Data di nascita

1657

Periodo di riferimento

1657-1733

Data della morte

16 maggio 1733
  DNP 4
  Cellamare

Cosa si sa

Antonio Del Giudice1 nasce a Napoli (NA) nel 16572 da Domenico, secondo Principe di Cellamare, e Costanza Pappacoda. Primo di dieci figli: Antonio, Nicola, Giovanni Battista, Francesco BNR 495 & Ippolita Maria Teresa, Elena, Giuseppe, Michele, Cornelia e Zenobia BNR3. Sposa nel 1694 Anna Camilla Borghese (❀1661-1715✟), figlia di Giovanni Battista, secondo Principe di Sulmona, di Rossano e Duca di Palombara, e di Eleonora Boncompagni. All'epoca Anna Camilla è vedova di Francesco Maria Pico, Principe ereditario di Mirandola. La coppia ha due figli:

  • Angelo (❀1694-17??✟),
  • Costanza Eleonora (❀1697-1770✟).

Domenico

o Antonio

nato nel 1657
Sua moglie Anna Camilla Borghese di Gio: Batta Principe di Sulmona q. Frano Ma Principe della Mirandola dal 1694.
Principe di Cellamare ammo. 1719.

Antonio Maria Buonarroti,
«Alberi genealogici di diverse famiglie nobili, compilati et accresciuti
con loro prove dal molto reverendo fra’ Antonio Maria Buonaroti,
sacerdote professo del Sagr’Ordine Gerosolimitano in Genova,
distribuita in tre tomi»,
manoscritto cartaceo del 1750,
I-V, segnatura m.r. VIII. 2. 28-30,
Sezione di Conservazione, Biblioteca Civica Berio, Genova.
pag. 81

Domenico

Antonio

 

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 494, pag. 113.

Il manoscritto 495 495, foglio 378, riporta questo personaggio come appartenente a un sottoramo dei Giudice di Genova albergati presso la famiglia Calvi.

Domenico

Antonio

nato 1659. in Libro nob·1662·

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 495, f. 379.

Muore a Siviglia il 16 maggio 1733. La moglie era morta di vaiolo a Roma il 24 settembre 1715.


1 Il nome completo di Antonio, alla “maniera spagnola”, è Antonio Giuseppe Michael Nicola Luigi Francesco Gaspare Baltassarre Melchiore Emanuele Giovanni Battista Del Giudice.
2 Il manoscritto 495 afferma che Antonio sia nato nel 1659 e non nel 1657 come afferma il Buonarroti. Riteniamo tuttavia attendibile quest'ultimo.
3 Nel manoscritto del Buonarroti c'è un'aggiunta ai figli di Domenico, ovvero una Camilla che avrebbe sposato un Principe di Bisaccia. Si tratta di un'annotazione posteriore al Buonarroti. Dato che altre simili nello stesso manoscritto si sono poi rivelate errate, riteniamo sia poco affidabile ma la riportiamo comunque per completezza.

La vita

Antonio eredita i titoli dal padre, Domenico, ovvero è il terzo Principe di Cellamare, Duca di Giovinazzo, Signore di Terlizzi e Castelgaragnone.

Antonio viene educato alla corte di Spagna. Viene nominato Ciambellano del Re di Spagna nel 1685 e Cavaliere dell’Ordine di Giacomo e Commendatore di Avellino e Guadalerza a partire dal 1692. Segue Filippo V in Italia per difendere Napoli contro gli imperiali e prende valorosamente parte alla battaglia di Luzzara nel 1702, ove viene promosso Maresciallo di Campo, e all'assedio di Gaeta. Per meriti militari è nominato Cavaliere dell’Ordine di San Giacomo.

Preparato dagli studi alla diplomazia, Antonio viene inviato nel 1680 a Monaco come ambasciatore spagnolo e nel 1715, sempre in veste di ambasciatore spagnolo, a Parigi. Qui organizza e tenta di portare a termine la famosa congiura ordita dal cardinale Alberoni, per molti anni Primo Ministro del Re di Spagna. Lo scopo è quello di uccidere il reggente di Francia Filippo II d'Orleans per far così passare la reggenza nelle mani dell'imperatore Filippo V di Spagna, della casa d'Asburgo. La congiura è però scoperta e il Cellamare viene imprigionato per 8 mesi nel castello di Blois.

Dopo lunghe trattative tra Francia e Spagna, il 9 dicembre 1718 Antonio Del Giudice viene estradato. Accolto con grandi onori alla Corte di Madrid e colmato di favori dall'imperatore, viene promosso Governatore e Capitano Generale della Vecchia Castiglia nel 1719. Il 25 agosto 1720 viene nominato Grande di Spagna di prima classe e il 1° gennaio 1728 Cavaliere dell'Ordine del Re di Francia. Il 25 aprile 1729 riceve la Croce e il Cordone dello Spirito Santo nella chiesa metropolitana di Siviglia, per mano del re cattolico, essendo stato insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine di San Michele il giorno prima.

Altre fonti

Il "Dictionnaire de la Noblesse" (Paris 1866) riporta una genealogia quasi completa dei Giudice (Del Giudice) di Napoli dal 1451 al 1733. Fra gli altri è menzionato:

Antoine Giudice, fon aîné, Duc de Giovenazzo, Prince de Cellamare, Seigneur de Terlizzi, &c., Chevalier de l'Ordre de Saint-Jacques, Commendateur de Guadalerza & d'Avellino, & cernier lieu de Carabaca dans le même Ordre, naquit en 1657. Il fut Getilhomme de la Chambre de Roi Catholique, Grand-Ecuyer de la Reine d'Eſpagne, en Javier 1715, nommé Ambaſſadeur extraoirdinaire à la Cour de France, au mois de Février fuivant, juſqu'au 9 Décembre 1718, fait Gouverneur & Capitaine-Général des frontières de la Vieille-Caſtille en 1719, Grand d'Eſpagne le 25 Août 1720, & nommé, le 1er Janvier 1728, par le Roi de France, pour être Chevalier de fes Ordres. Il reçut la Croix & le Cordon du Saint-Eſprit dand l'Egliſe Métropolitaine de Séville, par le mains du Roi Catholique, le 25 Avril 1729, ayant été reçu Chevalier de l'Ordre de Saint-Michel le jour précédent. Ce Seigneur eſt mort à Séville, le 16 Mai 1733. Il avoit épouſé, en 1694, Anne-Camille Borghèſe, veuve de François-Marie, Duc & Prince de la Mirandole, & de Concorde, mort le 19 Avril 1689, & fille de Jean-Baptiſte Borghéſe, Prince de Sulmone & de Roſſano, Duc de Palumbara, Grand d'Eſpagne & Chevalier de la Toiſon-d'Or, & d'Eléonore Boncompagni, des Ducs de Sora. Elle mourut de la petit-vérole à Rome, le 24 Septembre 1715, âgée de 54 ans, étant née le 29 Septembre 1661. De ce mariage font iſſus Ange et Costance-Eléonore.

La Chenaye-Desbois et Badier
"Dictionnaire de la Noblesse"
Troisième Édition, Tome 9 [Paris: Schlesinger, 1866]
pagg.326-327

Lettere

Una serie di lettere scritte da Antonio mentre si trovava in Francia, a Parigi, come ambasciatore del Re di Spagna, in relazione alla congiura per uccidere il reggente di Francia Filippo II d'Orleans.

Clicca qui a sinistrasopra sulle singole voci per vederne il contenuto.
AquavivaLettera al cardinale Aquaviva18 aprile 1718
CopertinaCopertina18 aprile 1718
A. Pag. 3Pagina 318 aprile 1718
A. Pag. 4Pagina 418 aprile 1718
A. Pag. 5Pagina 518 aprile 1718
A. Pag. 6Pagina 618 aprile 1718
A. Pag. 7Pagina 718 aprile 1718
A. Pag. 8Pagina 818 aprile 1718
AlberoniLettere al cardinale Alberoni1-2 dicembre 1718
B. Pag. 1Pagina 11° dicembre 1718
B. Pag. 2Pagina 21° dicembre 1718
B. Pag. 3Pagina 31° dicembre 1718
C. Pag. 4Pagina 42 dicembre 1718
C. Pag. 5Pagina 52 dicembre 1718
C. Pag. 6Pagina 62 dicembre 1718
C. Pag. 7Pagina 72 dicembre 1718

Lettera al cardinale Aquaviva

18 aprile 1718

Il 18 aprile 1718, Antonio scrive una lettera, al cardinale Aquaviva.

COPIE
DE LA LETTRE
ECRITE PAR S.E.M.
LE PRINCE DE CHELAMAR,

Ambassadeur de sa Majestè Catholique à la Cour de France, à S. Emce M. Le Cardinal Aquaviva, au fujet de la répreſentation faite à Sa Sainteré par le Comte de Gallach, dans l'Audience Extraordinaire du Mercredy 16. mars dernier.

TRADUZIONE: COPIA DELLA LETTERA SCRITTA DA S.E.M. IL PRINCIPE DI CELLAMARE, Ambasciatore di Sua Maestà Cattolica presso la Corte di Francia, a S. E.nza M. il Cardinale Aquaviva, sul tema della rappresentazione fatta a Sua Santità dal Conte di Gallach, nel'Udienza Straordinaria di Mercoledì 16 Marzo scorso.

Biblioteca Nazionale di Francia.

Copertina

18 aprile 1718

Copertina - Lettera al cardinale Aquaviva
Copertina - Lettera al cardinale Aquaviva

Pagina 3

18 aprile 1718

Pagina 3 - Lettera al cardinale Aquaviva
Pagina 3 - Lettera al cardinale Aquaviva

Pagina 4

18 aprile 1718

Pagina 4 - Lettera al cardinale Aquaviva
Pagina 4 - Lettera al cardinale Aquaviva

Pagina 5

18 aprile 1718

Pagina 5 - Lettera al cardinale Aquaviva
Pagina 5 - Lettera al cardinale Aquaviva

Pagina 6

18 aprile 1718

Pagina 6 - Lettera al cardinale Aquaviva
Pagina 6 - Lettera al cardinale Aquaviva

Pagina 7

18 aprile 1718

Pagina 7 - Lettera al cardinale Aquaviva
Pagina 7 - Lettera al cardinale Aquaviva

Pagina 8

18 aprile 1718

Pagina 8 - Lettera al cardinale Aquaviva
Pagina 8 - Lettera al cardinale Aquaviva

Lettere al cardinale Alberoni

1-2 dicembre 1718

Il 1° e il 2 dicembre 1718, Antonio scrive due lettere al cardinale Alberoni.

Afin que le Public ſoit inſtruit ſur quel fondament Sa Majeſté a pris la reſolution le 9.e du preſent mois de Decembre 1718, de renvoyer le Prince de Cellamare Ambaſſadeur du Roy d'Eſpagne, Et d'ordoner qu'un Gentilhomme ordinaire de ſa Maiſon l'accompagne juſqu’à la frontiere d'Eſpagne, on a fait imprimer les Copies de duex Lettres de cet Ambaſſadeur à M. le Cardinal Alberoni de 1.er & 2.e du preſent mois, ſignées par ledit Ambaſſadeur, & entierement écrites de ſa main & ſans chiffre.

TRADUZIONE: Affinché l'opinione pubblica possa essere consapevole su quali basi Sua Maestà prese la risoluzione il 9 di questo mese di dicembre 1718, di sollevare dal suo incarico il Principe di Cellamare, Ambasciatore del re di Spagna, e di ordinare a un gentiluomo ordinario della Casa Reale di accompagnarlo fino al confine con la Spagna, abbiamo fatto stampare le copie di due lettere di questo Ambasciatore al Cardinale Alberoni il 1° e il 2° del mese presente, firmate da detto Ambasciatore, e interamente scritte a mano e senza sigle.

Biblioteca Nazionale di Francia.

Pagina 1

1° dicembre 1718

Pagina 1 - Prima lettera al cardinale Alberoni
Pagina 1 - Prima lettera al cardinale Alberoni

Pagina 2

1° dicembre 1718

Pagina 2 - Prima lettera al cardinale Alberoni
Pagina 2 - Prima lettera al cardinale Alberoni

Pagina 3

1° dicembre 1718

Pagina 3 - Prima lettera al cardinale Alberoni
Pagina 3 - Prima lettera al cardinale Alberoni

Pagina 4

2 dicembre 1718

Pagina 4 - Seconda lettera al cardinale Alberoni
Pagina 4 - Seconda lettera al cardinale Alberoni

Pagina 5

2 dicembre 1718

Pagina 5 - Seconda lettera al cardinale Alberoni
Pagina 5 - Seconda lettera al cardinale Alberoni

Pagina 6

2 dicembre 1718

Pagina 6 - Seconda lettera al cardinale Alberoni
Pagina 6 - Seconda lettera al cardinale Alberoni

Pagina 7

2 dicembre 1718

Pagina 7 - Seconda lettera al cardinale Alberoni
Pagina 7 - Seconda lettera al cardinale Alberoni

Anna Camilla Borghese

Dopo lo sfarzoso matrimonio, nel 1685, tra Francesco Maria, principe ereditario del ducato, e Anna Camilla Borghese, nobildonna romana, qualcosa nel rapporto tra padre e figlio si è incrinato. Non è dato sapere né quando né il motivo, ma poco dopo il festoso evento i due litigano, e di brutto, tanto che il principe prende su armi e bagagli e moglie e si trasferisce alla Concordia.

Col senno di poi, viste le vicende ed il futuro comportamento di Anna Camilla, la novella sposa potrebbe essere la, o una, causa del litigio. La giovane coppia vive praticamente nel marchesato, anche se si può ragionevolmente pensare che nelle cerimonie ufficiali siano sempre presenti; la facciata deve essere comunque salvaguardata.

Il 28 luglio del 1686 alle ore sedici, Anna Camilla dà alla luce una bimba che viene immediatamente battezzata Antonia Maria dall’arciprete della Concordia. E’ subito evidente che non sopravvivrà a lungo e dopo soli tre giorni muore.

Un anno dopo, il 29 luglio, partorisce un’altra bambina che prende il nome di Beatrice Eleonora. Anche lei è di salute malferma e i suoi quasi due anni di vita sono un calvario, tanto da far scrivere nel proprio diario al chirurgo di corte Giovan Francesco Piccinini: “… finalmente a dì 11 Marzo 1689 a hore due di notte in circa morì.” Ambedue le bambine vengono seppellite nella tomba di famiglia, in s. Francesco sotto la cappella della Madonna di Reggio. Nel frattempo Francesco è riuscito ad andare a segno, si potrebbe dire in zona Cesarini. La principessa è di nuovo incinta e pare che la gravidanza proceda bene, ma, quando il traguardo è ormai in vista, ecco che il fato colpisce duro.

Il principe ereditario ha sempre goduto di piena salute, tranne un attacco di vaiolo superato velocemente con piena guarigione.

Domenica 27 giugno 1688, a 27 anni d’età, mentre passeggia tranquillamente nel convento dei cappuccini della Concordia, viene colpito da un improvviso attacco di febbre. E’ immediatamente assistito dal dottor Bartolomeo Faberio, medico di corte che lo sottopone alle cure del caso, compreso un salasso, ma senza esiti benefici. Ben presto vengono chiamati illustri luminari della scienza medica da Firenze, Roma e Padova che visitano il malato ed assistono nelle cure il medico Faberio ed il chirurgo di corte Giuseppe Piccinini, padre di Giovan Francesco Piccinini, anche lui chirurgo di corte e cronista dei fatti della Mirandola del tempo.

Mentre tutti sono in ansia per Francesco, la natura compie il suo corso: alle ore 15 e meza, del 30 settembre 1688, nasce il primogenito della coppia principesca, “… putino ben complesionato, e bello …”. Viene battezzato col nome del padre, Francesco Maria, e consegnato alla balia Geltrude per tutto il tempo dell’allattamento. In condizioni normali, per un’occasione del genere, alla Mirandola si sarebbero svolte cerimonie e feste per giorni e giorni e senza badare a spese, ma i dissidi tra padre e figlio sono veramente seri e non se ne fa niente.

Il responso finale dei dottori che si prendono cura del principe è tragico e si riassume in una sola parola: tubercolosi. In pochi mesi la malattia ha infierito duramente riducendo il paziente a pelle e ossa e tenendolo sempre in bilico tra la vita e la morte.

La sera del 12 aprile 1689, Francesco sente la fine avvicinarsi e si decide di mandare alla Mirandola il conte Lodovico Aboretti con l’incarico d’informare Sua Altezza Serenissima il duca Alessandro II della situazione ed intercedere perché siano concesse al figlio, nato ormai da alcuni mesi, le cerimonie del battesimo che competono.

Due giorni dopo Alessandro si presenta al capezzale del figlio. L’incontro viene descritto dal cronista come particolarmente toccante: “ … il figlio dimandò perdono al padre, e il padre non potendosi contenere piansero, e si braciarono asieme … e ogni giorno poi non mancò di visitarlo …”.

Il pomeriggio stesso il duca invita a corte i gentiluomini e le gentildonne della Mirandola con gli abiti di gala per la cerimonia del battesimo. Officia il preposto della Collegiata assistito da quattro dignitari, il principino in braccio alla balia, padrini il duca e la duchessa affiancati dalla madre Anna Camilla e circondati dalle dame e gentiluomini e gli viene posto il nome di Francesco Maria Girolamo Gioseffo Diego Gaspero Gregorio. Il solito cronista descrive così il bambino: “ Putino di bellissima facia, sano e bianco, e d’ottima complessione.”.

Alle ore venti e un quarto, circa, del 19 Aprile Francesco cade in agonia e muore poco dopo le ventidue.

Pur col cuore a pezzi, il duca emana gli ordini per un funerale di stato degno di un re. Meno di un mese dopo, l’8 maggio, la vedova annuncia di voler partire per Roma “per cambiare aria”, dopo di chè, per un’ora buona, si chiude in camera con suor Maria Alessandra, già sua confidente, per parlarle in segreto.

Nonostante il duca e la duchessa in prima persona tentino di dissuaderla manifestandole il loro affetto e appellandosi al suo amore per il figlio infante, non riescono a farle cambiare idea e il 10 maggio 1689 Anna Camilla Borghese lascia la Mirandola per sempre.

Nel 1694 convola a seconde nozze con Antonio Giudice principe di Cellamare e figlio di Domenico duca di Giovinazzo e si trasferisce a Napoli. Non vedrà più il figlio Francesco Maria fino a quando, nel 1709, l’ormai ex duca della Mirandola le si presenta davanti per chiederle, invano, i soldi per acquistare all’asta il perduto ducato.

Vanni Chierici,
«Il mistero di Anna Camilla Borghese»,
17 febbraio 2017, Al Barnardon 1879.