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Data di nascita ? |
Periodo di riferimento 1475-1480 |
Data della morte ? |
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Cosa si sa
Ambrogio Iudex risulta abitare a Pera. Non sappiamo se vi fosse anche nato o se vi si fosse trasferito da Genova. Risulta essere nell'asse ereditario di Catarineta, vedova di Silvestro de Franchi di Pagana, la quale aveva in seguito sposato Gaspare Iudex, avendo sposato una parente di Catarineta, Mariola. Non sappiamo se Mariola fosse una figlia o una sorella di Catarineta, ma anche lei era vedova, avendo avuto come primo marito Marco Gentili.
Non conosciamo il luogo e la data della morte.
Fonti
Atti, documenti e riferimenti relativi a Ambrogio Iudex.
L1475 A | Su un mandato procuratorio relativo a un'eredità | 6 giugno 1475 |
L1480 A | Su una dichiarazione effettuata da Paride de Morde | 3 febbraio 1480 |
Su un mandato procuratorio relativo a un'eredità
6 giugno 1475
Ambrogio Iudex e Gaspare Iudex sono citati in un atto posteriore al 6 giugno 1475, rogato a Pera, il primo come secondo marito di Mariola, il secondo come secondo marito di Catarineta. Non conosciamo i casati delle due donne in questione.
post 1475, giugno 6, Pera1.
Pelegro De Franchi del fu [*]2, già cittadino di Caffa, procuratore della moglie Argentina, figlia del fu Silvestro De Franchi di Pagana, trasferisce il mandato procuratorio ai fratelli Lodisio e Pietro De Franchi, cittadini genovesi, per la cura dei negozi, la riscossione dei crediti e le liti relative all'eredità spettante alla moglie dai beni della madre Catarineta.
[a] +In nomine Domini, amen. Pelegrus de Franchis, olim civis Caffe, quondam [*]2, tanquam procurator et procuratorio nomine Argentine, eius uxoris et filie quondam Silvestri de Franchis de Pagana et quondam Catarinete, primo loco uxoris dicti quondam Silvestri et que quondam Catarineta fuit ultimo loco uxor Gasparis Iudicis, tanquam heres et hereditario nomine pro una tercia parte ditte quondam Catarinete, eius matris, vigore et ex forma testamenti et ultime voluntatis ac codicillorum, scripti et scriptorum manu Francischi de Pastino notarii, anno de MºCCCCLXXII, diebus in eisdem testamento et codicillis contentis et quam quidem hereditatem ditte quondam Catarinete, pro dicta tercia parte, dicta Argentina adhivit, agnovit et aprehendidit solo animo, …[omissis]… et ad quecumque instrumenta vendicionis, quitacionis et iurium cessionis, liberacionis et absolucionis ac pactum de ulterius quidauam non petendo faciendum et confici mandandum cum solemnitatibus de bitis et opportunis, nec non ad dividendum et dividi faciendum dictam hereditatem ditte quondam Catarinete, matris ditte Argentine, spettante et pertinente ut supra ditte Argentine principalis pro una tercia parte cum Mariola, uxore olin quondam Marci Gentilis et nunc Ambrosii Iudicis, et Gaspare Iudice, ultimo viro ditte Catarinete, heredibus pro reliquis duabus terciis partibus ditte quondam Catarinete, ex forma dictorum testamenti et codicillorum ditte quondam Catarinete, dicteque partes divisionis predicte dicte hereditatis, spectantes et pertinentes eisdem ut sopra, …[omissis]…
1 Rogito privo di escatocollo, con formule ceterate nel corpo del testo, seguite da spazi bianchi. In mancanza d1 precise indicazioni cronologiche si è riferito il documento al periodo posteriore al 6 giugno 1475, data della caduta di Caffa, poiché l'autore del negozio giuridico si qualifica come olim civis Caffe.
2 Lasciato in bianco nel testo.
Atto Nº92, pagg. 206-209
«Collana Storica di Fonti e Studi», diretta da Geo Pistarino
Ausilia Roccatagliata
«Notai Genovesi in Oltremare - Atti Rogati a Pera e Mitilene»
Tomo I, Pera, 1408-1490
Genova, 1982
Traduzione (di Dario de Judicibus):
Nel nome del Signore, amen. Pelegro de Franchi, un tempo cittadino di Caffe, in precedenza procuratore e rappresentante legale di Argentina, sua moglie e figlia del defunto Silvestro de Franchi di Pagana e della defunta Catarineta, in primo luogo moglie del suddetto Silvestro e in seguito moglie di Gaspare Iudice, come erede e in nome ereditario per un terzo della suddetta defunta Catarineta, sua madre, in virtù e secondo la forma del testamento e degli ultimi desideri e dei codicilli, scritti dalla mano del notaio Francesco de Pastino, nell'anno 1472, nei giorni indicati nei suddetti testamento e codicilli, e la suddetta Argentina ha accettato, riconosciuto e preso tale eredità della suddetta defunta Catarineta, per il suddetto terzo, con l'intenzione unica …[omissis]… e a qualsiasi strumento di vendita, quietanza e cessione di diritti, liberazione e assoluzione, nonché all'atto di non richiedere nulla in futuro e di redigere e stipulare con le debite formalità e opportunità, nonché di suddividere e far suddividere la suddetta eredità della defunta Catarineta, madre della suddetta Argentina, spettante e appartenente come sopra alla suddetta Argentina principale per un terzo insieme a Mariola, moglie del defunto Marco Gentili e ora di Ambrogio Iudice, e a Gaspare Iudice, ultimo marito della suddetta Catarineta, eredi per i restanti due terzi della suddetta defunta Catarineta, secondo quanto stabilito nei suddetti testamento e codicilli della suddetta defunta Catarineta, e le parti di questa suddivisione dell'indicata eredità, spettanti e appartenenti alle suddette come sopra …[omissis]…
Su una dichiarazione effettuata da Paride de Morde
3 febbraio 1480
Ambrogio Iudex e Melchione Iudex sono citati in qualità di testimoni in un atto del 1480, rogato a Pera.
1480, febbraio 3, Pera1.
Paride de Morde, già protogero dei Latini a Caffa, su istanza del notaio Nicola di Torriglia, attesta che il suddetto Nicola non risultava registrato in società con Cristoforo di Canevale come proprietario di una casa, edificata solo in parte nella contrada assegnata dal re dei Turchi ai Latini di Caffa e venduta a Paolo de Roestropis per il prezzo di 150 aspri turchi.
[1 a] +Iesus. In nomine Domini, amen. Paris de Morde, constitutus in presentia mei notarii et testium infrascriptorum, adhibitorum loco magistratus Christianorum non existentis in hiis partibus dicionis regis Turchorum, requisitus ad instanciam Nicolai de Turrilia notarii, ut ipse Paris, olim protoiorus populi Latini Caffe, …[omissis]… Acta sunt hec Pere, sub archivoto domus condam Thome Spinule, nunc Luce Soffiano, anno dominice Nativitatis millesimo quadringentesimo octuagesimo, indicione duodecima secundum cursum Ianue, die tercia februarii, in terciis presentibus testibus Ambroxio et Melchione Iudices, David de Staliano et Nicolao de Mauro, vocatis et rogatis.
(S.) Iohannes de Vecina notarius.
Atto Nº117, pagg. 252-253
«Collana Storica di Fonti e Studi», diretta da Geo Pistarino
Ausilia Roccatagliata
«Notai Genovesi in Oltremare - Atti Rogati a Pera e Mitilene»
Tomo I, Pera, 1408-1490
Genova, 1982
1 Rogito con formule ceterate nella parte finale, seguite da spazi bianchi. Sulla medesima carta il notalo ha redatto il doc. N°118.
Traduzione (di Dario de Judicibus):
+Gesù. Nel nome del Signore, amen. Paride de Morde, presente davanti a me notaio e ai testimoni sottoscritti, in qualità di magistrato dei cristiani non presenti in queste parti sotto il dominio del re dei Turchi, su richiesta di Nicola de Turrilia, notaio, affinché il suddetto Paride, un tempo primo giurato del popolo latino di Caffe …[omissis]… Questi atti sono stati redatti a Pera, presso l'archivio della casa del defunto Tommaso Spinola, ora di Luca Soffiano, nell'anno 1480 dalla nascita di Cristo, nel dodicesimo anno dell'indizione secondo il calendario di Genova, il terzo giorno di febbraio, in presenza dei testimoni Ambrogio e Melchione Iudices, Davide de Staliano e Nicola de Mauro, chiamati e richiesti. Sottoscritto da Giovanni de Vecina, notaio.
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