Data di nascita

?

Periodo di riferimento

1258-1260

Data della morte

?

Cosa si sa

Raimondo Iudex nasce a Ventimiglia nel XIII secolo da Pietro. Non conosciamo il nome della madre. Di lui non sappiamo altro.

Raimondo è il parente quell'Ottone, figlio di Oberto, che venne catturato dai turchi nella battaglia di Damietta. Al fine di pagare il riscatto e poter riportare a casa Ottone, Raimondo si occupò della vendita dei beni di quest'ultimo.

Non conosciamo il luogo e la data della morte.

[N.d.A.] Non sappiamo quale relazione ci fosse fra Raimondo e Ottone, ma è possibile che Pietro fosse uno zio di quest'ultimo, ovvero fratello di Oberto.

Lista degli Atti dell'Amandolesio

Raimondo Iudex viene nominato nei seguenti atti rogati in Ventimiglia dal notaio Giovanni di Amandolesio, raccolti e custoditi a Genova, secondo quanto stabilito nelle clausole di pace dopo l'assedio del 1220.

Clicca qui a sinistrasopra sulle singole voci per vederne il contenuto.
Atti dal 1256 al 1258, Cartolarius Instrumentorum I: serie α (cart. 56)
Atti dal 1256 al 1258, Cartolarius Instrumentorum II: serie β (cart. 56)
Atti dal 1259 al 1264: serie γ (cart. 57)
Repertorio delle notizie inserite nei Cartolari I & II (cart. 56): serie κ
Repertorio delle notizie inserite nel cartolario 57: serie ν

Nell'Archivio di Stato di Genova si conservano due cartolai notarili nei quali si contengono quasi un migliaio di atti per la massima parte rogati in Ventimiglia dal notaio Giovanni di Amandolesio fra il 1256 ed il 1264. Si tratta del cartolare 56, che comprende rogiti fra il I° dicembre 1256 e il 23 dicembre 1258, e del cartolare 57, che contiene rogiti fra il 28 dicembre 1258 e il 7 dicembre 1264.

Laura Balletto,
“Atti rogati a Ventimiglia da Giovanni di Amandolesio dal 1255 al 1258”,
Istituto Internazionale di Studi Liguri,
Istituto Studi Liguri, 1985.

Laura Balletto,
“Atti rogati a Ventimiglia da Giovanni di Amandolesio dal 1258 al 1264”,
Istituto Internazionale di Studi Liguri,
Istituto Studi Liguri, 1993.

MILLESIMO CCLVIIII INDICTIONE PRIMA

In nomine Domini, amen. Cartularius instrumentorum factorum per me Iohannem de Mandolexio notarium in Vintimilio et Rappali, ut infra continetur. Et sunt in isto cartulario instrumenta sex annorum, videlicet de millesimo cclviiii, millesimo cclx, millesimo cclxi, millesimo cclxii, millesimo cclxiii et millesimo cclxiiii, ut inferius per ordinem annotantur, et est signum meum quod appono in instrumentis tale: (S.T.) Iohannes de Mandolexio, notarius Sacri Imperii, rogatus scripsi.

Una menzione particolare merita la professoressa e ricercatrice Laura Balletto, come riportato nei ringraziamenti.

Atto n.114 della serie α

Notaio Giovanni de Amandolesio

15 gennaio 1258, Ventimiglia.
Raimondo Giudice del fu Pietro Giudice di Ventimiglia dà licenza a Rainaldo Bulferio del fu Rainaldo Bulferio di Ventimiglia di costruire dove vorrà, tra la città di Ventimiglia, la terra di San Michele e la rocca in Pascherio, un edificio della grandezza da lui voluta perfarvi mulini e paratoria.

Ɑ Rainaldi Bulferii maioris.
Ego Raimundus Iudex, filius quondam Petri Iudicis de Vintimilio, do licenciam et auctoritatem tibi Rainaldo Bulferio, filio quondam Rainaldi Bulferii de Vintimilio, et mere atque pure donationis concedo quod ubicumque volueris, a civitate Vintimillii et a terra Sancti Michaelis usque rocam in Pascherio, ultra pontem vel citra, possis hedificare domum …[omissis]…
Actum in civitate Vintimilii, in domo [Raimundi Bonisegnorii notarii, presentibus testibus Petro de Podi]o Rainaldo, Fulcone Curlo, [Guillelmo Dulbeco, Rainaldino Bulferio et dicto Raimundo Bono] segnorio notario.
An[no dominice Nativitatis millesimo CCLVIII, indictione XV, die XV ianuarii], inter nonam et ve[speras].

Atto n. 114
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1256 al 1258,
Cartolarius Instrumentorum I (56)
in Laura Balletto, op. cit.

Traduzione (di Dario de Judicibus):
A Rinaldo Bulferio, maggiore.
Io Raimondo Giudice, figlio del defunto Pietro Giudice di Ventimiglia, ti do il permesso e l'autorità, e pura e semplice donazione, affinché tu, Rinaldo Bulferio, figlio del defunto Rinaldo Bulferio di Ventimiglia, possa costruire una casa ovunque desideri, dalla città di Ventimiglia alla terra di San Michele, fino alla roccia di Pascherio, oltre o di qua del ponte, …[omissis]… Redatto nella città di Ventimiglia, presso la casa del notaio Raimondo Bonsignore, in presenza dei testimoni Pietro di Podio, Rinaldo, Fulcone Curlo, Guglielmo Dulbecco, Rinaldino Bulferio e il detto Raimondo Bono segnorio notaio.
Nell'anno della natività del Signore 1258, nella quindicesima indizione, il 15 gennaio, tra la nona e il vespro.

Atto n.115 della serie α

Notaio Giovanni de Amandolesio

Questo è l'atto dove risulta che Ottone abbia partecipato alla battaglia di Damietta, dove è stato catturato e tenuto prigioniero fino al pagamento di un riscatto. Per poter pagare il riscatto, i familiari dovettero prima farlo dichiarare morto, pur sapendo fosse ancora vivo, altrimenti non avrebbero potuto ereditare e mettere in vendita i beni; quindi vendere i beni, raccogliere la somma richiesta e infine pagare i saraceni per far liberare Ottone. Al suo ritorno, lui confermò che essi avevano agito per il suo bene e non per interessi personali.

15 gennaio 1258, Ventimiglia.
Raimondo Giudice, a nome di Ottone del fu Oberto Giudice, del quale è procuratore, dà licenza a Rainaldo Bulferio maiori, dietro pagamento della somma di 40 soldi di genovini, di cui rilascia quietanza, di costruire dove vorrà, tra la città di Ventimiglia, la terra di San Michele e la rocca in Pascherio, un edificio della grandezza da lui voluta per farvi mulini e paratoria.

Ɑ Rainaldi Bulferii maioris.
Ego Raimundus I[udex, nuncius et procurator Ottonis Iudicis, filii quondam] Oberti Iudicis, ut …[omissis]… tenor talis est: [Ego Otto Iudex, filius quondam Oberti Iudicis, con]stituo te Raimundum Iudicem, consanguineum meum, presentem et recipientem, meum certum nuncium et procuratorem et loco mei generalem, specialem et singularem super omnibus tam mobilibus quam immobilibus, tam divisis quam Ąndivisis rebus, que michi perveniunt vel pervenire possent de hereditate quondam patris mei, Oberti Iudicis, et quod tu de predictis rebus possis agere et a quolibet postulare, vendere, dividere, alienare et omnia demum tacere que egomet tacere possem, promittens me ratum et firmum habere et tenere quicquid de dictis rebus et circa predicta feceris vel per me actum fuerit et ordinatum, sub ypotheca et obligatione omnium bonorum meorum. Actum in flumine Damiate, super tenda dicti Ottonis, in exercitu domina regis Francie. Testes Petrus, filius Anselmi Melagini de Vintimilio, Otto Mainardus de Diano.
Anno dominice Nativitatis millesimo ccxlviiii, indictione vi, xxii septembris, pro soldis quadraginta ianuinorum, quos a te dicto Rainaldo, nomine dicti Ottonis, confiteor habuisse et recepisse, renuntians exceptioni non numerate pecunie, nomine ipsius Ottonis, do licenciam et auctoritatem …[omissis]…
Pro predictis namque et singulis attendendis et observandis universa bona dicti Ottonis, habita et habenda, tibi pigneri obligo.
Actum in civitate [Vintimilii, in do]mo Raimundi Bonisegnorii notarii, presentibus testibus Petro de Podio Rainaldo iudice, Ful[cone Curlo], Guillelmo Dulbeco, Rainaldino Bulferio et dicto Raimundo Bonosegnorio notario.
Anno dominice Nativitatis millesimo cclviii, indictione xv, die xv ianuarii, inter nonam et vesperas.

Atto n. 115
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1256 al 1258,
Cartolarius Instrumentorum I (56)
in Laura Balletto, op. cit.

Traduzione (di Dario de Judicibus):
A Rinaldo Bulferio maggiore.
Io, Raimondo Giudice, ora messaggero e procuratore di Ottone Giudice, figlio del defunto Oberto Giudice, come segue …[omissis]… il tenore è il seguente: Io, Ottone Giudice, figlio del defunto Oberto Giudice, costituisco te, Raimondo Giudice, mio parente, presente e ricevente, come mio fidato messaggero e procuratore e mio rappresentante generale, speciale e unico su tutti i beni mobili e immobili, divisi o indivisi, che mi pervengono o potrebbero pervenire dall'eredità del mio defunto padre Oberto Giudice, e che tu possa agire e richiedere sui predetti beni da chiunque, vendere, dividere, alienare e in fine fare tutto ciò che potrei fare io stesso, promettendo di ritenere valido e fermo tutto ciò che avrai fatto riguardo ai suddetti beni e alle predette questioni o che sarà stato fatto o ordinato per me, sotto pegno e obbligo di tutti i miei beni. Redatto presso il fiume di Damietta, nella tenda del suddetto Ottone, nell'esercito di Sua Maestà il re di Francia. Testimoni Pietro, figlio di Anselmo Melagini di Ventimiglia, Ottone Mainardo di Diano.
Nell'anno della natività del Signore 1248, nell'indizione sesta, il 22 settembre, per quaranta soldi in gennaio che ammetto di avere ricevuto da te, detto Rinaldo, in nome del suddetto Ottone, rinunciando all'eccezione di denaro non contato, autorizzo e concedo …[omissis]… Per quanto riguarda ciò che precede e per ogni singola cosa che deve essere osservata e rispettata, riguardo tutti i beni del suddetto Ottone, già posseduti e da possedere, passo in pegno a te. Redatto nella città di Ventimiglia, nella casa del notaio Raimondo Bonsignore, con la presenza dei testimoni Pietro di Podio, Rinaldo Giudice, Fulcone Curlo, Guglielmo Dulbecco, Rinaldino Bulferio e del suddetto notaio Raimondo Bonsignore.
Nell'anno della natività del Signore 1258, nell'indizione quindicesima, il 15 gennaio, tra la nona e il vespro.

Atto n.229 della serie α

Notaio Giovanni de Amandolesio

10 settembre 1258, Ventimiglia.
Ottone Giudice del fu Oberto Giudice ratifica la vendita di tutti i suoi beni, mobili ed immobili, e di tutti i diritti, che gli competevano sui beni paterni e materni in Ventimiglia, a Genova e nei rispettivi distretti, che Raimondo Giudice del fu Pietro Giudice ha effettuato, a suo nome, ad Oberto Giudice per la somma di 200 lire di genovini, di cui rilascia quietanza a Raimondo medesimo.

Oberti Iudici[s].
Ego Otto Iudex, filius quondam Oberti Iudicis, ratifico et approbo venditionem quam tu Raimundus Iudex, filius quondam Petri Iudicis, nomine meo, fecisti Oberto Iudici, filio quondam Raimundi Iudicis, de omnibus bonis meis mobilibus et immobilibus et de omnibus iuribus, rationibus et actionibus, utilibus et directis, realibus et personalibus, mixtis et rei persecutoriis, …[omissis]…
per instrumentum inde factum manu Oberti, confitendo de dictis libris ducentis integram rationem et solutionem habuisse et recepisse a te dicto Raimundo, renuntians exceptioni non numerate pecunie scu recepte rationis, doli mali et condizioni sine causa, promittens tibi dicto Raimundo de dicta venditione et mandatione et de dietis libris ducentis seu occasione ipsarum …[omissis]…
Actum in civitate Vintimilii, in domo disti Raimundi, presentibus testibus convocatis Iacobo de Volta, presbitero Ugone Melagino, Rainaldo Bulferio, filio quondam Rainaldi, Guillelmo Iudice et Nivelono de Diano iudice.
Anno dominice Nativitatis millesimo cc quinquagesimo octavo, indictione quinta decima, die decima septembris, post nonam.

Atto n. 229
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1256 al 1258,
Cartolarius Instrumentorum I (56)
in Laura Balletto, op. cit.

Traduzione (di Dario de Judicibus):
A Oberto Giudice.
Io Otto Giudice, figlio del defunto Oberto Giudice, ratifico e approvo la vendita che tu Raimondo Giudice, figlio del defunto Pietro Giudice, hai fatto in mio nome a Oberto Giudice, figlio del defunto Raimondo Giudice, di tutti i miei beni mobili e immobili e di tutti i diritti, ragioni e azioni, utili e diretti, reali e personali, misti e perseguibili, …[omissis]… mediante un atto fatto dalla mano di Oberto, dichiarando di aver avuto e ricevuto piena ragione e soluzione delle suddette duecento lire da te, suddetto Raimondo, rinunciando all'eccezione di denaro non conteggiato o di ragione ricevuta, frode e condizioni senza causa, promettendoti, suddetto Raimondo, per la detta vendita e mandato e per le suddette duecento lire o in occasione di esse …[omissis]…
Redatto nella città di Ventimiglia, nella casa del suddetto Raimondo, in presenza dei testimoni convocati Giacomo di Volta, il sacerdote Ugone Melagino, Rinaldo Bulferio, figlio del defunto Rinaldo, Guglielmo Giudice e Nivelono, giudice di Diano.
Nell'anno della Natività del Signore 1258, nell'indizione quindicesima, il 17 settembre, dopo la nona.

Notizia n.40 della serie κ

Notaio Giovanni de Amandolesio

XL

s. d. (ante 10 settembre 1258).
Raimondo Giudice del fu Pietro Giudice, a nome di Ottone Giudice del fu Oberto Giudice, vende ad Oberto Giudice del fu Raimondo Giudice tutti i beni mobili ed immobili ed i diritti sui beni paterni e materni, che competono ad Ottone in Ventimiglia, Genova e nei rispettivi distretti, per il prezzo di 200 lire di genovini.
Notaio Oberto.

Notizia nell'atto n. 229.
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1256 al 1258,
Cartolarius Instrumentorum I (56)
in Laura Balletto, op. cit.

Notizia n.53 della serie κ

Notaio Giovanni de Amandolesio

IIII

22 settembre 1249, Damiata.
Ottone del fu Oberto Giudice nomina Raimondo Giudice suo procuratore per i beni mobili ed immobili che gli perverranno in eredità dal padre.

Inserto nell'atto n. 115.
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1256 al 1258,
Cartolarius Instrumentorum I (56)
in Laura Balletto, op. cit.

Notizia n.75 della serie κ

Notaio Giovanni de Amandolesio

LXXV

15 luglio 1257.
Raimondo Giudice nomina un procuratore.
Notaio Giovanni Fornario.

Notizia nell'atto n. 26.
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1256 al 1258,
Cartolarius Instrumentorum I (56)
in Laura Balletto, op. cit.

Atto n.193 della serie γ

Notaio Giovanni de Amandolesio

23 febbraio 1260, Ventimiglia.
Ottone Giudice, Raimondo del fu Pietro Giudice, Ardizzono Giudice, Guglielmo Giudice, Oberto Giudice e Marineto Giudice rilasciano procura a Raimondo Giudice del fu Ottone Giudice di Rocchetta perché difenda i loro diritti sul castello di Rocchetta.

[R]aimundi [Iu]dicis de Rocheta.
Die xxiii februarii, post nonam. Nos Otto Iudex, Raimundus, filius quondam Petri Iudicis, Ardiçonus Iudex, Guillelmus Iudex, Obertus Iudex et Marinetus Iudex facimus, constituimus et ordinamus, presentem, nostrum certum nuncium et procuratorem Raimundum Iudicem, filium quondam Ottonis Iudicis de Rocheta, ad agendum, petendum, causandum, defendendum, insudicio et extra, a qualibet persona et contra quamlibet personam, omnia iura et rationes que et quas habemus et visi sumus habere in castro Rochete et in iurisdictione hominum dicti loci et in territorio ipsius, dantes, quilibet nostrum in solidum, tibi liberam et plenam potestatem et bailiam quod predicta possis defendere, agere, petere, in iudicio et extra, et omnia demum in predictis et circa predicta facere que fuerint facienda, sicut merita causarum postulant et requirunt, et que nosmet ipsi facere possemus, si essemus presentes, promittentes quicquid per te dictum procuratorem fuerit [factum] in predictis et circa predicta et occasione predictorum ratum et firmum habituros, sub ypotheca et obligatione bonorum nost[rorum], relevantes te pro predictis a qualibet satisdatione. Actum in capitulo Vintimilii, presentibus testibus Guillelmo E[nrico], Roberto Papono et Iohanne Bastono. Anno et indictione ut supra.

Atto n. 193
Atti rogati in Ventimiglia dal notaio
Giovanni di Amandolesio dal 1258 al 1264.
Cartolare 57,
in Laura Balletto, op. cit.

Traduzione (di Dario de Judicibus):
A Raimondo Giudice di Rocchetta.
Il 23 febbraio, dopo la nona. Noi Otto Giudice, Raimondo figlio del defunto Pietro Giudice, Ardizzone Giudice, Guglielmo Giudice, Oberto Giudice e Marineto Giudice, facciamo, costituiamo e ordiniamo il nostro fidato messaggero e procuratore presente, Raimondo Giudice figlio del defunto Otto Giudice di Rocchetta, ad agire, richiedere, causare, difendere, sia in giudizio che fuori, contro chiunque persona e contro chiunque persona, tutti i diritti e le ragioni che abbiamo e che abbiamo visto avere nel castello di Rocchetta e nella giurisdizione degli uomini del luogo e nel territorio stesso, dando a te, ogniuno di noi per intero, libero e pieno potere e commissione che tu possa difendere, agire, richiedere, in giudizio e fuori, e fare tutto ciò che deve essere fatto nei predetti e circa i predetti, come i meriti delle cause esigono e necessitano, e che noi stessi potremmo fare se fossimo presenti, promettendo di ratificare e confermare tutto ciò che il suddetto procuratore dirà o farà nei predetti e circa i predetti e in occasione dei predetti, sotto ipoteca e obbligo dei nostri beni, sollevandoti per i predetti da qualsiasi soddisfazione. Redatto nel capitolo a Ventimiglia, in presenza dei testimoni Guglielmo Enrico, Roberto Papone e Giovanni Bastono. Nell'anno e nell'indizione sopra menzionati.