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Data di nascita 8 marzo 1782 |
Periodo di riferimento 1782-1837 |
Data della morte 21 gennaio 1837 |
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Cosa si sa
Matteo de Judicibus1 nasce a Molfetta (BA) l'8 marzo 1782 da Sergio e Susanna Poli. Terzo di otto figli: Giovanna, Gaetana, Matteo, Angela, Angela Maria, Corrado, Rosa Maria e Giuseppe. Per alberano dell’8 febbraio 1802, ratificato il 4 dicembre 1803, sposa Francesca Cappelluti. Per capitoli matrimoniali del 24 ottobre 1806, sposa Maria Cappelluti2, figlia del negoziante Mauro Sergio. La coppia ha avuto i seguenti figli:
- Susanna Maria (❀𝒸𝒶.1808-1881✟),
- Angela Mariab (❀𝒸𝒶.1809-1841✟),
- Giovanna Maria (❀1811-1811✟),
- Sergio (❀1812-1874✟),
- Giovanna Mariaa (❀1814-1814✟),
- Giovanna Maria (❀1815-1815✟),
- Mauro Sergio (❀1816-1887✟),
- Giovanna Maria (❀1818-1853✟),
- Corradod (❀1821-1898✟),
- Giuseppe (❀1824-1853✟),
- Antonio (❀1827-1870✟),
- Gaetana (❀1829-𝓅.1862✟),
- Rosa Mariac (❀1832-1894✟).
Con un testamento rogato il 24 settembre 1836, aperto e letto il 26 gennaio 1837, Matteo dispone eredi i figli maschi Mauro e il Rev. Sac. Sergio e le femmine nate da sua moglie Maria Cappelluti, mentre con un testamento rogato il 1° luglio 1855, Maria Cappelluti dispone eredi tutti i suoi figli maschi e femmine. Matteo muore il 21 gennaio 1837.
Archivio di Stato,
Stato Civile Napoleonico,
a Atto di nascita n. 144.
Stato Civile della Restaurazione,
b Atto di morte n. 322.
Stato Civile Italiano,
c Atto di morte n. 682.
d Atto di morte n. 338.
1 Matteo ha come “secondi nomi” Maria, Rafaele.
2 Su uno degli atti si legge “Cappelluto”. Il cognome è a volte riportato anche con una sola “p”.
Alcune informazioni in questa scheda sono state fornite,
per gentile concessione, dal Cav. Corrado Pisani
come materiale inedito, da fonte documentale
citata nell'Introduzione a questo ramo.
La famiglia
L'ascesa economica della famiglia De Judicibus costituisce un esempio della tendenza al rinnovamento della classe dirigente: la riteniamo significativa perché non deriva da posizioni di privilegio ecclesiastico o d'altro genere, ma a queste anzi arriva per capacità imprenditoriale.
I De Judicibus sono dunque ai primi dell' ’800 «homines novi».
Dei figli di Matteo e Maria Capelluti (proveniente da famiglia benestante in cui figurano negozianti, proprietari, legali, con carica di decurione e rendite fondiarie da 250 a 1200 ducati), cinque sono avviati a studiare in Seminario in tempi diversi: Sergio (n. 1812), Mauro (n. 1827), Corrado (n. 1823), Giuseppe (n. 1826), Antonio (n. 1833). Negli anni 1844-1848 tre studiano a Napoli alla scuola di F. De Sanctis con Luigi La Vista. Calcolando una retta media di 12 ducati al mese e la riduzione che spettava ai fratelli e l'adeguamento operato in riguardo alle condizioni economiche degli allievi, come riferisce De Sanctis, sino alla eliminazione della retta dopo 2 anni in quanto diventavano collaboratori e si autofinanziavano, si può pensare che negli anni 1844-45 Matteo De Judicibus, il padre, dové sostenere una spesa mensile di 20-30 ducati, cifra ragguardevolissima.
Matteo De Judicibus figura tra gli «eligibili alle cariche amministrative» del 1816-17, come proprietario, di anni 34, «scribente», con una rendita fondiaria di 50,72 ducati, mentre il fratello Corrado, ambedue figli di Sergio, di anni 26, deputato alla Sanità, proprietario, «scribente», con una rendita fondiaria di ducati 60,25. È pur vero che la rendita annotata è calcolata solo sui beni immobili del territorio di Molfetta senza comprendere beni immobili fuori territorio e rendite di capitali liquidi o dí altra natura. Si registra comunque che nell'elenco del 1825, Matteo di Sergio, qualificato stavolta negoziante, di anni 43, scrivente, figura con una rendita di 224,40 ducati, mentre il fratello Corrado, di anni 34, con una rendita di ducati 36. Si tratta certamente delle stesse persone; le diversità sono dovute o a una maggiore precisione nel censimento o ad una evoluzione della propria situazione finanziaria. Sono comunque due figure emergenti; nel 1827 Matteo è Priore della Congregazione di S. Stefano, mentre Corrado nel triennio 1825-28 è Priore della Congregazione della Morte.
Certamente alla spesa degli studi a Napoli dei 3 giovani dové contribuire il figlio maggiore, Sergio, sacerdote e docente di Diritto in quegli anni, nel Seminario di cui diverrà rettore nel 1848. Resta comunque evidente che l'istruzione e la formazione culturale dei figli e l'avviamento alle professioni liberali (Giuseppe studia Diritto, Corrado Ingegneria, Mauro, Umanità) costituivano per Matteo un investimento sociale ed economico per cui impegnava una spesa di oltre 200 ducati l'anno, ed una chiara scelta di valori.
Giovanni De Gennaro,
«I discepoli molfettesi di Francesco De Sanctis»,
Appendice «La Famiglia di Corrado, Mauro e Giuseppe de Judicibus»,
pagg. 314-315
Da notare come il De Gennaro riporti come data di nascita per Corrado de Iudicibus il 1823, mentre da altre fonti noi sappiamo essere il 3 dicembre 1821. C'è quindi da prendere cum grano salis anche le altre date qui proposte.
I De Iudicibus e il Risorgimento a Molfetta
La famiglia De Iudicibus si ritrova in prima linea durante il Risorgimento. Mentre tuttavia Sergio sembra essere un moderato, Matteo e Gaetano sembrano essere in una frangia più estrema, quella guidata da Giovanni Cozzoli. Non sappiamo per certo chi siano Matteo e Gaetano, ma se il primo è il padre di Sergio, il secondo potrebbe essere suo fratello, ovvero lo zio di Sergio. A Molfetta tuttavia ci sono in quel periodo altri Matteo e Gaetano. Ad esempio, Matteo de Judicibus, capitano di lungo corso, armatore marittimo e proprietario di navi a vela, e suo figlio Gaetano.
La legge elettorale pubblicata il 29 febbraio indiceva l'elezione dei deputati per il 13 aprile, ma questa fu differita al 18 a causa delle mutevoli vicende del Ministero napoletano; e la elezione fu ripetuta il 30 in seconda convocazione, non essendosi raggiunta la maggioranza legale per tutti i rappresentanti assegnati alla circoscrizione barese. Molfetta votò per Saverio Barbarisi, uomo d'idee estreme, mentre il nostro concittadino Sergio De Iudicibus, dotto sacerdote e amico di Luigi La Vista, fu bocciato, perchè troppo tiepido. Senza dubbio tale risultato fu dovuto alla propaganda energica e risoluta del Cozzoli.
Rassegna storica del Risorgimento
Bari; Cozzoli Giovanni
Anno 1936, pag. 864
19 giugno 1848
Non furono questi soltanto gli atti d'insubordinazione commessi a Molfetta in quei giorni di fermento e di rivolta, ma altri se ne perpetrarono dal Cozzoli e dai suoi seguaci.
Il 19 giugno egli, conformandosi a quanto gli veniva suggerito dagli elementi più ribelli delle Puglie e della Lucania, chiamò a raccolta nel trappeto della casa paterna i componenti la famiglia, e fece approvare quanto è detto nella seguente dichiarazione, scritta dal suo segretario Giovanni Alfonso Pansini, e sottoscritta da 113 affigliati, atti alle armi:
Al fratello Presidente Giovanni Cozzoli,
I qui sottoscritti domandano che la Famiglia sia organizzata in colonna mobile armata, la quale dev'essere sempre pronta a difesa della Patria.
Chiunque non vorrà appartenere a detta colonna armata, uscirà dalla Famiglia, perchè non si vogliono persone inutili. Epperò si formi un foglio di sottoscrizione, e ciascun individuo della Famiglia avrà il dovere di apporvi la sua firma.
II Presidente avrà l'obbligo di convocare questa colonna nei casi urgenti che la Patria ha bisogno di difensori, acciocché i fratelli a maggioranza di voti possano discutere quale deliberazione debba prendersi.
In secondo si domanda che di tutto l'operato della seduta del 17 corrente non si tenga conto, come di atti illegalmente fatti e contro il nostro Statuto.
Altomare Pasquale, Altomare Giuseppe di Corrado, Altomare Sergio Corrado, Altomare Giuseppangelo, Abbatti sta Tommaso, Allegre tta Vito fu Vincenzo, Antico Leonardo, Andriani Pietro, Bartoli Giovanbattista, Balacco Mauro Leonardo, Binetti Raffaele, Binetti Tommaso, Bovenga Francesco, Boccardi Pietro, Binetti Francesco Antonio di Giulio, Cozzoli Giovanni alias cozzolicchio , Candida Graziano, De Candia Giovan Battista, Camporeale Gaetano, Carabellese Pantaleo, Carella Mauro, Cervellera Vincenzo, Cali Leonardo, Cozzoli Raffaele, Cozzoli Pantaleo, Caffarella Vincenzo, Cinque Giuseppe, De Candia Oronzo, Fontana Sergio, Filiù Giuseppe, Filiù Michele, Fornari Mauro, Ferri Guglielmo, Gallo Vincenzo, Gallo Zaccaria, Gallo Carmine, Gallo Luigi, Gallo Guglielmo, De Gioia Bartolomeo, De Gioia Gaetano, Galeppi Michele, GambardeDa Luigi, Iovino Arcangelo, De Iudicibus Matteo, De Iudicibus Gaetano, Lioj Nicola, Lezza Sergio di Liborio, Mangiarano Giuseppe, Menelao Francesco, Menelao Nicola, Menelao Pasquale, De Marinis Domenico, Marinelli Luigi, Mezzina Nicola, Modugno Procopio, Magrone Giuseppe, Mangiarano Vito Antonio, Magrone Vito. Minutillo Vito, Mezzina Onofrio fu Sergio, Mezzina Vito, Mascelli Giuseppe, Maurantonio Mauro, Maggialetti Matteo, Manuzzi Ludovico, Martire Antonio, Muscani Francesco, Orofìao Achille, Pappagallo Antonio, Panunzio Pietro, Poli Giuseppe di Luigi, Poli Gabriele, Panunzio Giuseppe di Beniamino, Poli Nicola, Pansini Giovannangelo, Panunzio Costantino, Poli Giuseppe di Graziano, Parvanà Pasquale, Pastore Domenico, Picca Ignazio, Pansini Saverio, Pappalepoye Vito, Pomodoro Saverio, Parvanà Apostolo, Romano Liborio, Rossi Francesco, Rana Francesco, De Ruvo Salvatore, De Ruvo Girolamo, Sigismondo Vincenzo, Sigismondi Mauro, Silvestri Michele, Silvestri Felice, Sasso Francesco, Scippa Antonio, Sallustio Giuseppe, Spagnoletti Pantaleo, Sigismondi Saverio, Sasso Donato, Tortora Loreto, Tavella Saverio, Tritto Giacomo, Tattoli Sergio, Vista Paolo, Visaggio Simone, Visaggio Mauro e Visaggio Giuseppe.
Ibidem
Anno 1936, pagg. 879, 880