Il cognome

Il cognome deriva da latino “iudex”. Questo ha reso molto complessa la ricerca perché “iudex” era anche un ruolo giuridico nel X secolo, quando il cognome si forma, quindi è difficile a volte capire se il termine indichi un membro della famiglia oppure semplicemente un ruolo. In genere, negli atti notarili, i notai e i giudici si firmavano in fondo, quindi se il termine compare in una lista di altri nomi nel corpo del documento, accanto a un nome proprio, come in

consules pro communis, Ansaldo Mallonus, Bonusvassallus de Tetuica, Oglerius de Guidone, Bellamutus, et consules pro placitis Oto Iudex, Oglerius De Mari, Willielmus Pezolus, Ceba.

allora possiamo ritenere si tratti di un cognome.

Un altro aspetto riguarda la forma: all'epoca questo genere di cognomi si declinava, per cui se si hanno due fratelli, ad esempio Oto Iudex e Guilielmus Iudex, e se questi vengono nominati insieme, la forma cambia in Oto et Guilielmus Iudicis se non addirittura Oto et Guilielmus de Iudicibus. Quest'ultima forma si trova spesso quando viene nominata la famiglia in generale.

In molti documenti il cognome viene riportato con la “i lunga” invece che con la “i normale”. Può capitare, e non è affatto infrequente, che lo stesso personaggio venga menzionato nello stesso documento a volte con l'una, a volte con l'altra. Inoltre, col passaggio dal latino all'italiano, a volte il nome si trova nella forma latina, a volte in una serie di varianti italiane, spesso anch'esse declinate, che vanno da Giudice a Giudici, De’Giudici, Dei Giudici e Del Giudice.

Se alcuni rami della famiglia, ad esempio quello pugliese e quello valtellinese, hanno mantenuto la forma latina del cognome, altri si sono italianizzati; ad esempio, quello campano. Questo ha reso complesso capire se un certo personaggio faccia o meno parte della famiglia, perché in Italia esistono molte altre famiglie denominate de/i Giudice/i che non hanno nulla a che vedere con i de Judicibus e il cui cognome non fa riferimento a un antico ruolo amministrativo bensì al più moderno ruolo giuridico, ovvero quello di magistrato. Per capire quindi l'appartenenza di un personaggio al nostro casato o meno, si fa uso di altri strumenti, come gli atti notarili, che spesso riportano indicazioni di parentele; oppure gli atti catastali, che permettono di verificare se il personaggio in questione possegga terre note per essere di appartenenza alla nostra famiglia o abiti in un edificio sicuramente di proprietà dei de Judicibus.

Se nell'antichità le varianti del cognome erano da attribuire al fatto che il cognome era un qualificativo e non parte integrante dell'identità di un individuo, come è oggi, in epoca moderna la maggior parte delle varianti deriva da errori di trascrizione. Se ne conoscono quattro tipi: l'utilizzo indistintamente della “J” e della “I”, che spesso nel corsivo erano simili; la sostituzione della “J” con la “I” durante il periodo fascista in quanto considerata a torto non parte dell'alfabeto italico; errori di trascrizione da parte dei funzionari dell'anagrafe italiana che spesso non conoscevano la “J” o che erano abituati a scrivere sempre i cognomi con l'iniziale maiuscola, cosa che ha trasformato nel tempo il “de” nobiliare in “De”; gli errori di trascrizione dei funzionari dell'immigrazione che spesso hanno completamente stravolto la scrittura del cognome, soprattutto negli Stati Uniti d'America e in Sudamerica.