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Data di nascita 19 settembre 1503 |
Periodo di riferimento 1503-1567 |
Data della morte 𝓅.1567 |
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Cosa si sa
Marc’Antonio de Judicibus nasce a Molfetta (BA) il 19 settembre 1503 da Galieno. Non conosciamo il nome della madre. Secondo di quattro figli: Giovanni, Marc’Antonio, Elisabetta e Virgilia. Sposa in prime nozze la nobile Mariella de Schirico. La coppia ha un solo figlio:
- Troiano de Judicibus(❀1526-15??✟).
La moglie Mariella, tuttavia, muore poco dopo la nascita del figlio e Marc’Antonio si sposa in seconde nozze con Carmosina de Monno. La coppia ha avuto i seguenti figli:
- Tonta de Judicibus (❀1529-15??✟),
- Claudia de Judicibus (❀1531-15??✟),
- Ferdinando de Judicibus (❀1533-1558✟),
- Margarita de Judicibus (❀153?-15??✟),
- Hieronimo de Judicibus (❀15??-15??✟),
- Graziano de Judicibus (❀15??-1567✟),
- Camilla de Judicibus (❀153?-15??✟),
- Marino de Judicibus (❀15??-157?✟),
- Isabella de Judicibus (❀15??-15??✟).
Tre degli ultimi sei figli moriranno giovani.
Marco Antonio de Judicibus è sindaco di Molfetta dal 1540 al 1541.
Corrado Pisani,
«Catalogo di tutti i sindaci che hanno governato
dall'anno 1415 all'anno 1811
l'Università della Città di Molfetta».
Marc’Antonio muore in una data precedente al maggio 1567, data in cui muore il figlio Graziano.
[N.d.A.] Marc’Antonio è un personaggio importante nella genealogia dei de Judicibus di Trois/Molfetta, perché è copui che di fatto realizza le volontà dello zio Graziano restaurando la chiesetta di Sant’Andrea, costruendovi la Cappella in cui in seguito verranno traslate le spoglie di Graziano, e arricchendola con diverse opere, come la campana del Fiella, da lui commissionata.
La vita
Marc’Antonio è il secondogenito di Galieno e sarà lui a realizzare le volontà dello zio Graziano, dato che il fratello Giovanni sarà ucciso nel 1542 come vendetta per il sacco di Molfetta da parte dei Francesi. In quello stesso anno, poco prima della morte di Giovanni, il padre farà testamento a favore dei suoi due figli maschi.
Il 18 gennaio 1542, Galieno, già vedovo e infermo, fece testamento in favore dei suoi due figli maschi: il più volte ricordato Giovanni e Marco Antonio.
Pasquale Minervini,
«La Chiesa di Sant’Andrea in Molfetta»,
Mezzina, 1996, Molfetta
pag. 35
Marc’Antonio abita in un edificio confinante con la chiesetta di Sant’Andrea, probabilmente da lui acquistato da un certo Giovannello Bianchi (Ioannellis Albi) dopo che il padre e lo zio ebbero dal vescovo Ponzetti il possesso della chiesa in questione. L'edificio aveva un giardino che lo separava dalle abitazioni retrostanti ed era adiacente a quelle sul lato meridionale che sarebbero poi state interessate dall'opera di ricostruzione della chiesa.
Confinante alla fine del 1544 nella omonima strada «iuxta domum Bernardini Amerusii» e «in platea publica iuxta domum Ioannellis Gabrielis Ioannis Albi», la chiesa di S. Andrea aveva «alios confines» in «Io … iardeno de dicta ecclesia», posto nel 1545 «iuxta la casa de … Marco Antonio (de Iudicibus), iuxta la casa di Barthole de Yela e iuxta la ecclesia di S. to Andrea».
Qualche anno dopo (1551), tra i benefici del chierico Nicola Giovanni Scordamaglia di Napoli, è menzionata una casa «in vicinia sancti Andreae iuxta domum que fuit condam benedicti patroni, iuxta ecclesiam sancti andreae et iuxta domum domini marci antonii de Judicibus que fuit Ioannellis bianchi»
Ibidem,
pag. 43
La prima opera, tuttavia, che Marco Antonio commissiona nel 1545, non è ancora il restauro della chiesa, bensì una piscina d'acqua. Questa piscina si ritrova oggi sotto la Cappella della Visitazione e le adiacenti fabbriche innalzate dopo il rinnovamento della Chiesa di S. Andrea, nel 1546, quando compatrono di essa era lo stesso Marco Antonio.
Forse perché si era inizialmente deciso di restaurare la chiesa soltanto nelle sue fabbriche originarie, il 15 maggio 1545 lo stesso Marco Antonio commissionò ai «fabros murarios» «magistro Dominico Ioannis Mactheis de Terlicio, magistro Nicolao Antonio Petri Sclavoni de civitate Bari cive melfictano, magistro Leonardo magistri Rentii lucae de Mininno et magistro Leone Stephani dominici Iacobi de Melficto» una «pescina dacqua» in quello loco fundato per ipso magnifico Marcho Antonio in la ecclesia overo iardeno de la ecclesia de S.to Andrea sito et posto … in lo dicto iardeno de dicta ecclesia».
Detta piscina i predetti «mastro Dominico et compagni» promisero a Marco Antonio di «farla venire qualita de altecza alla inchianulatura di la ecclesia di S.to Andrea et … farla facta et bona et … bene stagna per tutto lo seguente mese di Iunio et in dicta pescina farnce lo vucchale ben proporzionato per tutto lo mese de otubro del seguente anno fatto che nce aviranno la intonicatura in dicta pescina et che non siani tenuti ipsi mastri dicta pescina inchianchare ma solum farnce la lamia et caricare la lamia di terra et redurla alla inchianulatura et farla stagna … conforme al quatro de la lamia de dicta pescina et che sia stangna et bona per anni tre integri currendi et cumputandi dal di che sera piena dicta pescina dacqua tutto ad loro di spesa».
Viceversa, Marco Antonio de Iudicibus promise «alli prefati mastro Dominico et compagni … per lo dicto lavoriero et pescina» di «darli et consignarli ducati tridici de moneta» e an¬cora «dai ad dicti mastri de piu totte quelle chiancharazze quale se trovano al presente in lo burgo di Molfetta quale ipso magnifico Marcho Antonio nce ha fatte condur grate effetto et anchora le pietre quale a capate da dicta pescina et totta la calce che nce vole in la calcara de ipso magnifico Marco Antonio vicino Sancto Bernardino et dare anchora totte lengname per fare la forma de la lamia de dicta pescina».
Ibidem,
pagg. 44, 46
Marco Antonio si sposa due volte. La prima ha un solo figlio, Troiano, la seconda ben otto figli, di cui tre, tuttavia, moriranno giovani. Fra il 1541 e il 1543 è sindaco di Molfetta.
Giuseppe De Gennaro,
«Rassegna storica economico-sociale intorno a Molfetta nel XVI secolo»,
Trani, Vecchi, 1951,
pagg. 40 e 43;
Inoltre è Utriusque Juris Doctor.
Archivio Diocesiano Molfettese,
CV,
Cart. 15, Acta Cappellania S. Andrea,
1580, fol. 6r
Del 1548 è un atto di vendita fra il padre, Galieno, e Marco Antonio, a dimostrazione che in quella data il padre era ancora vivo.
Archivio Diocesiano Molfettese,
CC,
Cart. 94, Acta de Maiora,
cit., fol. 252r
…[omissis]… dopo la morte del padre avvenuta tra il 1548 e il 15519, (Marco Antonio) rimase anche il maggiore dei compatroni della chiesa e il solo in grado quindi di completarne l'arredamento e l'ornamento e, come sembra, anche la costruzione della Cappella della Visitazione.
Pasquale Minervini,
«La Chiesa di Sant’Andrea in Molfetta»,
Mezzina, 1996, Molfetta
pag. 55
Alla morte della sorella, Elisabetta, malata e senza figli, Marco Antonio è fra gli eredi del testamento, assieme a tre dei suoi figli: Hieronimo, Graziano e Marino.
…[omissis]… si ha notizia dal testamento della nipote Elisabetta, del 24 dicembre 1564, la quale ormai «vidue relicte quondam magnifici U.I.D. domini Diomedis Leporinis de Melficto» e, sembra, senza figli, essendo «infirmam» nominò suoi eredi universali il fratello Marco Antonio e il nipote Camillo, figlio del defunto fratello Giovanni, e coeredi gli altri suoi nipoti, figli di Marco Antonio, Hieronimo, il clerico Graziano e il clerico Marino.
Pasquale Minervini,
«La Chiesa di Sant’Andrea in Molfetta»,
Mezzina, 1996, Molfetta
pag. 62
Lista degli atti ritrovati
Citato in un atto notarile
Nel 1567 compaiono in alcuni documenti i nomi dei seguenti appartenenti alla famiglia de Judicibus: Marco Antonio, Camillo, Troiano e il Magnifico Mons. Tatis de Judicibus.
Pasquale Minervini,
«La Chiesa di Sant’Andrea in Molfetta»,
Mezzina, 1996, Molfetta
pagg. 34-35
[N.d.A.] Sappiamo che Camillo è figlio di Giovanni e Troiano è figlio del fratello Marc’Antonio. Nulla invece sappiamo di Tatis, che essendo detto “il Magnifico” non doveva essere certo un personaggio secondario della famiglia.
Epigrafi
Nella Chiesa di S. Andrea ci sono due iscrizioni a ricordare i lavori commissionati da Marc’Antonio de Judicibus, e precisamente, un'iscrizione su un arco della Cappella, che ricorda che furono i de Judicibus a ristrutturare e arricchire l'edificio nel XVI secolo, e quella su una campana della chiesa, forgiata da mastro Giovan Battista de Fiella.
Iscrizione nella cappella
SACRARVM LEGVM VERIDICVS INTERPRES
MAGNIFICVS GRATIANVS VISITATIONI VIRGINIS
SVISQUE DE IVDICIBVS EREXIT ED DOTAVIT< M·A·I·
Veridico interprete delle leggi sacre
il Magnifico Graziano in onore della Vergine della Visitazione
eresse e arricchì per sè e per la sua famiglia, i de Judicibus
M(arcus) A(ntonius) I(nstituit)
Iscrizione sulla campana
MARCUS ANT(ONIU)S DE IUDICIBUS HOC OPUS F.F.1
Marc'Antonio de Iudicibus
rese possibile quest'opera2
La campana, di bronzo, ha un'altezza di 40 cm e un diametro di 43 cm. L'iscrizione si trova sotto la corona, mentre al centro, a oriente, c'è lo stemma dei de Judicibus e ad occidente l'immagine della Vergine col Bambino sul braccio sinistro, ovvero la Madonna dei Martiri. Sotto la Vergine, sopra il labbro della campana, c'è la firma dell'autore:
IL FIELLA F. A.D. MDLVI3.
1 “F.F.” sta per FIERI FECIT.
2 Questa locuzione non vuole tanto dire “fece” quanto “fece fare” e quindi non riguarda l'artigiano quanto il committente.
3 Si tratta di uno dei primi lavori di Giovan Battista Fiella di Napoli, residente a Bitonto.