tutti gli atti della sua amministrazione nel vol. V dei Regesta, fatti compilare dal vescovo Giustiniani. Chi fosse stato designato a succedergli, appena elevato all'arcivescovato di Famagosta, si ignorava ancora pochi anni or sono ; la scoperta però di pregevoli documenti mi pose in condizione di affermare essere egli stato membro della nobile e potente famiglia dei De-Giudici, e di recarne qui la bolla di nomina dell'antipapa Benedetto XIII2. Null' altro ci è dato di sapere dell'ultimo che fu Zaccaria Degna, se non quello che ne dice il citato documento del 20 ottobre 1401 (da correggersi in 1421), in virtù del quale D. Giuliano De-Giudici, di lui vicario generale, investiva delle decime dei luoghi di Gorbio, Castellaro e S. Agnes i nobili Ludovico, Enrico, Guglielmo e Lorenzono del fu Guidone dei conti di Veniimiglia. Niun frutto ho potuto ritrarre dalle indagini fatte praticare in Venza e nei ricchi archivi del dipartimento delle Alpi marittime coll' aiuto dell' egregio Enrico Moris che vi è preposto, ed una sola ipotesi si può formare che detto vescovo cioè fosse congiunto di Guglielmo e Stefano Degna, i quali dal 1347 al 1388 sedettero sulla sede vescovile di Venza.

Passerò ora all'esame critico del documento riferito al n.° III. Certo l'indizione è errata, tanto che si legga 1401 o 1421, e di questa non è da tener conto ; ma si ha una prova sicura dell'abbaglio preso dal primo che lo trascrisse, nel veder segnato dal notaro che il 20 ottobre 1401 correva dies lunae ; mentre in detto anno, essendo caduto il giorno di Pasqua il 3 aprile, il 20 ottobre ricorreva il dies jovis ; laddove la solennità di Pasqua essendo caduta nel 1421 il 20 aprile, si giunge appunto a toccare col 20 ottobre il dies lunae. Altro argomento si è pure il veder segnato come testimonio all'atto il sacerdote Stefano Pecolo canonico della cattedrale, il quale sappiamo promosso alla dignità di preposito l'anno 1404. Ammettendo pure che il Pecolo non avesse più di 25 o 26 anni quando interveniva al rogito dell' atto nel 1401, bisognerebbe convenire che la prepositura veniva conferita nel 1464 ad un nonagenario, il che non solo è improbabile, ma inverosimile. Ma l'argomento che, come si suol dire, varrà a tagliare la testa al toro, si è la notizia dell' atto di omaggio prestato dagli abitanti di Gorbio il 6 giugno 1421 ai fratelli Ludovico, Enrico, Guglielmo e Lorenzono per 1' avvenuto decesso del loro padre Guido. Se adunque la morte di questo feudatario si deve assegnare probabilmente al maggio dell'anno 1421, come si potrà ritenere legittima una carta che lo dice di già trapassato nell'ottobre del 1401?

Dal fin qui esposto mi pare ovvio il concludere che, corretto, come esige la critica, il documento dell'anno 1401, ed assegnatolo al 1421, non avvi più contraddizione nello ammettere il nome di Zaccaria Degna nel novero dei vescovi scismatici residenti a Sospello, nome che si trova inscritto non solo dai citati autori, ma ricorre in tutti gli elenchi manoscritti, compilati da non pochi eruditi di cose patrie nei secoli scorsi. Ho detto dei vescovi residenti a Sospello, per accennare agli acattolici, risultando da non poche carte e da quella che riferisco al n. III, che anche questi risiedettero non rade volte anche a Ventimiglia. E vi risiedette senza dubbio il vescovo Bartolomeo De-Giudici, quando per opera del governatore francese in Genova Lemaingre, essendo stato riconosciuto in questa città e nelle due Riviere come vero ed unico papa della Chiesa di Dio il famigerato Pietro di Luna, che aveva assunto il nome di Benedetto XIII, molti prelati liguri eletti da Urbano VI, ad esempio Gerberto, vescovo d'Albenga, e Benedetto Boccanegra vescovo di Ventimiglia, dovettero esulare dalle loro sedi.

Notevole documento3 si è quello che accenna alle reazione avvenuta nella Diocesi ventimigliese in favore dei cattolici, avendo la citta ed il distretto di Sospello, (come narra l'Alberti nella storia di detto luogo) richiamato nel 1411 il vescovo Boccanegra e rimossone il De-Giudici. Questi allora ottenne dal papa Giovanni XXIII una bolla (20 settembre 1412), colla quale, considerato che nel Concilio pisano era stato con somma prudenza deliberato, che nelle diocesi dove erano più vescovi, stati messi in possesso di qualche porzione di essa, nessuno dei due venisse molestato e solo subentrasse nel possesso dell' intera diocesi chi sopravvivesse; e risultandogli come nella Chiesa ventimigliese si trovassero preposti due vescovi Bartolomeo eletto da Benedetto XIII e Benedetto eletto da Urbano VI; e come quest'ultimo col concorso del braccio secolare fosse riuscito a spogliare Bartolomeo della porzione di diocesi di cui stava già alla direzione; ordinava che questi venisse nel pristino possesso reintegrato. Non pare però che il rescritto pontificio sortisse il desiderato effetto; perchè abbiamo dal Cusano, autore dei Discorsi historiali sui vescovi di Vercelli, che il vescovo spogliato accettava il carico di Vicario generale di Ibleto Fieschi nella sede di Vercelli, dove non lasciava fama di retto amministratore.

Riassumendo il fin qui detto, credo poter asserire con sicurezza, che dal 1380 al 1422 si hanno nella Sede ventimigliese sette vescovi: tre cattolici, cioè Iacopo Fieschi, Benedetto Boccanegra e Tommaso Rivato ; e quattro scismatici : Bertrando Imberti, Pietro Marinaco, Bartolomeo De-Giudici e Zaccaria Degna.

Ventimiglia

Girolamo Rossi


1 Vedi docum. n. III.
2 Vedi docum. n. I.
3 Vedi docum. n. II.

Archivio Storico Italiano,
Quinta Serie, Tomo XII, Anno 1893,
Firenze, G. P. Vieusseux,
pagg. 139-143.

Stemma personale

Presso la Curia vescovile di Ventimiglia si trova una decorazione fine ’800 su cui è riportata lo stemma di Bartolomeo Iudex, Vescovo scismatico di Ventimiglia dal 1409 al 1419.

Bartolomeo Iudex - Stemma
Bartolomeo Iudex - Stemma
(Immagine cortesemente fornita da Frank Vigliani)