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Data di nascita ? |
Periodo di riferimento 1545-1554 |
Data della morte ? |
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Cosa si sa
Nel catasto di Ventimiglia relativo agli anni dal 1545 al 1554, si legge di un Pietro Battista de Iudicibus:
CARTA |
COGNOME |
NOME |
PATRONIMICO |
TOTALE |
Iª CASA |
VALORE |
VICINO |
MOBILE |
LOCALITÀ |
POSSESSO |
VALORE |
Pag. Platea-1
A cura di Mario Ascheri e Giuseppe Palmero
"Il catasto della Magnifica Comunità di Ventimiglia."
"Famiglie, proprietà e territorio (1545-1554)"
Ventimiglia, 1996
Sempre in relazione al catasto di Ventimiglia si legge anche:
12a) [c. 4 v.] Spectabilis Dominus Petrus Baptista de Judicibus possidet
domum apud Johannem Francischum Gallianum, pro libris centum quinquaginta
12b) - Item alliam cum furno apud Jeronimum Gallianum.
…[omissis]…
6a) [c. 4 v.] Petrus Baptista de Judicibus ... Item allia sub crottis
abud Johannem Aproxium quondam Roberti.
6b) - Item alliam apud Melchiorrem Caglimarium.
Pag. 200 e 203
Giuseppe Palmero
"Assestamento e rinnovamento urbano"
Appendice I
Legenda
Nell'introduzione al catasto di Ventimiglia relativo agli anni dal 1545 al 1554, si legge:
Il registro inizia direttamente con le dichiarazioni catastali e omette ogni riferimento al criterio di compilazione, per cui non abbiamo parametri certi di valutazione dei dati riportati d agli estimatori. Inoltre resta ignoto l'ordine con cui vengono raccolte le denunce, poiché i dichiaranti non compaiono in sequenza alfabetica, ed è arduo riconoscere una logica di successione urbanistica suggerita dall'alternarsi dei confinanti. Unica organizzazione del registro è la suddivisione in 14 località, a cui seguono le dichiarazioni dei proprietari che descrivono i loro possessi. Si nota che la maggior parte dei dichiaranti inizia l'elencazione dei beni con una casa, della quale non viene indicata mai l'ubicazione. Chi non dichiara la prima casa si trova nella condizione di non avere fabbricati, oppure ne possiede in altre località, che in genere vengono specificate. Perciò si ipotizza che un criterio di denuncia catastale possa essere quello di residenza nelle località di volta in volta prese in esame.
La dichiarazione di proprietà si suddivide in due parti. Nella prima, che potremmo definire introduttiva ed identificativa del soggetto, vengono riportati il nome, il cognome e il patronimico del dichiarante, seguiti dalla menzione della domus di residenza, accompagnata a sua volta dall'indicazione del vicino, da un valore espresso in lire e dal valore del mobilie. Nella seconda parte invece, viene riportato l'elenco degli altri beni immobili posseduti dal soggetto, con l'indicazione di uno dei proprietari confinanti (ci è sconosciuto con quale criterio venisse scelto a discapito di altri) e di un valore in moneta corrente.
Il catasto riporta inoltre le transazioni di proprietà, utilizzando la pagina a fronte per
annotare il bene venduto o passato in eredità, e il nuovo possessore. Per focalizzare quindi
la consistenza patrimoniale dei dichiaranti si sono considerate le variazioni immobiliari
del decennio 1545-1555, registrando tutte quelle avvenute entro il 1554.
…[omissis]…
Le schede di raccolta dei dati catastali - qui di seguito - riflettono l'ordine di censimento
adottato dalla fonte. Le dichiarazioni dei proprietari si registrano a partire dai
Quartieri della città (Platea, Canpo, Ollivetto, Burgo, Lacu e Bastita), a cui succedono le
8 Ville appartenenti al territorio della Magnifica Comunità: Airole, Canporubeo (Camporosso),
Saneto Blaxio (San Biagio), Saldano, Vallecroxia (Vallecrosia), Vallebona,
Burgetto (Borghetto S. Nicolò), Saxio (Sasso) e Bordigeta (Bordighera).
La numerazione di questa parte relativa alla fonte fa capo alla successione dei luoghi
suddetti, di cui si è mantenuta la denominazione che il Registro del 1545 apponeva in alto
in centro pagina, al principio di ogni area di censimento. Le schede sono individuate dal numero
della carta del registro e portano l'intestazione al nominativo, mentre il patronimico è sempre
al genitivo, con omissione dell'eventuale qd. — quondam — della fonte. Si sono
seguite le usuali norme di trascrizione per i nomi
(es. Jancherus=Iancherus1), sciogliendo
le abbreviazioni e normalizzando eventuali sviste del compilatore. Si sono mantenute
tuttavia le varianti ortografiche tipiche della fonte, che usa indifferentemente ch e c;
th e t; y, li, e i; il raddoppiamento t e l; la n prima della p.
…[omissis]…
La prima casa è localizzata dalla fonte secondo la ripartizione dei quartieri e delle
ville, come ordine primario di censimento catastale, ma le domus successive alla prima,
qualora non specifichino il toponimo, sono lasciate prive di località.
Le schede mostrano inoltre, a fianco delle località individuanti il possesso, la data di transazione del decennio esaminato. I beni ereditati, acquistati o venduti con frazionamento sono segnalati mediante la rispettiva frazione a fianco del possesso. Ovvero la data può essere seguita da una frazione, in questo caso il lotto non è stato venduto per intero, ma il dichiarante ne ha ceduto solo una parte. Quando invece la frazione è posta a fianco degli appezzamenti, il denunciante dichiara di possedere solo una parte del lotto, e spesso ci si trova difronte ad una proprietà costituitasi in concomitanza di una spartizione ereditaria.
Alle schede è stato aggiunto il computo del totale della dichiarazione, che la fonte non calcola, basandosi sulla somma dei singoli importi, secondo il valore della lira (1 lira = 20 soldi; 1 soldo= 12 denari).
Pag. XIX-XX
A cura di Mario Ascheri e Giuseppe Palmero
"Il catasto della Magnifica Comunità di Ventimiglia."
"Famiglie, proprietà e territorio (1545-1554)"
Ventimiglia, 1996
1 Dal che consegue che "de Judicibus" è stato trascritto come "de Iudicibus".