Data di nascita

4 aprile 1697

Periodo di riferimento

1697-1770

Data della morte

7 febbraio 1770
  DNP 5

Cosa si sa

Costanza Eleonora Del Giudice nasce a Napoli il 4 aprile 1697, da Antonio, terzo Principe di Cellamare, e Anna Camilla Borghese. Seconda di due figli: Angelo e Costanza Eleonora. Sposa in prime nozze il 24 giugno 1722 Gian Francesco Caracciolo, terzo Principe di Valle. La coppia ha un solo figlio che, tuttavia, muore nella culla:

  • Nicola (❀172?-172?✟).

Antonio

Eleonora
Costanza

nata del 1697.
senza prole

Eredita da padre i titoli nobiliari, per cui è quarta Principessa di Cellamare, Duchessa di Giovinazzo, Signora di Terlizzi e Castelgaragnone, Patrizia Genovese e, dal 1733, Grande di Spagna di prima classe. Il marito, Francesco, muore nel febbraio 1737. Così Costanza si sposa in seconde nozze, sempre nel 1737, con Salvatore Francesco Pappacoda (❀1688-1744✟), principe di Centola.

Muore1 il 9 febbraio 1770.

[N.d.A.] Nella cittadina di Cellamare (BA) esiste una via intitolata a Eleonora Costanza Giudice.


1 Secondo altre fonti Eleonora Costanza è morta il 18 febbraio, non il 9.

Il maggiorascato

1510. — Relazione formata dal magnifico Razionale D. Domenico Paziente per la divisione de'Burgensatici da Feudali dell'Eredità della Principessa di Cellamare. Napoli 22 dicembre 1772, in foglio.
Si dovettero distinguere i beni feudali da burgensatici di Costanza Eleonora Giudice Principessa di Cellamare e Duchessa di Giovenazzo per la ragione che alla morte di lei, avvenuta nel 9 di febbraio 1770 senza discendenti il feudo di Giovenazzo rimase devoluto alla Regia Corte. La notizia di questa relazione mi è stata data dal Sig. Giuseppe de Ninno, che l'ha veduta in Giovenazzo.

Luigi Volpicella,
«Bibliografia storica della provincia di Terra di Bari»,
Napoli, Tip. dell' Accademia reale delle scienze, 1884
Pag. 484

Questo ramo si sarebbe estinto per la morte di Nicola se il padre di Costanza Eleonora, Antonio, non avesse costituito un maggiorascato a favore della discendenza di Filippo Caracciolo duca del Gesso, fratello secondogenito del genero Francesco Caracciolo principe di Villa. I titoli, quindi, per l'istituzione del maggiorascato, passano a Filippo Caracciolo, duca del Gesso. Dalla sua primogenita Maria Eleonora, che sposa in seconde nozze Filippo Luigi Caracciolo dei Principi di Santobuono, nascerà in seguito Francesco che acquisterà il feudo di Cellammare e riunirà in sé i titoli e i cognomi delle due estinte famiglie dei Giudice di Cellammare e dei Caracciolo di Villa. Con Nicola quindi, tecnicamente, si estingue la famiglia Giudice di Cellamare, ma il cognome verrà ancora usato in seguito dai discendenti di don Francesco Caracciolo.

Guida generale degli Archivi di Stato, Roma,
Ministero per i beni culturali e ambientali,
1986, III, pp. 128-130.

Maggiorascato. Istituto di diritto successorio nato in Spagna e diffuso nel 16° secolo. Il m. intendeva assicurare l'integrità di un patrimonio attraverso la sua costituzione in fedecommesso e la trasmissione, nell'ambito della stessa famiglia, senza riguardo alla discendenza, dall'ultimo possessore al parente più prossimo di grado e, in caso di parità di grado, al maggiore di età.

Enciclopedia Treccani
http://www.treccani.it/enciclopedia/maggiorascato/

Epigrafi

Qui di seguito sono riportate alcune epigrafi riguardanti i personaggi indicati.

Clicca qui a sinistrasopra sulle singole voci per vederne il contenuto.
FrancescoEpigrafe di Francesco Caracciolo1737
CostanzaEpigrafe di Costanza Eleonora Del Giudice1770

Epigrafe di Francesco Caracciolo

1737

VIII. — Marito di Eleonora Costanza Giudice (unica figlia ed erede di Antonio prince di Cellammare, passato alla storia soprattutto per la congiura francese e conosciuta col suo nome), Francese Caracciolo, ultimo principe di Villa, morì nel febbraio 1737. Fu sepolto nella chiesa dei Vergini, dove la vedova gli fece celebrare solenni funerali, dando probabilmente incarico al Vico di scrivere la presente iscrizione, della quale, per altro, non resta più alcuna traccia nella chiesa anzidetta.

VIII

Per la tomba elevata a Francesco Caracciolo principe di Villa nella chiesa
napoletana dei Vergini dalla vedova Eleonora Giudice.

FRANCISCVS CARACCIOLVS
VILLELNSIVM PRINCEPS
VNICVM SVAE FAMILIAE COLVMEN
IN MATRIMONIVM DVCTA
CONSTANTIA HELIONORA IVDICOEA
IVVENACIENSIVM DVCE HISPANIARVMQ. MAGNATE
COGNATA SVA
IPSA QVOQVE SVAE GENTIS VLTIMA
ATQVE EX EA VNO ITEM SVSCEPTO FILIO
EOQVE PVERO E VIVIS EREPTO
VIGENS ANNIS
INFELICI ORBITATE
DOM SVAE FATA CLAVSIT
VIRO MERITISSIMO
MOERENTISSIMA VXOR P.
ANNO CIↃIↃCCXXXVII

Traduzione: Francesco Caracciolo | principe dei Villesi | unico esponente della sua famiglia | dopo aver preso in moglie | Costanza Eleonora Giudice | duchessa di Giovinazzo e grande di Spagna | anch'ella ultima della sua stirpe | e dopo aver avuto da lei un solo figlio | strappato alla vita ancora fanciullo | vivendo negli anni | l'infelice mancanza | morì segnando la fine della sua casa | uomo di grande merito | la moglie grandemente afflitta pose | anno 1737

Scrittori d'Italia,
Gianbattista Vico,
Scritti vari e pagine sparse,
Bari, Gius. Laterza & figli, 1940 -XVIII,
pagg. 285.

Epigrafe di Costanza Eleonora Del Giudice

1770

Nella basilica di San Martino ai Monti in Roma posta sul colle Oppio, a mezza strada tra il Colosseo e Santa Maria Maggiore, al termine del passaggio centrale tra i sedili, di fronte all'altare che sovrasta le scale che portano alla cripta, è posta la tomba Costanza Eleonora Del Giudice, duchessa di Giovinazzo.

La lastra riporta la seguente epigrafe, sormontata dall'insegna e dalla corona nobiliare:

D. O. M.
CONSTANTIÆ ELEONORÆ DEL GIUDICE
DUCISSÆ IVUENACN.
COMITATE AC MUNIFICENTIA
OMNIBUS ACCEPTISSIMÆ
HÆRES
HOC GRATI ANIMI MONUMENTUM
P.
OBIJT SEXT. ID. FEBRVAR AN. MDCCLXX

Traduzione: In nome di Dio Onnipotente e Misericordioso. | A Costanza Eleonora Del Giudice | duchessa di Giovinazzo, | la cui amabilità e generosità | sono riconosciute da tutti, | gli eredi | con animo grato questo monumento | posero. | Morì il 7 febbraio del 1770 |

[N.d.A.] Poiché la lapide riporta ducissæ iuvenacenses e non ex ducibus iuvenacenses ed è presente una nappa sotto il puntale dell'insegna, ne risulta che Costanza è la titolare dell'infeudamento. Essendo una donna, questo vuol dire che i Del Giudice seguono la lex romana. Questa è un'ulteriore indicazione che i Del Giudice, duchi di Giovinazzo e Villa e principi di Cellamare, non appartengono ai Del Giudice di Amalfi per i quali valeva la norma ereditaria longobarda della legge salica secondo la quale il titolo spetta al primogenito maschio e si estingue con la sua morte se non vi sono eredi maschi, non passando mai a una femmina. La lex romana è d'altra parte la stessa seguita dai de Judicibus di Ventimiglia dai quali i Del Giudice, duchi di Giovinazzo, derivano.

Altre fonti

Il "Dictionnaire de la Noblesse" (Paris 1866) riporta una genealogia quasi completa dei Giudice (Del Giudice) di Napoli dal 1451 al 1733. Fra gli altri è menzionato:

Constance-Eléonore Giudice, née le 4 Avril 1697, mariée, le 24 Juin 1722, acec François Caraccioli, ſon couſin iſſu de germain, fils de Ferdinand, Prince de Villa-Sancta, dont elle n'a eu qu'un enfant mâle, mort au berceau.

La Chenaye-Desbois et Badier
"Dictionnaire de la Noblesse"
Troisième Édition, Tome 9 [Paris: Schlesinger, 1866]
pag. 327

Nel 1757 Costanza deve difendere il diritto di mola che aveva ricevuto lo zio Nicola nel 1650.

2245. — Celani (Gaetano) Risposta per la città di Terlizzi alla scrittura pubblicata dal difensore dell' Illustre Duchessa di Giovenazzo nella causa del jus molendi di detta città che decider dee la Regia Camera a relazione del degnissimo Signor Presidente della medesima D. Gennaro di Ferdinando. Napoli addì … Giugno MDCCLXIV, in foglio.
La città di Terlizzi cedette nel 1624 ad un suo creditore, le cui ragioni nel 1650 furono trasferite a Nicolò Giudice Principe di Cellamare, il diritto proibitivo del macinare. Essa poi dopo più di un secolo domandò la restituzione di quel diritto, ed una tale domanda diede origine alla lite, per la quale fu pubblicata questa scrittura. Il Cetani per la medesima causa ed in difesa della stessa città di Terlizzi aveva dato precedentemente alle stampe nel 1757 un'altra allegazione. Non ho mai veduta questa difesa del 1757, come neppure ho mai veduto l'allegazione del difensore della Duchessa di Giovenazzo, ch'è certamente molto voluminosa ed il cui autore dal Celani è chiamato il Signor Ambrogio.

Luigi Volpicella,
«Bibliografia storica della provincia di Terra di Bari»,
Napoli, Tip. dell' Accademia reale delle scienze, 1884
pagg.707-708

Gian Francesco Caracciolo

Gian Francesco Caracciolo nasce il 24 luglio 1697 da Ferrante e Teresa Oliva Grimaldi. 3° Principe di Villa Santa Maria, Marchese di Alfedena, Signore di Roio, Roitello, Giuliopoli, Fallo e Patrizio Napoletano. In seguito al matrimonio con Costanza Eleonora del Giudice, il 24 luglio 1722, 4° Principessa di Cellamare, Duchessa di Giovinazzo, Signora di Terlizzi e Castelgaragnone dal 1724, figlia ed erede di Antonio, 3° Principe di Cellamare, e di Anna Camilla Borghese dei Principi di Sulmona, acquisisce per nomine maritali nel 1724 i titoli di Principe di Cellamare, Duca di Giovinazzo, Signore di Terlizzi e Castel Garagnone. Muore il 18 febbraio 1737.

[N.d.A.] Gian Francesco è nipote di Filippo che aveva sposato Zenobia Del Giudice, sorella di Domenico, nonno di Eleonora Costanza.