Memorie

Ignazio è stato il mio padrino alla prima comunione. Il suo nome deriva da quello di uno zio morto qualche anno prima, ovvero nel 1879. Come tutti gli altri suoi fratelli iniziò la sua carriera lavorativa come fabbro nella fonderia “Cinquegrani” di proprietà di suo cognato, Nicola Pigna. Fu uno dei primi a Molfetta a imparare a usare il tornio tanto da diventare un vero e proprio maestro, ovvero un “mest”. Una leggenda metropolitana racconta che era solito spezzare l'utensile a fine giornata per impedire ad altri di apprendere il suo modo di lavorare al tornio.

Dopo l'esperienza nelle officine “Cinquegrani”, ci fu un suo breve viaggio in Argentina alla ricerca di fortuna. Ritornato in città, si mise per conto proprio aprendo una bottega e lavorando come manutentore meccanico nel pastificio “Gallo”, allora molto rinomato in Molfetta, ovvero negli anni Venti del ’900. Lui e i suoi amici avevano l'usanza di trascorrere il sabato sera in osteria e questo gli procurerà problemi di salute che lo porteranno alla prematura scomparsa a soli 56 anni, mentre una mattina di febbraio del 1937 si recava a lavoro.

Dai ricordi della figlioccia
Teodora Pigna.

Ritratto