Data di nascita

1637

Periodo di riferimento

1637-1718

Data della morte

25 aprile 1718
  DNP 3
  Cellamare
  Giovinazzo

Cosa si sa

Domenico Del Giudice nasce a Napoli (NA) nel 1637 da Nicola, primo Principe di Cellamare, e Ippolita Palagano. Quinto di quattordici figli: Cornelia, Zenobia, Teresa, Chiara, Giovanni Battista, Paolo, Giovanna, Aurelia, Maria, Isabella, Eleonora, BNR & Domenico, Francesco BNR 495 & Geronima 495. Sposa nel 1653 Costanza Pappacoda (1670✟), figlia di Giuseppe, Principe di Triggiano e Marchese di Capurso, ed Elena Cavaniglia dei Duchi di San Giovanni Rotondo. La coppia ha avuto i seguenti figli1:

  • Antonio (❀1657-1733✟), BNR 495
  • Nicola (❀1660-1743✟), BNR 495
  • Ippolita Maria Teresa (❀16??), BNR
  • Elena (❀16??), BNR
  • Giuseppe (❀16??-1692✟), BNR
  • Giovanni Battista (❀16??), BNR 495
  • Michele (❀16??-1697✟), BNR
  • Cornelia (❀16??), BNR
  • Zenobia (❀16??), BNR
  • Francesco (❀16??). BNR 495

Nicolo

Domenico

nato del 1637.
Sua moglie Costanza Papacoda di Giuseppe e di Elena Cavaneglia
ammo. 1673:

Antonio Maria Buonarroti,
«Alberi genealogici di diverse famiglie nobili, compilati et accresciuti
con loro prove dal molto reverendo fra’ Antonio Maria Buonaroti,
sacerdote professo del Sagr’Ordine Gerosolimitano in Genova,
distribuita in tre tomi»,
manoscritto cartaceo del 1750,
I-V, segnatura m.r. VIII. 2. 28-30,
Sezione di Conservazione, Biblioteca Civica Berio, Genova.
pagg. 80-81.

Diventa secondo Principe di Cellamare, Duca di Giovinazzo, Signore di Terlizzi e Castelgaragnone nel 1651; Tesoriere Generale del Regno di Napoli nel 1670; Principe di Cellamare nel 1672; membro del Consiglio Collaterale e ambasciatore spagnolo presso il Duca di Savoia nel 1679; membro del Consiglio Supremo d’Italia nel 1682; Vicerè e Capitano Generale d’Aragona nel 1694; Grande di Spagna di prima classe nel 1697 e infine Cavaliere dell’Ordine di San Giacomo.

Nicolò

Domenico

 

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 494, pag. 113.

Il manoscritto 495 495, foglio 378, riporta questo personaggio come appartenente a un sottoramo dei Giudice di Genova albergati presso la famiglia Calvi.

Nicolò

Domenico

nato 1637. in lib.nob·1640·

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 495, f. 379.

Muore a Madrid (ES-M), in Spagna, il 25 aprile 1718.


1 Nel manoscritto del Buonarroti c'è un'aggiunta ai figli di Domenico, ovvero una Camilla che avrebbe sposato un Principe di Bisaccia. Si tratta di un'annotazione posteriore al Buonarroti. Dato che altre simili nello stesso manoscritto si sono poi rivelate errate, riteniamo sia poco affidabile ma la riportiamo comunque per completezza.

Domenico

D: Camilla

Duchessa di Bisaccia

Documenti

Qui di seguito è riportata una serie di documenti riguardanti il personaggio in oggetto.

Clicca qui a sinistrasopra sulle singole voci per vederne il contenuto.
1451 BSulla genealogia dei Giudice di Napoli1451-1733
1637 ASull'elogio funebre di D. Costanza Pappacoda1637-1690
1637 BSul Grandato di Spagna1637-1697

Sulla genealogia dei Giudice di Napoli

1451-1733

Il "Dictionnaire de la Noblesse" (Paris 1866) riporta una genealogia completa dei Giudice (Del Giudice) di Napoli dal 1451 al 1733. Fra gli altri è menzionato:

Dominique Giudice, Duc de Giovenazzo, Prince de Cellamare, &c., Chevalier de l'Ordre de Saint-Jacques, né en 1637(1), fit le fonctions d'ambaſſadeur orinaire du Roi, Charles II, en France, depuis 1679, juſqu'au 12 Mai 1680. Philippe V le fit ſon Conſeiller d'Etat au mois de Juin 1706, & il prit féance en cette qualité au Conſeil le 9 Octobre ſuivant. Il fut auſſi déclaré Grand d'Eſpagne de la ſeconde claſſe, en conſidération de ſes ſervices, & de ceux du Cardinal ſon frére, le 5 Avril 1709. Il demeura inviolablement attaché au parti des ce Prince, qu'il voulut fuivre, nonobſtant ſon grand âge, lorſque les Alliés entrèrent dans la Caſtille, & mourut à Madrid le 25 Avril 1718, âgé de 81 ans. Il eut entr'autres enfans Antoine et Nicolas.

(1) Nel testo è riportata erroneamente la data 1537, in contrasto con quanto affermato successivamente in merito alla morte avvenuta nel 1718 all'età di 81 anni.

La Chenaye-Desbois et Badier
"Dictionnaire de la Noblesse"
Troisième Édition, Tome 9 [Paris: Schlesinger, 1866]

Sull'elogio funebre di D. Costanza Pappacoda

1637-1690

1463. — Francavilla (Tomaso Luigi) Elogio funebre di D. Costanza Pappacoda Duchessa di Giovinazzo.
Fu recitato in Giovenazzo, ma rimase inedito ed è ricordato dal Garruba nella pag. 657 della Serie de Pastori Baresi. Costanza Pappacoda figliuola del Principe di Triggiano e Marchese di Capurso sposò nel 1653 Domenico Giudice, il quale nacque nel 1637 da Nicola Giudice Principe di Cellammare e da Ippolita Palagano di Trani, prese sin dal 1651 il titolo di Duca di Giovenazzo, e dopo la morte del padre avvenuta in marzo del 1672, fu il secondo Principe di Cellammare. È pure ricordato dallo stesso Padre fra Tomaso Luigi Francavilla di Acquaviva nella dedicatoria dell'Elegiadon pubblicato nelle pag. 204 a 207 del suo libro, ch'è intitolato Austriache Peane, Epicedio Reale et altre Composizioni (Venezia MDCXC, in 12°).

Luigi Volpicella,
«Bibliografia storica della provincia di Terra di Bari»,
Napoli, Tip. dell' Accademia reale delle scienze, 1884
Pag. 471

Sul Grandato di Spagna

1637-1697

…[omissis]…

Il duca di Giovinazzo Domenico Giudice, le vicende del quale saranno esaminate più partitamente in seguito, ambasciatore del suo re presso la corte di Francia, fece lunga e vana anticamera presso Luigi XIV perché non insignito del titolo di Grande di Spagna78; viceversa gli ambasciatori spagnoli a Roma risolvevano delicate questioni di trattamento con i nipoti dei pontefici attribuendo loro la qualifica di Grandi79.

…[omissis]…

Domenico Giudice, duca di Giovinazzo e principe di Cellamare, nato nel 1637, era uno di quei fedeli vassalli del re che aveva dedicato la propria vita al servizio della monarchia non trascurando di accompagnare al sempre ostentato lealismo tutte quelle pratiche che potevano innalzare la sua casata e farne un punto di riferimento per quei nobili che avessero bisogno di protezioni e di aderenze che consentissero loro più facili accessi ai titoli ed agli onori che la munifica monarchia dispensava.

La letteratura sull'Italia spagnola del secondo Seicento riporta sovente il nome del duca di Giovinazzo83; le cronache ne tratteggiano la figura come quella di un personaggio potente, alle prese pur egli con problemi di status o di collocazione nella gerarchia degli onori, e ne mettono sempre in evidenza la capacità di muoversi con disinvoltura sullo scenario della corte di Madrid come su quello delle altre corti italiane ed europee.

Ambasciatore a Torino, a Roma, in Francia e in Portogallo, viceré d'Aragona, presente nei Consejos di guerra e d'Italia, padre di due figli morti sotto le bandiere di Spagna nella guerra della «Grande Alleanza», fratello di un cardinale membro del Consejo de Estado e che nel 1702 sarà viceré in Sicilia, Domenico rappresentava la tipica figura del grande aristocratico colmo di onori ed uffici, a suo agio nei consejos come nelle anticamere del re, al quale mancava però l'ultima qualificazione, quella che istituzionalizzava il grado di familiarità col monarca e rendeva edotta l'Europa tutta del possesso di prerogative che si trasformavano in dignità. Il 23 dicembre 1697 al nostro fu riconosciuto il trattamento di Grande di Spagna per sé, i suoi figli ed i suoi successori in linea diretta.

…[omissis]…

Domenico Giudice nelle contingenze di quegli anni aggiunse ulteriori meriti a quelli che già possedeva: Filippo, riconosciutigli il sacrificio di beni, «stati» e «quantiosa hacienda» sofferto nell'occupazione del regno di Napoli da parte degli imperiali, la dura prigionia patita dal figlio nel castello di Milano, la perdita di tutti i benefici napoletani del fratello cardinale, gli conferì il grandato per tre vite90.


78 D. Confuorto, Il torto e il dritto della nobiltà napoletana. Ho consultato l'edizione manoscritta, segnata 64-F-17, conservata nella Biblioteca Provinciale di Bari, ff. 29t-32.
79 AHN, Estado, leg. 7666, carp. 6.
83 Sulla famiglia Giudice v. R. Colapietra, Genovesi, cit. e A. Massafra, Terra di Bari. 1550-1600, in «Storia del Mezzogiorno», vol. VII, Napoli, 1986, passim e p. 550.
90 ASN, Archivio Giudice Caracciolo, b. 8, fasc. 2. Come questo grandato si conciliasse con quello perpetuo già conferito da Carlo II non è dato sapere. Fu solo nel 1720 che la famiglia sottopose al re la contraddizione, ma Filippo V confermò la decisione presa nel 1709 (Ivi, b. 6 ).

Angelantonio Spagnoletti,
«Principi e Señores Grandes nell'Italia spagnola»,
Università di Roma Uno.

Manoscritto

Epigramma di D. Dominico Giudice
Epigramma di D. Dominico Giudice

Manoscritto

Epigramma di D. Dominico Giudice
Epigramma di D. Dominico Giudice