Data di nascita

23 dicembre 1558

Periodo di riferimento

1558-1617

Data della morte

Agosto 1617
  Molfetta/Troia
  DMT 9

Cosa si sa

Galieno de Judicibus nasce a Molfetta (BA) il 23 dicembre 1558 da Troiano e Porcia Porticella. Primo probabilmente di tre figli: Galieno, Marino e Giacomo. Come altri de Judicibus prima di lui, diventa chierico e prende in carico il beneficio della chiesa di Sant’Andrea.

Muore nell'agosto del 1617.

La vita

Galieno è predestinato fin da bambino a succedere ai figli di Marc’Antonio nella gestione del beneficio della chiesa di Sant’Andrea a Molfetta.

Con la morte, pochi anni dopo, del chierico Marino, in mancanza di altri sacerdoti nella famiglia de Iudicibus ed essendo ancora piccolo il futuro figlio chierico di Troiano, (Galieno), primogenito di Marco Antonio, la successione nel beneficio fu causa di non poche liti sul diritto di presentazione, seguite da complessi processi beneficiali.

Pasquale Minervini,
«La Chiesa di Sant’Andrea in Molfetta»,
Mezzina, 1996, Molfetta
pagg. 65-66

Nei primi decenni del '600, quando cappellano di S. Andrea era ancora Don Galieno de Iudicibus, menzionato nelle visite vescovili alla chiesa eseguite da mons. Bovio il 7 marzo 1608 e il 15 giugno 1613 il beneficio della cappella risulta accresciuto di altri beni, tra cui vi è anche la «grava» del Pulo.

Ibidem,
pagg. 73-74

I benefici

Uno dei più completi elenchi dei beni annessi alla cappellania di S. Andrea durante il periodo in cui era cappellano Galieno e riportante anche la loro estensione e valutazione del tempo, è il seguente:

Tra i possedimenti terrieri
— La macchia «que dicitur de Arriculo», di vigne 24 (96 tarì1).
— La macchia di S. Lucia «cum turri et ecclesia dictae S.tae Luciae», di vigne 18 (tarì 72).
— Un'altra macchia nella stessa località, di vigne 4 (16 tarì).
— Sette vigne di oliveto a Lama martina (28 tarì).
— Altre sette vigne di oliveto in località S. Benedetto, «seu Piscina di Don Corrado» (28 tarì).
— Due vigne di oliveto in località Piscina Rossa, in territorio di Terlizzi (10 tarì).
— Una porzione di macchia in località Piscina di Gaudio, in territorio di Giovinazzo, di vigne 8 (34 tarì).
— Delle terre seminative in località S. Gennaro «vulgo dicitur (nel 1705) Parchi seminatorii in loco detto Eentiniano, seu Navarino» e, ancora successivamente «il luogo detto Morigine, ossia Parco di S. Andrea», di vigne 15 (32 tarì).
— Il chiuso «de lo chiancono» in località “Madonna della Rosa’, di 3 vigne (12 tarì).
— La grava del Pulo, presso il vecchio Convento dei Cappuccini, di 4 vigne (16 tarì).
— Venti ordini di uliveto in località S. Leonardo, avuti da Pirro de Filiolis «mediante decreto Curiae» in permutazione di una «terrula» nel suburbio (2 tarì).

Tra i fabbricati
— La casa con cucina in via S. Geronimo (20 tarì).
— Un'altra casa nella «vicinia maiori», presso il lido del mare permutata «mediante breve Apostolico» con una casa «in vicinia mente» (20 tarì).
— Una «domuncula» in via S. Andrea, «annexa»44 alla chiesa (la stessa adiacente attualmente la cappella della Visitazione), 4 tarì.
— Una bottega con piscina di olio sotto la casa dotale di Prospero Volpicella, nel largo di S. Andrea (4 tarì).
— Un'altra bottega «in vicinia della mente» sotto la casa di D. Giuseppe de Jacob (6 tarì).

Su tutti questi beni Don Galieno, che fu anche Canonico della Cattedrale, aveva l'obbligo di celebrare nove messe settimanali: sette «pro anima» di Graziano fondatore, e due «pro anima» di Don Gualterio de Iudicibus.

Pasquale Minervini,
«La Chiesa di Sant’Andrea in Molfetta»,
Mezzina, 1996, Molfetta
pagg. 74-76


Il tarì è il nome dato a varie monete circolanti nell'area del Mediterraneo fra il X e il XIX secolo. Il nome deriva dal latino tarenus, che a sua volta viene dall'arabo طري (tarī), ovvero fresco (di conio). Il tarì fu introdotto nel Regno di Sicilia da Ferdinando II d'Aragona. Era una moneta d'argento.

Torre del Gallo

La torre in oggetto, pur essendo già costruita nella prima metà del sec. XVI, non è riportata nelle fonti documentarie sotto forma di toponimo rurale, ma come un immobile anonimo di difficile collocazione nell’ambito del territorio rurale. La torre era situata in un fondo di proprietà di Rocco de la Sparatella in loco S. Lucia. Successivamente si è rintracciato un documento del 1609 dove si afferma che nel 1319 Angelo Chiurleone fondò un beneficio sotto il titolo di S. Pantaleone nella Cattedrale di Molfetta. Nella dote di questo beneficio oltre ad altri fondi vi era una corticella di terra con cinque alberi di ulivi a “Cerculi ossia S. Lucia&rdquo: In una memoria presentata nel 1609 si fa riferimento a questa corticella, dove si dice che è accanto alla torre degli eredi d’Andrea de la Sparatella, i beni del Seminario, quelli di Galieno de Judicibus e quelli dell’abate Maramonte. Questa circostanza fu motivo di approfondimento: nella S. Visita di mons. Salerni, eseguita nel 1730, tra i beni del Seminaio si rintracciò un fondo a Circoli confinate con uno del beneficio fondato da Angelo Chiurleone. Si può affermare che l’attuale Torre del Gallo era, nel sec. XVI, la torre di Rocco de la Sparatella citata nel Catasto di Molfetta del 1561.

www.comune.molfetta.ba.it

Torre del Gallo, Molfetta (BA)
Torre del Gallo, Molfetta (BA)