Data di nascita

?

Periodo di riferimento

1141-1158

Data della morte

?

Cosa si sa

Ottone Iudex è, nel XII secolo, un membro influente della famiglia Giudice a Genova. Fra il 1141 e il 1147 è più volte console de' placiti e compare in diversi documenti come testimone o firmatario.

Nel 1154 è di nuovo console dei placiti di Genova (XXXIV consolato). Nel 1157 giura fedeltà al trattato con Guglielmo I, re normanno di Sicilia, assieme ai consoli communis e de' placiti della città, ed altri trecento notabili, fra cui alcuni suoi parenti.

𝒟ॱ 1142. Otto Giudice fu Console di Genova
𝒟ॱ 1145. Otto Giudice fu Console di Genova
𝒟ॱ 1154. Otto Giudice fu Console di Genova
𝒟ॱ 1158. Otto Giudice fu de Amb.ri mandati dalla Rep: a Federico Imperatore Barbarossa
…[omissis]…
𝒟ॱ 1168. Otto Giudice Milanese fu de Amb.ri mandati da da Rep: in Lombardia1

Archivio di Stato di Genova,
Fondo Manoscritti,
MS 521, pagg. 1516-1517.

Di lui non sappiamo altro, né la data e il luogo di nascita, né i nomi dei genitori. Spesso si trova tuttavia nominato con altri membri della famiglia, probabilmente fratelli o cugini. Non conosciamo il luogo e la data della morte.


1 Non sappiamo se anche questo ultimo rigo si riferisca allo stesso Ottone citato negl'altri. L'appellativo “Milanese” potrebbe indicare un personaggio che si sia trasferito a Milano, perché per il ruolo che ha di ambasciatore per Genova, è difficile pensare che non sia un Giudice genovese.

[N.d.A.] Non sappiamo se questo Ottone sia lo stesso che nel 1123 si reca come ambasciatore di Genova presso l'imperatore Federico I Barbarossa. Dato che in famiglia c'era l'abitudine di riutilizzare spesso gli stessi nomi, potrebbe trattarsi di personaggi diversi. Tuttavia riteniamo che quello che è stato più volte console de' placiti fra il 1141 e il 1147, e quello che lo è stato nel 1157, sia lo stesso, perché si ritrova sempre negli atti assieme a Marco, Enrico e Giovanni, probabilmente fratelli o cugini.

Fonti

Atti, documenti e riferimenti relativi a Ottone Iudex.

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1142 ASul XXI consolato a GenovaAnno 1142
1142 BSugli eventi del 1142Anno 1142
1145 ASul XXIV consolato a GenovaAnno 1145
1145 BSugli eventi del 1145Anno 1145
1146 ASull'alleanza tra Ventimiglia, Genova e il conte di BarcellonaSettembre 1146
1146 CSul trattato fra Genova e il conte di BarcellonaSettembre 1146
1147 ASulla vittoria sui saraceni ad AlmeriaFebbraio 1147
1147 BSull'età minima per firmare contrattiFebbraio 1147
1147 ESu vari documentiAnno 1147
1147 FSulla perdita dei diritti per chi non vuole andare in guerra1147
1147 ISulla validità dei contratti di vendita e pegnoFebbraio 1147
1147 JSull'acquisto di terreni da non residentiFebbraio 1147
1148 ASull'atto di vendita del castello di ParodiMaggio 1148
1148 BSulla validità di contratti già stipulatiFebbraio 1148
1154 ASul XXXIV consolato a GenovaAnno 1154
1154 BSugli eventi del 1154Anno 1154
1157 ASul trattato con Guglielmo IGennaio 1157
1158 ASugli eventi del 1158Anno 1158

Sul XXI consolato a Genova

Anno 1142

Ottone de' Giudici è uno dei 4 consoli delegati ai placiti nell'XXI consolato. Durante il suo periodo consolare viene inviata una galea con due ambasciatori all'imperatore bizantino di Nicea, Caloiannes, per trattare una fornitura di naviglio da guerra e da carico che lo aiuti nella riconquista dell'impero.

In uicesimo primo consulatu unius anni fuerunt consules de comuni Ansaldus Mallonus, Bonus uassallus de Tetuica, Oglerius de Guidone, Bellamutus, et de placitis .iiii. Oto Iudex, Oglerius de Mari, W[illielmus] Pezolus, Ceba. et isti consules miserunt galeam .i. et legatos .ii. Obertum Turrem et W[illielmum] Barcam, ad imperatorem Calo iannem, qui cum magno exercitu in Antiocenis partibus erat, ibique mortuus fuit, et filio suo Manueli imperium dimisit. mcxlii.

Caffaro e cont.ri,
«Annales Ianuenses», Vol. I, 1099-1173,
a cura di L.T. Belgrano, Genova, Ist. dei sordomuti, 1890
pag. 31.

Sugli eventi del 1142

Anno 1142

1142. — E in l'anno seguente che fu di mille cento quarantadue, furono consoli dello stato, e della signoria, Ansaldo Mallone, Bonvassallo della Tetvica, Ogerio di Guidone e Bellamuto; e del civile, Otto Giudice, Ogerio de Mari, Guglielmo Pezolo, e Ceba, senza altro cognome. E mandò la città questo anno con una galera armata due ambasciatori, Oberto della Torre, e Guglielmo Barca all'imperator di Costantinopoli, Callo Joanni Comeno, il quale era a quel tempo nelle parti d'Antiochia, dove eziandio morì, e lasciò l'imperio al suo figliuolo Manuello, quello che fece l'inganno di mettere e di mescolare il gesso in la farina all'esercito del re Corrado soprannominato, quando era all'assedio della città d'Iconio, oggi domandata Cogni. E le cose che negoziarono gli ambasciatori pare che non avessero compimento per la morte dell'imperatore, insino all'anno seguente di cinquantacinque, come si dirà in appresso.

Prof. Cav. G. B. Spotorno,
«Annali della repubblica di Genova»,
Genova, 1854,
pagg. 175-176.

Sul XXIV consolato a Genova

Anno 1145

Oto Iudex è console dei placiti di Genova (XXIV consolato), assieme a Rodoanus, Willielmus Buferius e Ceba.

In uicesimo quarto consulatu unius anni fuerunt consules de comuni .iiii. Ido Gontardus, Oglerius de Guidone, Guiscardus, W[illielmus] Lusius ; et de placitis .iiii. Oto Iudex, Rodoanus, W[illielmus] Buferius, Ceba .mcxlv. et in isto consulatu castrum Seestri fuit edificatum.

Caffaro e cont.ri,
«Annales Ianuenses», Vol. I, 1099-1173,
a cura di L.T. Belgrano, Genova, Ist. dei sordomuti, 1890
pag. 33

Sugli eventi del 1145

Anno 1145

1145. — E l'altro anno che fu mille cento quaranta cinque i consoli dello stato erano, Antonio Mallone, Guglielmo Negro, Ido Gontardo, Ogerio de Guidone; e delle cause forensi Otto Judice, Guglielmo Bufferio, Rodoano, Ceba, tutti senz'altro cognome. Ed in questo consolato si edificò il castello di Sestri.

Prof. Cav. G. B. Spotorno,
«Annali della repubblica di Genova»,
Genova, 1854,
pag. 179.

Sull'alleanza tra Ventimiglia, Genova e il conte di Barcellona

Settembre 1146

Nel settembre del 1146 Marco, Ugo e Ottone Iudex, probabilmente come capi famiglia, firmano a Genova, intercalati ad altre 166 firme, compresi alcuni D'Oria, Usodimare e Malocello, l'alleanza tra Ventimiglia, Genova e il conte di Barcellona per la conquista, dopo quella di Almeria, anche quella di Tortosa nella Spagna occupata dai Mori.

Pacta inita inter januaensis consules et barchionensis comitem pro expugnanda tortuosa … marchio iudex (12ª firma), … oto iudex (14ª firma), … ugo iudex (23ª firma) …

«Liber Iurium Ianuenses»,
Vol I, 958-1159,
pag. 122.

168.

1146 settembre ?

I Genovesi promettono al conte di Barcellona di intervenire, dopo l'impresa di Almeria, all'assedio di Tortosa, col patto che due parti di questa e di ogni altra città o castello, spettino, dopo la conquista, al conte, ed una rimanga in possesso, libero da ogni gravame, del comune di Genova ; che alle concessioni ottenute dal medesimo, corrispondano, nel campo religioso, quelle che dovranno accordarsi alla chiesa Genovese. Promettono di non imporre tasse portuarie, pedaggi o altri dazi sulle merci di spettanza del Comune, trasportate da sudditi del conte per mare o per via terrestre. Indicano la procedura da seguirsi nelle cause civili o penali vertenti fra Genovesi e sudditi del conte, ai quali non potrà essere imposto il duello giudiziario. I consoli al comando dell'esercito genovese, potranno introdurre nel presente trattato quelle modificazioni in senso più ampio o più restrittivo, che ritenessero opportuno di concordare. col conte o con i suoi ambasciatori.

Sub nomine sancte Trinitatis, Patris et Filii et Spiritus sancti.
Nos Ianuenses promittimus facere exercitum pro Comuni in primo reditu nostro post expedicionem imperatoris ante quam Ianuam redeamus. ibimus ad obsidendam et expugnandam Tortosam. et de Ibero usque ad Almariam non obsidebimus aliquam urbem vel castrum cum aliqua gente sine licentia vel parabola comitis Barchinonensis. si autem evenerit quod per nos metipsos accipiamus urbem vel castrum, et ea retineremus infra terminos prenominatos, dabimus duas partes comiti, terciam vero nobis retinebimus. et habebimus in exercitu machinas et cetera que in nostro arbitrio, scilicet consulatus comunis Ianue qui tunc fuerint, in his fuerint necessaria. et in eodem exercitu apud Tortuosam cum comite Barchinonensi vel cum suis morabimur quamdiu in exercitu fuerint, nisi iusto Dei impedimento remanserit, aut consilio comitis supradicti et nostro. et salvabimus pro posse nostro comitem et suos et omnes res suas bona fide, tali convencione habita inter nos et comitem, quod civitatum atque locorum cum eorum pertinenciis, qual vel que cum comite ceperimus, aut ipsi vel nobis se se reddiderint, duas partes comes habeat, tercia nobis retenta, quam libere et sine omni gravamine habere et possidere debemus. et non erimus in consilio neque in facto, ut omnes suas duas partes omittat et faciemus iurare eos homines, quibus partem nostram comittemus ut non sint in consilio quod comes suas duas partes omittat. et siquis voluerit sibi eas auferre, quod adiuvent eas sibi retinere et defendere bona fide sine aliqua fraude. et ecclesia nostra eandem partem habere debet in spiritualibus, quam civitas nostra habet in temporalibus. et dum in exercitu erimus, non faciemus pactum nec convenienciam aliquam de reddenda nobis aliqua civitate vel loco, vel de recipienda pecunia, neque de ulla diminucione exercitus comitis sine parabola comitis si ibi fuerit, aut suorum qui ibi aderunt, si ipse defuerit. et nullum portaticum neque pedaticum neque ribaticum dabunt homines vestri in tota terra nostra vel mari, ex his que pertinent ad comune Ianue. et in omni terra nostra vc1 miri, quam modo habemus vel in antea acquisierimus, salvi et securi erunt homines vestri districti cum rebus eorum salvis nostris vetitis. si aliqua persona Ianuensis districti vel aliqua persona, que habitet in porcione Ianuensium, aliquam reclamacionem fecerit super aliquam personam, que sit sub iurisdicione comitis, causa illa tractabitur ante iudicem comitis, et e converso, si aliqua persona de iurisdicione comitis fecerit aliquam reclamacionem super aliquam personam Ianuensis districti, causa illa tractabitur et diflinietur sub iuditio illorum quibus Ianuenses partein suam commiserint. et hoc sit tam in pecuniariis causis quam in criminalibus. preterea homines districti comitis non cogantur facere bataliam in districtu nostro. hec omnia observabimus bona fide sine fraude nisi iusto Dei impedimento aut parabola comitis aut suorum certorum remanserit missorum. In tota predicta conveniencia possit addi vel minui secundum quod consules qui in exercitu fuerint, cum comite seu cum eius missis concordati fuerint.
Isti sunt qui iuraverunt.
Lanfrancus Piper, Guillielmus Niger, Ansaldus Malonus, Marinus de Porta, Sigismundus, Boiamons, Guillielmus Piper, Obertus cancellarius, Guido de Laude, Anfosus Guercius, Tancredus de Mauro, Oto Iudex, Obertus Usus de Mari, Marchio Iudex, Ingo de Volta, Guillielmus Malusocellus, Guillielmus Picamilium, Ogerius de Guido, Ansaldus de Auria, Rodoanus Gabernia, Guillielmus Guercius, Ugo Iudex, Guillielmus Buronus, Guillielmus Stanconus, Philipus Lamberti, Obertus de Insula, Guillielmus de Nigro, Ugo de Baldizone, Iordanus de Porta, Bonefacius Lamberti, Guillielmus Porcus, Obertus de Belamuto, Ceba, Gandulfus Sardena, Rubaldus Albericus, Guillielmus de Mauro, Lambertus de Marino, Ido Gontardus, Rainaldus Gausonus, Guillielmus de Murta, Ogerius Ventus, Guillielmus Buferius, Vassallus de Campo, Opizo Lecavellum, Martinus de Mauro, Otto Bucella, Villanus de Castello, Trentavellate, Guidotus Surlus, Albericus vicecomes, Rozeron Asalite, Lanfrancus de Pallo, Guinegisus, Ido de Dactilo, Ugo de Bulgaro, Anselmus Albericus et Lanfrancus frater eius, Oto Lecavellum, Enricus Mazal, Odezon Mazal, Guillielmus Tornellus, Marabotus Iusiol, Bernizon Serra, Raimundus Crispinus, Marchio Castagna, Merlus Guaracus, Lanfrancus Mollus, Ingo Galeta, Buccafurni, Merlus Gallus, Fulco Buferius, Marchio Culierada, Lambertus Mussus, Merlus de Mari, Guillielinus Brusedus, Bertramus de Marino, Guido Almerii, Belmustus, Otto de Cafaro, Ido de Guiscardo, Obertus de Carbo, Dodo Bolfericus, Otto Ruffus, Guillielmus Filardus, Guillielmus Saccus, Guilliemmus Cigala, Iohannes Simia, Ionatas de Gaudulfo de Rubeo, Gandulfus Bucafurno, Bonvassal de Cantano, Ugo Lercar, Obertus Malusaucellus, Balduinus et Enricus, Rainaldus de Berizo, Bonefacius Mortussitis, Baldizon Ususmaris, Amicus Grillus, Guillielmus de Vivaldo, Bonefacius Roza et Bardizon frater eius, Anfossus Botericus, Belamutus, Ingo Phariseus, Anselmus Signoraldus, Ionatas de Merlo, Montexellus, Conradus Rufus, Rubaldus de Curia, Ottobon Vicecomes, Petrus Golias, Butericus, Ugo Guaracus, Bonusvicinus de Campo, Obertus Picamilium, Bonusvassallus Cima de Mar, Ido de Campo, Bonefacius Vicecomes, Conradua Botarius, Ogerius Baldealdus, Bonusvassallus de Medolico, Guillielmus de Bombello, Fredenzo Gontardus, Rolandus Advocatus, Guillielmus Bibens Aqua, Merlo de Brasil, Rubaldus de Alcherio, Ido de Campo, Ugo de Castro, Iohannes Novedela, Ansaldus Bolachese, Albertus de Volta, Rubaldus Cavaruncus, Alvernacius, Stralandus, Lanfrancus Ar4emme, Girardus Scottus, Otto Binzerrus, Ansaldus Golias, Ioel, Guillielmus Guercius de Ponte, Serrus.
Isti iuraverunt in presencia comitis Barchinonensis.
Ansaldus de Auria, Obertus Turris, Guillielmus Piccamilium, Philipus de Lamberto, Balduinus, Ansaldus Pizo, Martinus de Mauro, Bonusvassallus de Castro, Obertus Spinula, Guillielmus de Volta, Paganus de Volta, Oger de Bocheron, Rainaldus de Ceba, Otto de Bonvillano, Ido Scotus, Lanfrancus Albericus, Ido Gontardus minor, Guillielmus Polesin, Rogeron Dertone, Nicola Roza, Philipus Ansalite, Grifus Albericus.
Ego Rollandinus de Ricardo sacri palacii notarius ut supra extraxi et exemplificavi ex autentico et originali privilegio predicto scripto in pergamena, bullato duobus sigillis pendentibus, unum quorum erat cereum, cuius formam et circumscriptionem cognoscere aut discernere non potui propter eius nimiam vetustatem; aliud vero erat plumbeum sigillum antiquum comunis Ianue. sicut in eo vidi et legi, nichil addito vel diminuto, nisi forte littera, vel sillaba, titulo seu puncto causa abreviacionis, sententia non mutata. Et hoc de mandato domini Danii de Osnaigo civitatis Ianue potestatis, presentibus Iohanne Bonihominis et Loysio Calvo cancellariis eamunis Ianue, Iacobo de Albano et Brancha de Isacurte notariis. .mccc. primo., indictione .xiii., die .xx. iunii.

«Codice Diplomatico della Repubblica di Genova», 958-1163
a cura di Cesare Imperiale di Sant'Angelo
I.S.I per il M.E, Roma, Tip. del Senato, 1936
Doc. CLXVIII.

Sul trattato fra Genova e il conte di Barcellona

Settembre 1146

Ottone, Marco e Ugo Iudex sono fra coloro che nel settembre 1146 giurano di onorare il trattato di alleanza fra Genova e il conte di Barcellona.

934.

<1146, settembre ?>

Trattato di alleanza tra il comune di Genova e Raimondo Berengario IV, conte di Barcellona, nel quale si precisano gli impegni dei Genovesi.

De Tortuosa.

SuB nomine sancte Trinitatis, Patris et Filii et Spiritus Sancti. Nos Ianuenses promittimus facere exercitum pro comuni in primo redditu nostro post expedictionem imperatoris antequam Ianuam redeamus ibimus ad obsidendam et expugnandam Tortosam et de Hybero usque ad Almariam non obsidebimus aliquam urbem vel castrum cum aliqua gente sine licentia vel parabola comitis Barchinonensis. Si autem evenerit quod per nosmetipsos accipiamus urbem vel castrum et ea retineremus infra terminos prenominatos, dabimus duas partes comiti, terciam vero nobis tenebimus. Et habebimus in exercitu machinas et cetera que in nostro arbitrio, scilicet consulatus comunis Ianue qui tunc fuerint, in his fuerint neccessaria. Et in eodem exercitu apud Turtuosam cum comite Barchinonensi vel cum suis morabimur quamdiu in exercitu fuerint, nisi iusto Dei impedimento remanserit aut consilio comitis supradicti et nostro. Et salvabimus pro posse nostro comitem et omnes res suas bona fide, tali condictione habita inter nos et comitem quod civitatum atque locorum cum eorum pertinentiis, quas vel que cum comite ceperimus aut ipsi vel nobis sese reddiderint, duas partes comes habeat, tercia nobis retenta, quam libere et sine omni gravamine possidere debemus. Et non erimus in consilio neque in facto ut comes suas duas partes amittat et faciemus iurare eos homines quibus partem nostram comittemus ut non sint in consilio vel in facto quod comes suas duas partes amittat. Et si quis voluerit sibi eas auferre, quod adiuvent eas sibi retinere et defendere bona fide sine aliqua fraude. Et ecclesia nostra eandem partem habere debet in spiritualibus quam civitas nostra habet in temporalibus. Et dum in exercitu erimus, non faciemus pactum nec convenienciam aliquam de reddenda nobis aliqua civitate vel loco, vel de reccipienda pecunia, neque de ulla diminucione exercitus comitis sine parabola comitis, si ibi fuerit, aut suorum qui ibi aderunt, si ipse defuerit. Et nullum portaticum neque pedagium neque ribatum dabunt homines vestri in tota terra nostra vel mari ex his que pertinent ad comune Ianue. Et in omni terra nostra vel mari quam modo habemus vel in antea acquisierimus salvi et securi erunt homines vestri districti cum rebus eorum, salvis nostris vetitis. Si aliqua persona Ianuensis districti vel aliqua persona que habitet in porcione Ianuensium aliquam reclamacionem fecerit supra aliquam personam que sit sub iurisdictione comitis, causa illa tractabitur ante iudicem comitis, et e converso si aliqua persona de iurisdictione comitis fecerit aliquam reclamacionem super aliquam personam Ianuensis districti, causa illa tractabitur et diffinietur sub iuditio illorum quibus Ianuenses partem suam commiserint et hoc sit tam in pecuniariis causis quam in criminalibus. Preterea homines districti comitis non cogantur facere bataliam in districtu nostro. Hec omnia observabimus bona fide, sine fraude, nisi iusto Dei impedimento aut parabola comitis aut suorum certorum remanserit missorum. In tota predicta convenientia possit addi vel minui secundum quod consules qui in exercitu fuerint cum comite seu eius missis concordati fuerint. Isti ee sunt qui iuraverunt: Lanfrancus Piper, W(illelmus) Niger, Ansaldus Malon, Marinus de Porta, Sigismundus, Boiamons, // W(illelmus) Piper, Obertus cancellarius, Guido de Laude, Anfosus Guercius, Tancredus de Mauro, Oto iudex, Obertus Usus de Mari, // Marchio iudex, Ingo de Volta, W(illelmus) Malusocellus, W(illelmus) Picamilium, Ogerius de Guido, Ansaldus de Auria, Rodoanus, // Gabernia, Guillelmus Guercius, Ugo iudex, W(illelmus) Boron, W(illelmus) Stangon, Philipus Lamberti, Obertus de Insula, // W(illelmus) de Nigro, Ugo de Baldizone, Iordanus de Porta, Bonefacius Lamberti, W(illelmus) Porcus, Obertus de Belamuto, Ceba, Gandulfus Sardena, Rubaldus Albericus, W(illelmus) de Mauro, Lambertus de Marino, Ido Gontardus, Rainaldus Gauson, W(illelmus) de Murta, Ogerius Ventus, W(illelmus) Buferius, Vassallus de Campo, Opizo Lecavellum, Martinus de Mauro, Otto Bucella, Villanus de Castello, Trentavellate, Guidotus Surlus, Albericus Vicecomes, Rozeron Asalite, Lanfrancus de Pallo, Guinegisus, Ido de Datalo, // Ugo de Bulgaro, Anselmus Albericus et Lanfrancus frater eius, Oto Lecavellum, Enricus Mazal, Odezon Mastal, W(illelmus) Tornellus, Marabotus Iusiol, Bernizon Seria, Raimundus Crispin, Marchio Castagna, Merlus Guaracus, Lanfrancus Mollis, Ingo Galeta, Buccafurni, Merlus Gallus, Fulco Buferius, Marchio Culierada, Lambertus Mussus, Merlus de Mari, W(illelmus) Brusetus, Bertramus de Marino, Guido Almerii, Belmustus, Otto de Cafaro, Ido de Guiscardo, Obertus de Carbo, Dodo Bolfericus, // Otto Ruffus, W(illelmus) Filardus, W(illelmus) Saccus, W(illelmus) Cigala, Iohannes Simia, Iohatas de Gandulfo Rufo, Gandulfus Bucafuria, Bonvassal de Cantano, Ugo Leccar, Obertus Malus Avellus, Balduinus et Enricus, Rainaldus de Berizo, Bonefacius Mortussitis, Baldizon Ususmaris, Amicus Grillus, W(illelmus) de Vualdo, Bonefacius Roza et Bardinon frater eius, Anfossus Boter, Belamutus, Ingo Phariseus, Anselmus Signoraldus, Ionatas de Merlo, Montexellus, Conradus Rufus, Rubaldus de Curia, Ottobon Vicecomes, Petrus Golias, // Butericus, Ugo Guaracus, Bonusvicinus de Campo, Obertus Picamilium, Bonusvassallus Cimademar, Ido de Campo, Bonefacius Vicecomes, Conradus Botar, Ogerius Baltealdus, Bonusvassallus de Medolico, W(illelmus) de Bombello, Froenzo Gontardus, Rolandus Advocatus, W(illelmus) Bibensaqua, Merlo de Brasil, Rubaldus de Alcherio, Ugo de Castro, Iohannes Novedela, Ansaldus Bolachese, Albertus de Volta, Rubaldus Cavaruncus, Alvernacius Stralandus, Lanfrancus Argemme, Girardus Scotus, Otto Binzerrus, Ansaldus Golias, // Ioel, W(illelmus) Guercius de Ponte, Serrus. Isti iuraverunt in presencia comitis Barchinonensis: Ansaldus de Auria, Obertus Turris, W(illelmus) Picamilium, Philipus de Lamberto, Balduinus, Ansaldus Pizo, Martinus de Mauro, Bonusvassal de Castro, Obertus Spinda, Guillelmus de Volta, Paganus de Volta, Oger de Bocheron, Rainaldus de Ceba, Otto de Bonvillan, Ido Scotus, Lanfrancus Albericus, Ido Gontardus minor, W(illelmus) Polesin, Rogeron Derdone, Nicola Roza, Philipus Ansalite, Grifus Albericus.//

(S.T.) Ego Rollandinus de Ricardo, sacri palacii notarius, ut supra extrassi et exemplificavi ex autentico et originali privilegio predicto scripto in pergameno, bullato duobus sigillis pendentibus, unum quorum erat cereum cuius formam et circumscriptionem cognoscere aut discernere non potui propter eius nimiam vetustatem, aliud vero erat pumbleum sigillum antiquum comunis Ianue, sicut in eo vidi et legi, nichil addito vel diminuto nisi forte littera vel sillaba, titulo seu puncto causa abreviacionis, sententia non mutata, et hoc de mandato domini Danii de Osnaigo, civitatis Ianue potestatis, presentibus Iohanne Bonihominis et Loysio Calvo, cancellariis comunis Ianue, Iacobo de Albario et Brancha de Isacurte notariis, M°CCC° primo, indictione XIII, die XX iunii.

Società Ligure di Storia Patria,
«I Libri Iurium della Repubblica di Genova»,
Vol I/6, a cura di Maria Bibolini,
Genova 2000,
pagg. 8-11.

Sulla vittoria sui saraceni ad Almeria

Febbraio 1147

Nel febbraio 1147 Ugo Iudex è uno dei quattro consoli de' placiti di Genova (XXVII consolato). Marco e Ottone Iudex sottoscrivono come testimoni alcuni documenti consolari firmati da Ugo.

In uicesimo septimo consulatu unius anni fuerunt consules de comuni .vi. Philippus de Lanberto, Obertus Turris, Oglerius de Guidone, Baldoinus, Ansaldus de Auria, W|illielmus] Picamilium; et de placitis .iiii. Ugo Iudex, Ingo de Volta, Obertus cancellarius, Ansaldus Pizo. in tempore istorum consulum Ianuenses iuerunt ad Almariam cum magno stolo galearum et aliarum multarum nauium et ceperunt Almariam bellando et Sarracenos uincendo et interficiendo, sicut scriptum est in libris et in istoriis Ianuensium a sapientibus factis, qui uiderunt et interiuerunt. unde quamuis omnia scribere non possimus, particulam tamen ad presens scribamus .mcxlvii.

Caffaro e cont.ri,
«Annales Ianuenses», Vol. I, 1099-1173,
a cura di L.T. Belgrano, Genova, Ist. dei sordomuti, 1890
pag. 35.

174.

1147 febbraio

In vicesimo septimo consulatu unius anni fuerunt consules de comuni .vi.: Philippus de Lamberto, Obertus Turris, Oglerius de Guidone, Baldoinus, Ansaldus de Auria, W[illielmus] Picamilium. et de placitis .iiii.: Ugo Iudex, Ingo de Volta, Obertus cancellarius, Ansaldus Pizo. in tempore istorum consulum lanuenses iverunt ad Almariam cum magno stolo galearum et aliarum multarum navium et ceperunt Almariam bellando et Sarracenos vincendo et interficiendo, sicut scriptum est in libris et in istoriis Ianuensium a sapientibus factis qui viderunt et interfuerunt.

«Codice Diplomatico della Repubblica di Genova», 958-1163
a cura di Cesare Imperiale di Sant'Angelo
I.S.I per il M.E, Roma, Tip. del Senato, 1936
Doc. CLXXIV.

In Almeriae … ianuenses … cum magno stolo galearum et aliarum multarum navium et ceperunt Almariam bellando et saracenos vincendo et interficiendo, sicut scriptum est in libris et in historiis ianuensium a sapientibus factis qui viderunt et interfuerunt … ego ugo iudex subscripsi.

«Liber Iurium Ianuenses»,
Vol I, 958-1159,
pag. 174.

Sull'età minima per firmare contratti

Febbraio 1147

Il console Ottone Iudex firma anche una sentenza che conferma in 25 anni l'età minima dei coniugi perchè siano validi i contratti di vendita o di pegno stretti con parenti, la moglie, o con prorpi amici. Si tratta di un'altra prova della stretta applicazione della lex romana a Genova, che infatti assegna la piena disponibilità delle proprie cose soltanto a chi abbia compiuto i 25 anni. In Italia è stato così sino alla fine degli anni '50.

175.

1147 febbraio

I consoli del Comune riuniti ai consoli dei placiti decretano che debbano ritenersi validi i contratti di vendita o di pegno stipulati da coniugi maggiori di venticinque anni con parenti della moglie o con amici.

In ecclesia Sancii Laurentii in pieno parlamento consules tam causarum quam rei publice curam gerentium, videlicet Obertus Turris, Philippus Lamberti, Oglerius Guidonis, Balduinus, Ansaldus Aurie, Guillielmus Piccamilium, Ansaldus Pizo, Obertus cancellerius, Ingo de Volta, Ugo iudex laudaverunt et affirmaverunt quod vendiciones et cartule pignoris, quas fecerit vir cum uxore sua publico instrumento habentes annos .xxv. cum duobus vel tribus uxoris parentibus, si in Ianua fuerint, et si non habucrit, in Ianua cum duobus vel tribus amicis, perpetuo sint firme ct stabiles. .mcxlvii., mense februarii, indictione .viiii.
Ego Guillielmus de Columba notarius per preceptum suprascriptorum consulum scripsi.
Ego Otto iudex subscripsi.
Ego Obertus Spinula subscripsi.
Ego Willelmus Lusius subscripsi.

«Codice Diplomatico della Repubblica di Genova», 958-1163
a cura di Cesare Imperiale di Sant'Angelo
I.S.I per il M.E, Roma, Tip. del Senato, 1936
Doc. CLXXV.

Su vari documenti

Anno 1147

Per tutto l'1147, i due consoli de' placiti Ugo e Ottone Iudex emanano e firmano in Genova numerosi decreti e documenti, mentre Marco Iudex e Roberto Iudex fanno spesso da testimoni.

…ego guillelmus de columba notarius per perceptum superscriptorum consulum scripsi … ego oto iudex subscripsi, ego oberto spinola subscripsi, ego willelmus lusius subscripsi.

«Liber Iurium Ianuenses»,
Vol I, 958-1159,
pag 133.

Mentre si svolge la Seconda crociata in Terrasanta, ne parte anche una contro i Mori di Spagna per la conquista di Almeria e Tortosa, alla quale, per disposizione papale e come concordato tra Genova, altre città liguri, il conte di Barcellona e re Alfonso II, i liguri debbono fornire un rilevante supporto navale e di truppa.

Mentre Obertus Turris, Philippus Platealonga, Baldovinus e Ansaldus de Auria guidano la flotta e la truppa genovese, rimangono a governare la città, con pieni poteri, Oglione de Guidone, Wilielmus Picamillium, Obertus Cancellarius ed Ugo Iudicis.

Sulla perdita dei diritti per chi non vuole andare in guerra

1147

Il nome di Ottone Judex spicca in una sentenza dei consoli genovesi del maggio 1147.

181.

1147 maggio.

I consoli genovesi in pieno parlamento, dichiarano pubblicamente infami e privati dei diritti politici e civili coloro che senza giusto motivo e senza licenza di due o tre dei consoli si fossero assentati da Genova per non prender parte alla guerra1. Questa pena, salvo deliberazione più mite dei futuri consoli, sarà inflitta anche ai figli maschi di costoro.

In ecclesia Sancti Laurenti in pleno parlamento consules Balduinus, Obertus Turris, Phylipus Lamberti, Guillelmus Piccamilium, Ansaldi Aurie laudaverunt ut omnes illi habitatores Ianue, qui a preterita purificatione sancte Marie sine licentia duorum vel trium illorum de Ianua recesserunt et in presenti exercitu non fuerint, a modo sint infames persone et pedaticum et ripaticum et omnes alias consuetudines tam in pondere quam in mensuris ut forici homines tribuant, nisi iustam causam eos detinuisse monstraverint, filios autem masculos illorum simili pena cohercerunt, nisi benignius venturorum consulum discretio eos absolverit. Item laudaverunt ut presente intraturi consules ut supradictum est iurent et alios post se intraturos consules similiter iurare faciant.
.mcxlvii., mense madij, indictione .viiii.
Ego Guilielmus de Columba notarius per preceptum infrascriptos consulum scripsi.
Ego Oto Iudex subscripsi.
Ego Oberto Spinula subscripsi.
Ego Willelmus Lusius subscripsi.

«Codice Diplomatico della Repubblica di Genova», 958-1163
a cura di Cesare Imperiale di Sant'Angelo
I.S.I per il M.E, Roma, Tip. del Senato, 1936
Doc. CLXXXI.

«Liber Iurium Ianuenses»,
Vol I, 958-1159,
pag. 130.


1 Si sta parlando della guerra in Spagna contro i Mori.

Sulla validità dei contratti di vendita e pegno

Febbraio 1147

Ugo Giudice è fra i consoli ai placiti che decretano la validità dei contratti di vendita e di pegno stipulati da coniugi di età non inferiore a 25 anni. Ottone Giudice è fra i testimoni dello stesso atto.

90✓

1147, febbraio, Genova

I consoli del Comune e dei placiti decretano la validità dei contratti di vendita e di pegno stipulati da coniugi di età non inferiore a 25 anni con parenti o amici della moglie.

Laus de vendicionibus mulierum.

In ecclesia Sancti Laurentii, in pieno parlamento, consules tam causarum quam rei publice curam gerentium, videlicet Obertus Turris, Phylippus Lamberti, Oglerius Guidonis, Balduinus, Ansaldus Aurie, Willelmus Picamilium, Ansaldus Pigo, Obertus [can]cellarius, I[ngo] de Vol[ta], Ugo [Iudex lau]daverunt et [af]firmaverunt quod [ven]diciones et cartule pignoris quas fecerit vir [cum] uxore [sua publico instrumento habentes] annos xxv [cum du]obus vel tribus uxoris parentibus, si [in Ia]nua fuerint, et si [non habuerit in Ianua, cum] duobus vel tribus amicis, perpetuo sint fir[me et stabiles]. m°c°xlvii°, mense februarii, indictione viiiiª.

(S.T.) Ego Guilielmus de Columba notarius, per preceptum suprascriptorum consulum, scripsi.
Ego Otto Iudex subscripsi.
Ego Obertus Spinula subscripsi.
Ego W(illelmus) lusius [subscripsi].

Società Ligure di Storia Patria,
«I Libri Iurium della Repubblica di Genova»,
Vol I/1, a cura di Antonella Rovere,
Genova 1992,
pagg. 144-145.

Sull'acquisto di terreni da non residenti

Febbraio 1147

Ugo Giudice è fra i consoli ai placiti che decretano sull'acquisto di terreni nel distretto genovese. Ottone Giudice è fra i testimoni dello stesso atto.

91✓

1147, febbraio, Genova

I consoli del Comune e dei placiti decretano che nessun cittadino genovese possa acquistare, senza il consenso scritto dei consoli, terreni nel distretto genovese da persona che abiti o abbia contratto matrimonio fuori dal distretto medesimo.

Laus de emptionibus terrarum.

In [ecclesia] Sancti Laurentii, in pleno parlamento, consules tam causarum quam rei publice curam [gerentium, videlicet] Willelmus Pic[camilium], Ansaldus Aurie, Balduinus, Obertus Turris, Oglerius Guidonis, Phylippus Lamberti, Ugo Iudex, Ingo de Volta, Obertus cancellarius, Ansaldus Pigo laudaverunt et affirmaverunt quod nerno Ianuensis sine laude scripta consulum comunis Ianue aliquam terram emat que sit [a Ro]boreto usque ad Gestam et a iugo usque ad mare a persona que habitet vel que sit nupta ultra predictos [fines et si quis hoc fecerit, terra] illa sit comunis Ianue. m°c°xlvii°, mense februarii, indictione viiiiª.

(S.T.) E[go Guilielmus de Columba] notarius, per preceptum suprascriptorum consulum, scripsi.
Ego Otto Iudex [subscripsi].
[E]g[o] Obertus Spinula subscripsi.
Ego W(illelmus) Lusius subscripsi.

Società Ligure di Storia Patria,
«I Libri Iurium della Repubblica di Genova»,
Vol I/1, a cura di Antonella Rovere,
Genova 1992,
pagg. 145-146.

Sull'atto di vendita del castello di Parodi

Maggio 1148

Nel maggio 1148 Marco, Ugo, Ottone e Roberto Giudice, sono fra i testimoni che sottoscrivono l'atto di vendita del castello di Parodi al comune di Genova.

110✓

1148, maggio, Genova

Alberto Zueta, marchese di Parodi, e la moglie Matilde vendono al comune di Genova il castello di Parodi con metà della sua curia per lire 700.

Donatio castri Palodi.

Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi m°c°xlviii°, mense madii, indictione x. Car(ta) vendicionis sub dupli defensione quam facimus nos Albertus marchio Zueta et Matilda comitissa, consensu et velle amicorum suorum Willelmi Malmantello et Willelmi Pipere, vobis consulibus Ansaldo Malloni et W(illelmo) Buroni et Iord[ano de] Porta et Henrico Guercio, missis comunis Ianue, nominative castrum Palodi cum medietate tocius curie eiusdem castri precium librarum septem centum et si plus valet predicto precio pro servicio <et> expensis quas fecistis pro [mar]chionis deliberatione, dono comuni Ianue et donamus. Et faciat exinde a presenti die comune Ianue aut cui ipse dederit quicquid voluerit sine omni nostra et heredum nostrorum contradictione. Quidem spondimus et promittimus nos quisque Albertus marchio et Matilda comitissa, una cum nostris heredibus, comuni Ianue aut cui ipse dederit suprascriptam vendicionem et donacionem ab omni homine defensare, quod si defendere non potuerimus aut si vobis aliquid exinde per quodvis ingenium subtrahere quesierimus, tunc in duplum eandem vendicionem et donacionem comuni Ianue restituemus sicut pro tempore fuerit meliorata aut valuerit in consimili loco. Actum in domo Willelmi Piperis. Testes Willelmus Piper, Willelmus de Mauro, Oglerius Guidonis, Ugo Iudex, Otto Iudex, Robertus Iudex, Willelmus Guercius, Obertus cancellarius, Marchio Iudex, Detesalve Malmantellus, Obertus Malocellus, Famulus Arquade, Lambertus Guercius, Cantator Montis Alti, Falcus de Campo, Conradus Cita.

(S.T.) Ego Guilielmus de Columba notarius rogatus scripsi.

Società Ligure di Storia Patria,
«I Libri Iurium della Repubblica di Genova»,
Vol I/1, a cura di Antonella Rovere,
Genova 1992,
pagg. 169-170.

Sulla validità di contratti già stipulati

Febbraio 1148

Nel febbraio 1148 Ottone Giudice sottoscrive, come console ai placiti, un atto di vendita sulla validità dei contratti di vendita e di pegno stipulati da coniugi di 25 anni o più.

111✓

1148, febbraio, Genova

I consoli del Comune e dei placiti, in ottemperanza al breve degli emendatori, dichiarano la validità dei contratti di vendita e di pegno stipulati da coniugi di età non inferiore a 25 anni tra la data del decreto di cui al n. 64 e quella di cui al n. 90.

De venditionibus quas fecerit vir cum uxore firmis habendis.

In ecclesia Sancti Laurentii, in publico parlamento, consules de comuni Iordanus de Porta, Ansaldus Mallon, Henricus Guercius, de placitis Willelmus Niger, Marinus de Porta laudaverunt quod vendiciones et cartulas pignoris quas fecit vir cum uxore sua publico instrumento habentes annos xxv a tempore quo tercie mulieribus fuerunt ablate usque dum laus facta fuit quod mulieres cum viris et cum duobus vel tribus earum parentibus possent vendiciones et pignorationes contrahere perpetuo esse firmas et stabiles. Hanc vero laudem fecerunt quoniam sacramento tenebantur decreto brevium emendatorum hanc laudem huiusmodi facere et in registro scribere. Millesimo c°xlviii°, mense februarii, indictione xª.

(S.T.) Ego Guilielmus de Columba notarius, per preceptum suprascriptorum consulum, scripsi.
Ego Oto Iudex subscripsi .

Società Ligure di Storia Patria,
«I Libri Iurium della Repubblica di Genova»,
Vol I/1, a cura di Antonella Rovere,
Genova 1992,
pag. 171.

Sul XXXIV consolato a Genova

Anno 1154

Ottone Iudex è console dei placiti di Genova (XXXIV consolato) assieme a Frederzonus Gontardus, Ionathas Crispinus e Baldizonus Usumaris.

In tricesimo quarto consulatu unius anni fuerunt consules .iiii. de comuni: Oglerius de Guidone, Ansaldus de Auria, Obertus Spinola, Lamfrancus Piper; et de placitis .iiii. Oto Iudex, Fredenzonus Gontardus, Ionathas Crispinus, Baldizonus Ususmaris. isti namque consules, quando electi fuerunt, quoniam ciuitatem dormire et litargiam pati, et sicuti na║uem sine gubernatore per mare pergentem cognoscebant, ad presens consulatum iurare nolebant. at quia ab archiepiscopo moniti in remissione eorum peccatorum, et a populo coacti fuerunt, uix tandem consulatum pro honore ciuitatis iurauerunt.
…[omissis]…
interim autem, quadam die mense augusti, cum exercitu militum et peditum ad predictum castrum clam uenit, et illud fraudulenter cum quibusdam proditoribus cepit. unde predicti consules cum militibus et balistariis et sagitariis multis per totum eorum consulatum, prout decuit, guerram fecerunt, deuastando et comburendo eo illius loca per terram; quoniam iemps erat, ad capiendum castrum per mare ire non potuerunt .mcliiii.

Caffaro e cont.ri,
«Annales Ianuenses», Vol. I, 1099-1173,
a cura di L.T. Belgrano, Genova, Ist. dei sordomuti, 1890
pagg. 37-41.

Sugli eventi del 1154

Anno 1154

1154. — E perchè in questi cinque consolati immediati sopraddetti non si fece cosa alcuna degna di memoria, anzi pareva che la città fosse come una nave in mare senza nocchiero, e non si trovava chi volesse accettare il consolato, e fu necessario che l'arcivescovo con prudentissime ammonizioni, e il popolo con gran preghiere inducessero coloro, quali erano designati consoli a pigliar il consolato. E furono per lo stato e per la signoria quattro consoli, Ogerio di Guidone, Oberto Spinola, Anselmo d’Oria, e Lanfranco Pevere; e delle cause forensi, Otto Giudice, Jonata Crespino, Frendenzone Contardo, Baldizone Uso di Mare: i quali come persone provvide e prudenti, considerando, che la città mancava di galere, ne fecero fabbricare un buon numero, giudicando che le galere fossero molto a proposito, per onore, defensione e utilità della città; e diedero principio a redimere gli interessi della Repubblica dai pubblici usurari, ai quali erano dovute lire quindici mila: e pare che per queste buone opere i cittadini si cominciassero a risvegliare, e si rendessino pronti ad ubbidire a tutti i comandamenti dei consoli. E morì Eugenio Papa, e venne in appresso Anastasio romano. E per questo tempo Federico primo re di Romani cognominato Barbarossa, che successe a Conrado, venne in Lombardia, al quale convennero1 gente assai per dargli ubbidienza e giurargli la fedeltà: e la città gli mandò due ambasciatori, Ugo arcidiacono, e Caffaro compositore degli annali. La qual ambasceria gli fu molto grata, e fece carezze assai agli ambasciatori, comunicando loro, in segno di amicizia, assai dei suoi secreti, e promettendogli di onorare la città di Genova più che tutte le altre città d'Italia: e gli ambasciatori se ne ritornarono ben espediti a casa. E per questo consolato accaddette, che Enrico marchese di Loreto, il qual si era convenuto del castello di Noli con la Repubblica, contrafece alle convenzioni come persona fraudolente, che prometteva con la lingua quello che non aveva nel cuore; e perciò occupò fraudolentemente il sopraddetto castello di Noli del mese di agosto. E il popolo di Genova quasi per tutta l'invernata gli fece guerra guastando, bruciando e assaccomannando il suo paese; chè per causa dell'inverno non si puotè andar a combattere il castello per mare. Ed in questo anno, la notte precedente la festa di S. Stefano, si accese il fuoco in una casetta del borgo della città, e si diffondeva il fuoco grandemente; se non che per opera e per aiuto di molti cittadini uomini di guerra e molto valenti, i quali subito corsero a soccorrere, si ammorzò il fuoco: e fu usato una diligenza grande a restituir le robe a cui appartenevano; quelle dico, che furono salvate dall'incendio. Il danno fu grande, e saria stato maggiore, se non fosse stato l'aiuto dei valenti uomini sopraddetti.


1 Qui sta per portarsi, adunarsi. Dante infer. c. 5. “Tutti convengon qui d'ogni paese.” E Segn. stor. 7. 195. “Ove ancora con vennero gli ambasciadori di tutti i principi”.

Prof. Cav. G. B. Spotorno,
«Annali della repubblica di Genova»,
Genova, 1854,
pagg. 192-194.

Sul trattato con Guglielmo I

Gennaio 1157

I consoli di Genova e trecento notabili impegnano la città, giurando fedeltà al trattato con Guglielmo I, re normanno di Sicilia. L'accordo prevede che nessun cittadino genovese serva sotto l'imperatore di Costantinopoli in una guerra contro Guglielmo o i suoi successori o che alcun cittadino genovese serva sotto l'imperatore in una guerra contro Guglielmo o i suoi successori.

Tra i notabili genovesi che sottoscrivono il giuramento vi sono Ottone Iudex de Castro1, Marco Iudex, Enrico Iudex e Giovanni Iudex.

282.

1157 gennaio

I consoli del Comune insieme a trecento notabili genovesi prestano solenne giuramento di fedeltà al trattato concluso con Guglielmo I re di Sicilia, in osservanza del quale non sarà lecito a chiunque appartenga alla cittadinanza di Genova o al distretto di questa, il prendere servizio presso l'imperatore di Costantinopoli in una guerra contro il re di Sicilia, od i suoi successori.

In nomine individue Trinitatis et sancte pacis. amen. Anno ad incarnatione domini nostri Ihesu Christi millesimo centesimo quinquagesimo septinio, mensis ianuarii, quinte indicionis. Nos Ogerius Ventus et Guilielmus Buronus, Lanfrancus Piper et Enricus Aurie consules Ianue, una cum trecentis hominibus Ianue de melioribus, qui eligi et inveniri potuerunt et ceteris, quorum nomina subscripta sunt, bona fide, sine fraude ex parte nostra et successorum nostrorum et tocius communis Ianue, scilicet universorum hominum Ianue et illorum universorum qui sunt de districto Ianue, scilicet habitantium in maritima a Victimilio usque Portum Veneris, tam presentium quam futurorum, iuramus observare firmam et fidelem amiciciam domino Guillielmo, Dei gratia magnifico et gloriosissimo regi Scicilie, ducatus Apulie et principatus Capue. et domino Rogerio duci Apulie filio suo et aliis suis heredibus secundum suam ordinationem statuendis de vita et membris et terreno honore. et quod non erimus in consilio vel facto sive consensu, qualiter vitam aut membrum vel terrenum honorem perdant vel malum aut dampnum habeant aut mala captione capiantur. et nos supradicti consules, bona fide, sine fraude publice prohibemus ut nullus hominum Ianue, vel de districtu Ianue, eat ad serviendum contra eundem dominum regem W[illelmum] et heredes suos, imperatori Constantinopolitano. et si evenerit quod aliquis nostrum supradictorum a modo contra predicta faciendo aliquod forisfactum predicto domino regi vel beredibus suis fecerit vel nominatim contra eundem dominum regem W[illelmum] vel heredes suos imperatori Constantinopolitano servierit, et inde a predicto domino rege W[illelmo] vel suis heredibus certis litteris aut certo nuncio querimonia facta fuerit, tunc a nobis infra quadraginta dies continuos iuste emendabitur sine fraude et de eo si persona presens fuerit, iusticiam ficiemus sine fraude et malo ingenio. si vero absens fuerit, emendabitur a nobis fuste infra terminos iuste statuendos sine fraude. quod si aliquis hominum preditti domini regis vel heredum suorum contra pactum ad eodem domino rege W[illelmo] nobis factum fecerit vel conturbaverit pactum predictum non minus firmum et inconcussum permaneat, donec sicut inter ipsum dominum regern et nos statutum est bona fide emendatum fuerit. quo emendato pactum predictum firmum et stabile permaneat. et nominatim Ansaldus cintracus publice in persona omnium hominum Ianue et illorum, qui sunt de districto Ianue, super animas illorum iuravit hoc pactum observari bona fide predicto domino regi et heredibus suis. Hec omnia supradicta attendentur et perpetuo observabuntur bona fide, sine fraude predicto domino regi W[illelmo] et suis heredibus a nobis omnibus, tam presentibus quam futuris. Sic nos Deus adiuvet et hec sancta Dei evangelia. amen. hoc iuramentum nos suprascripti consules et omnes inferius scripti in presentia Riccardi venerabilis Siracuse electi et Rainaldi de Tusa magistri iusticiarii et Ansaldi de Nigrone nobilis Ianuensis legatorum domini regis Willelmi fecimus. et in eorum presentia in publico parlamento nominatim prohibuimus. et sub debito sacramenti laudavimus ut nullus hominum Ianue, vel de districto Ianue eat ad serviendum contra euudem dominum regem W[illelmum] et heredes suos imperatori Constantinopolitano. insuper Ansaldus cintracus ex precepto et laude nostra, ut superius scriptum est, in publico parlamento iuravit in anima tocius populi hoc pactum observandum fore, ut superius continetur.
Eorum qui iuraverunt hoc scripto nomina declarantur. Ogerius Ventus et Guilielmus Buronus, Lanfrancus Piper et Enricus Aurie, consules comunis Ianue. Ansaldus Aurie et Guillielmus Ventus, qui pro pace ista legati iverunt ad predictum dominum regem Simon Aurie, Opiço Sardena, Ugo de Baldeçone et Nicola Rodulfi placitorum consules, Boiamons de Odone, Fredentio Gontardus, Bonus Iohannes, Malus Filiaster, Ansaldus Mallonus, Rogeronus Ite, Obertus Cancellarius, Otto Rubeus, Willelmus Tornellus, Arnaldus de Turca, Willelmus Sardena, Vassallus Gisulfi, Gandulfus Picamilium, Bonus Vassallus de Castro, Ingo de Volta, Baldicio Ususmaris, Lambertus Philippi, Willelmus Stanconus, Willelmus Cigala, Bertramus de Marino, Willelmus de Marino, Otto Iudex de Castro, Willelmus Malusaucellus, Ohertus Recalcatus, Amicus Grillus, Embronus, Ribaidus Saraphie, Bonus Vassallus Caputgalli, Ogerius scriba, Corsus Sismundi, Marchio de Volta, Donumdei de Iterio, Ido Porcellus, Filippus de Lamberto,
…[omissis]…
Rainaldus Gauxonus, Bonifacius filius eius, Marchio Iudex, Baialardus, Bonusvicinus de Campo, Obertus Lanfranci de Mari, Willelmus Papa, Ribaldus de Sancto Ginesio, Ugo Lupus, Willelmus Arnaldi, Angilerius Pollesinus, Lambertus Guercius, Lanfrancus Galeta, Ismael, Lanfrancus Papa, Lambertus Willielmi de vicecomite, Iordanus Yse, W[illielmus] Aradellus, Willelmus Smerigius,
…[omissis]…
Philippus de Dactilo, Buconus, Rolandus afaitador, Willelmus Crusetus, Willelmus Zulcan, Willelmus Mundagra, Willelmus Filardus, Petrus Bernardi, Bonifacius Mortuus sitis, Bonifacius Alpan, Willelmus de Carmadino, Willelmus Picamilium, Enricus Iofredi, Bernardus Tachinus, Ansaldus Bucucius, Enricus Iudex, Matheus Pignol, Philippus tractor, Ribaldus Cabutus, Lanfrancus de Pallo,
…[omissis]…
Willelmus de Mari, Bonusvassallus de Mastaro, Obertus Mazucus, Alberton Bancher, Iohannes Iudex, Merlo Lucensis, Anfossus Guercius, Rubaldus de Murta, Guido de Olasco, Ubertus Lombardus, Bertolotus de Murta, Bonus senior de Campo, Ingo Puella, Willelmus Guercius Tite domine, Willelmus Cavaturta, Bonus vassallus de Primo, Obertus Tachinus, Willelmus Beaqua, Bonus vassallus Barucius, Willelmus Guercius Bancher, Ido Pulparius,
…[omissis]…
Guidotus Ansaldi Ite, Otto Lecavelum, Obertus Spinula, Bonifacius Vicecomes, Ingo Willelmi de Volta, Ionathas de Gandulfo Rubeo, Otto Mallo, Obertus Lusius, et Obertus Gruatus.
Et ad huius rei inviolabile firmamentum hanc cartulam per manus Iohannis notarii publici scribi et comuni sigillo sigillari. nos suprascripti consules precepimus.

«Codice Diplomatico della Repubblica di Genova», 958-1163
a cura di Cesare Imperiale di Sant'Angelo
I.S.I per il M.E, Roma, Tip. del Senato, 1936
Doc. CCLXXXII


1 Qui de Castro non è un predicato, ma indica soltanto la provenienza dal quartiere genovese di Castello, quello del più antico insediamento genoate (VI sec. aC) che aveva poi incluso tutta la Genova romana.

Sugli eventi del 1158

Anno 1158

Ottone Giudice è fra gli ambasciatori mandati da Genova nel 1158 presso l'imperatore Federico I, detto “il Barbarossa.”

1158. — E l'anno seguente di mille cento cinquant'otto l'imperatore Federico primo, cognominato Barbarossa, del quale avemo fatto menzione di sopra, ritornò in Italia, e diede opera di stabilire ed ampliare le giurisdizioni dell'imperio. E per causa della ribellione fatta da Milanesi, mise l'assedio alla città di Milano, la quale, dopo qualche poca resistenza, pervenne in balia dell'imperatore: il quale eziandio usò gran clemenza verso di quella. E Milanesi giurarono di nuovo la fedelità all'imperatore, e rinunziarono a certe regalie, e a certi privilegi, e pagarono all'imperatore nove mila marchi d'argento, e li diedero trecento ostatici1. La qual cosa eziandio furono constrette a fare la maggior parte delle terre di Lombardia, e della Toscana; le quali tutte succumbero alla volontà dell'imperatore: e fu esortato il popolo di Genova per lettere da molti cortigiani del l'imperatore a dover fare il somigliante. Ed erano consoli della Repubblica in questo tempo Ingo della Volta, Ido Gontardo, Baldicio Uso di Mare, e Gioanni Malocello; e per le cause forensi, otto; Guglielmo Bufferio, Bonvassallo di Castello, Anselmo di Caffara, Nuvolone senza altro cognome, Otto di Caffaro, Nicola di Rodolfo, Enrico Malocello ed Oberto Recallato: li quali mandarono alla corte del nobili della città, ad iscusare quello ch'era domandato per parte dell'imperatore; ed allegavano che il popolo di Genova non doveva esser gravato di tributo nè di angaria alcuna; conciossiachè già per antico tempo gl'imperatori romani si siano contentati della sola fedeltà del popolo firmata con giuramento, e della difensione delle parti marittime dall'impeto di barbari ed infedeli. E facevano constare, come per opera de Genovesi, da Roma insino in Barcellona il mare era sicuro; di modo che l'uomo poteva navigar sicuramente e riposare, e far i fatti suoi in casa sua: la qual sicurità non avria potuto far l'imperio con manco spesa di dieci mila marchi di argento l'anno. Ed oltra di ciò allegavano che Genovesi non possedevano della terra dell'imperio poco o niente, e che, sendo dediti alla mercanzia, loro donavano grande utilità all'entrate dell'imperio, per causa delle gabelle e dei dazii, che pagavano per tutto il mondo. E perchè l'imperatore si era approssimato con l'esercito circa quaranta miglia alla città, ed era venuto insino al Bosco, che è un castello in le confine di Lombardia, parve ai consoli di provvedere alla città. E fecero lavorare alle muraglie già cominciate, giorno e notte, uomini e donne; e si fece in otto giorni tanta parte della muraglia della città ch'era giudicata opera d'un intero anno. E qualche parte che restavano dismurate, furono serrate di legnami ben forti. Ed oltra di ciò, condussero i consoli dentro la terra tanto numero di soldati, e così eziandio fuori della terra, che la spesa del viver loro montava alla somma di cento marchi d'argento per ogni giorno; di modo che pareva a quelli della terra essere ben in ordine e sufficienti ad aspettare non solamente l'esercito dell'imperatore, ma di tutta Italia. E presentendo l'imperatore queste preparazioni così gagliarde, e, sendoli detto che il popolo di Genova non patirebbe che fossero violate le sue usanze, richiese che gli fossero mandati ambassatori. E andarono Ido Gontardo, uno dei consoli, Caffaro, Oberto Spinola, Guglielmo Cicala, Guido di Laude, Ogerio di Bocherone, Otto Giudice, ed Alberico, tutti giudicati uomini sufficienti a questa impresa: i quali furono visti molto volontieri, e fecero convenzione onorevole con l'imperatore in questa forma. Sua Maestà accettò il popolo di Genova in sua buona grazia, e dimostrò aver buona volontà verso di loro, e gli accettò in tutela e difensione. E gli promise che non ascolteria alcuna querela contra di loro, se già non fosse per causa di rompimento di strada, e che non li molesteria per modo alcuno di quel che possedevano. E per contra il popolo li fece giurar la fedeltà da quaranta cittadini, i quali ricevettero a nome dell'imperatore nel palazzo archiepiscopale due dei suoi messi con dichiarazione, che per cagione di questa fedelità la città non fosse obbligata, nè a far esercito, nè a pagar denari: e nondimeno la Repubblica donò all'imperatore ed alla corte mille ducento marchi d'argento; e, oltra di ciò, promisero di lassar le regalie, le quali lor medesimi cognoscerebbono per giustizia, che fossero dovute all'imperio. E sono tutte le predette cose scritte nel registro del comune, dove è il privilegio autenticato. Ed in questo consolato quelli di Vintimiglia a persuasione d'un messo dell'imperatore ribellarono e distrussero il castello, che Genovesi avevano edificato in la terra di Vintimiglia. Per la qual ribellione il popolo di Genova con licenza dell'imperatore con grande esercito andarono contra gli uomini di Vintimiglia, e li soggiogarono; e molti di loro furono posti in prigione in Genova. E quest'anno fu non solamente in Genova, ma quasi per tutto il mondo grandissima siccità: e non piovette acqua dal cielo da calende di maggio insino all'ultima settimana di marzo, se non una volta sola; che fu eziandio da dire anzi rugiada che pioggia.


1 Ostatici, e più usato, statici: ostaggi: vedi ortografia italiana moderna stampata in Padova 1822.

Prof. Cav. G. B. Spotorno,
«Annali della repubblica di Genova»,
Genova, 1854,
pagg. 198-201.